Anno Zero texiano
Se fin dal suo esordio la collana I romanzi di Tex è stata ufficialmente destinata a essere lo spazio editoriale dedicato alla rievocazioni degli anni giovanili del personaggio, a partire da giugno 2017 si è resa sempre più manifesta una precisa intenzione del suo curatore e scrittore principe Mauro Boselli.
Lo sceneggiatore milanese ha intrapreso una dettagliata narrazione delle origini dell’eroe – un Anno Zero in tutto e per tutto – che ha preso avvio sullo Speciale Tex #32 – Il magnifico fuorilegge per arrivare attraverso un altro paio di tappe editoriali a una chiusura del cerchio con Giustizia a Corpus Christi, il più recente Tex alla francese (in verità, per una compiuta narrazione della formazione di Tex manca ancora un tassello, ma ci torneremo più avanti).
Boselli ha scelto di farsi carico di raccontare ai lettori in modo approfondito e puntuale quale sia stato il percorso formativo di Tex e come sia arrivato a essere il personaggio che gli appassionati hanno incontrato settanta anni fa nella prima vignetta de Il Totem misterioso – braccato e asserragliato dietro una roccia del Rainbow Canyon. Per farlo, ha scelto un approccio non cronologico, sfruttando varie incarnazioni dell’universo editoriale del ranger bonelliano.
Volendo seguire l’esatto sviluppo temporale dei fatti, bisogna partire dal Maxi Tex #21 – Nueces Valley dell’ottobre 2017, nel quale Boselli e Pasquale Del Vecchio hanno mostrato ai lettori l’infanzia e l’adolescenza nella Nueces Valley di Tex e della sua famiglia.
Il passo successivo è la lettura de Il Vendicatore, Tex alla francese uscito a settembre 2017 nel quale accanto a Boselli troviamo Stefano Andreucci, che racconta la ricerca da parte dell’eroe degli assassini del padre: la vendetta di Tex si compie, ma la conseguenza è la trasformazione del personaggio in un fuorilegge, a torto ricercato dalle autorità.
Giustizia a Corpus Christi si ricollega direttamente agli eventi de Il Vendicatore. Boselli e Corrado Mastantuono riportano in scena molti dei personaggi che hanno affiancato Tex nel cartonato precedente – dal fratello Sam al ranger Jim Callahan – e portano a compimento la ricerca di giustizia del protagonista, che viene anche scagionato dalle false accuse piovute sulla sua testa.
Tutto si conclude nell’albo che ha dato avvio a questo Anno Zero texiano, Il Magnifico Fuorilegge della coppia Boselli e Andreucci, dove ritroviamo Tex nuovamente bandito in fuga, dopo aver vendicato l’assassinio del fratello Sam. La storia si colloca proprio a ridosso degli eventi de Il Totem misterioso, lasciando il protagonista sul palcoscenico delle prime storie di GL Bonelli e Galep.
A voler ben guardare, manca ancora un racconto a questa ricostruzione delle origini, la cronaca dettagliata dell’omicidio di Sam Willer, ma probabilmente è solo questione di tempo.
Modulazioni linguistiche nel racconto delle origini
La valenza di questa operazione narrativa è doppia. Da un lato c’è l’arricchimento del canone texiano da parte di Boselli, la ricostruzione del passato del personaggio, attraverso una serie di “frammenti narrativi”, che si sviluppano nelle zone d’ombra presenti tra le avventure “classiche” dal ranger.
Ma – elemento ancora più importante ai fini dell’analisi – dall’altro c’è la scelta e la capacità dello sceneggiatore di sviluppare il racconto attraverso varie modulazioni del linguaggio a fumetti bonelliano, dalle più tradizionali alle più contemporanee e – sotto certi aspetti – innovative.
Nel Maxi Tex il racconto viene sviluppato attraverso lunghi e dettagliati dialoghi che portano avanti un’azione serrata ma mai convulsa e che si avvale visivamente della tradizionale scansione della tavola in tre strisce.
La stessa griglia la ritroviamo nel Tex Speciale nel quale Boselli sfrutta le maggiori dimensioni – a proporzione invariata – rispetto al formato del classico quaderno bonelliano per una messa in scena dal ritmo meno compassato e più disarticolato rispetto al solito e con una scansione delle scene sempre tipicamente bonelliana ma, come evidenziato a suo tempo, per certi versi più personale.
Ne I Romanzi di Tex invece il formato francese obbliga l’autore a una compressione che ha come risultato
una storia dai ritmi sincopati e la trasformazione sostanziale dei ritmi della narrazione. Questa sorta di nuova “ibridazione” del linguaggio bonelliano si è andata via via affinando nella penna e nella mente di Boselli a cominciare da Frontera – il primo Tex alla francese da lui scritto – arrivando alla sintesi perfettamente equilibrata che troviamo proprio in Giustizia a Corpus Christi.
Una scena, una pagina
L’esiguo numero di pagine degli album alla francese – 44 rispetto alle oltre 90 a disposizione dei normali albi bonelliani – e l’obiettivo di creare storie che fossero comunque composte da un numero di scene altrettanto corposo rispetto a quelle del mensile ha portato di fatto lo sceneggiatore a intraprendere una serie di esperimenti, nei precedenti cartonati, a livello di sceneggiatura.
Per compensare la riduzione dello spazio a disposizione del racconto, Boselli ne ha aumentato la densità narrativa (intesa come numero di elementi narrativi per tavola), provando vari approcci. In Painted Desert, sfruttando la diagonale più ampia del formato album francese che genera una suddivisione in quattro strisce al posto delle classiche tre, ha gestito la densità della narrazione invitando Angelo Stano a suddividere ognuna delle quattro strisce della tavola in tantissime vignette. In Frontera e, soprattutto, ne Il Vendicatore da un lato ha fatto uso di stacchi estremamente veloci tra le sequenze e, dall’altro,ha spesso collocato la transizione fra due scene all’interno di una stessa tavola.
È importante sottolineare che quest’ultimo escamotage infrange a tutti gli effetti una prassi di sceneggiatura bonelliana che impone che una scena occupi un numero intero di pagine.
In Giustizia a Corpus Christi, supportato dalla perizia grafica di uno strepitoso Mastantuono, Boselli affronta in maniera specifica la trasposizione in un formato diverso del modo bonelliano delle strutture narrative a largo raggio, ovvero la suddivisione del racconto in atti e la scansione in scene.
Il racconto è strutturato in tre atti, attraverso tre sequenze poste in apertura, a circa metà storia e in chiusura che si sviluppano in più tavole (rispettivamente di 7, 6 e 5 pagine).
Queste tre sequenze principali racchiudono i passaggi fondamentali della vicenda (entrata in scena di Tex, scontro intermedio con gli antagonisti e scontro finale risolutore) e sono legate tra loro da una serie di tavole dove a ogni pagina (o al massimo due) corrisponde una scena che si apre e si chiude. La compressione di scene diverse all’interno della stessa pagina si riduce a un paio di occasioni, soluzione quindi assai meno frequente rispetto a quanto visto su Il Vendicatore.
A tutto questo, infine, lo sceneggiatore aggiunge l’epilogo in due tavole, un climax che fa sussultare il lettore, ormai convinto di avere assistito alla chiusura della storia.
Boselli arriva dunque alla soluzione di inserire un elevato numero di scene facendo compiere a ciascuna il suo intero arco narrativo su un’unica tavola, limitando a due soltanto le pagine in cui troviamo il sovrapporsi di due scene. In questo modo crea, di fatto, un ritmo narrativo estremamente veloce e denso al contempo, senza perdere in leggibilità e chiarezza. Trova, in pratica, la quadra per applicare la regola di sceneggiatura bonelliana citata pocanzi a un formato diverso da quello quaderno.
E in questo, come scritto sopra, trova pieno supporto in Corrado Mastantuono.
Il più francese fra i Tex alla francese
Poco sopra abbiamo notato come la classica griglia bonelliana a tre strisce sia stata rimodulata da Boselli, nei passati Tex alla francese, in una struttura a quattro strisce tipica del fumetto d’oltralpe.
Se, nei precedenti albi della collana, questa gabbia rimaneva quasi sempre molto riconoscibile nei layout delle tavole impostati dai disegnatori, in Giustizia a Corpus Christi Mastantuono, in accordo con il suo sceneggiatore, fa scomparire la struttura in buona parte delle tavole, impostandole con un montaggio vicinissimo al fumetto franco-belga contemporaneo.
Una immagine a tutta pagina – che nel contesto texiano inevitabilmente richiama le grandi inquadrature della frontiera delle pellicole western di John Ford – costituisce lo sfondo della tavola e crea quella profondità di campo, tanto cara al gusto delle bedé francese. Su di essa, il disegnatore dispone le vignette che portano avanti la narrazione, giocando sulla composizione geometrica sempre varia.
Questa impostazione mostra la sua piena efficacia proprio nelle tavole che devono contenere lo sviluppo di un’intera scena, nelle quali la successione delle vignette segue compiutamente il proprio percorso, quasi come una sorta di miniracconto all’interno del contesto più ampio della storia.
A questa tipologia di soluzione visiva si affiancano poi le tavole in cui la griglia viene mostrata in maniera più evidente, anche in una frammentazione di numerose vignette di varie dimensioni, che marcano il ritmo della sequenza o segnalano il pathos e la drammaticità di un determinato passaggio narrativo.
A tutto ciò si deve aggiungere l’efficace segno realistico di Mastantuono, capace di rendere vivi i personaggi con la naturalezza dei loro movimenti, l’espressività dei volti, la scelta delle pose da mettere in scena, i tagli delle inquadrature e il dettaglio per le ambientazioni.
Quello del disegnatore romano è un Tex veramente giovane nei lineamenti, impulsivo nelle mosse e sbruffone nelle posture: un ritratto perfetto dell’eroe in questo frangente della sua esistenza.
Non meno attenta è la resa dei vari e numerosi personaggi con cui Boselli riempie come il suo solito la scena: dai comprimari agli antagonisti, ognuno è ritratto da Mastantuono con attenzione e perizia, riuscendo nel compito di rendere ciascuno perfettamente singolare e riconoscibile.
Menzione di merito spetta a Matteo Vattani, alla sua terza prova consecutiva come colorista su I Romanzi di Tex e ancora una volta valore aggiunto per le tavole con la sua palette di tinte realistiche, capaci di rendere vividi tanto i colori notturni, gli interni dei saloon e i contrasti tra l’azzurro del cielo e i rossi e gialli delle distese desertiche o i verdi delle praterie. Il tipo di scelta cartotecnica fatto per il volume rende assolutamente merito a questa colorazione rendendola vivida e brillante.
Yes, Tex is the western Superman!
Se a livello formale Giustizia a Corpus Christi si configura dunque come un’opera dall’importante valore qualitativo, anche a livello contenutistico e narrativo il lavoro svolto è assolutamente apprezzabile.
Boselli riesce di nuovo a rappresentare un Tex meno esperto ma nel quale già possiamo veder emergere l’eroe che i lettori ben conoscono. Non a caso lo sceneggiatore imbastisce una storia corale, in cui il protagonista è affiancato da una serie di personaggi che si configurano quasi come “proto-pards” – a richiamare la posse formata da Kit Carson, Kit Willer e Tiger Jack delle avventure classiche – e tra i quali spicca il ranger Jim Callahan.
Boselli ha dimostrato già in due precedenti storie dell’Anno Zero texiano (Nueces Valley e Il Vendicatore) quanto sia importante la figura di Callahan. L’esperienza del personaggio, il modo con il quale interpreta e indossa la stella di ranger servono a donare a Tex un modello di riferimento, una figura a cui ispirarsi. E il giovane eroe, che ancora deve crescere in maturità, sicurezza dei propri mezzi e scaltrezza diventa spalla del ranger in un gioco di inversione di ruoli e rapporti (da leader ad apprendista) rispetto a quelli che Tex vive nella serie tradizionale e nell’immaginario del lettore.
In un aspetto, tuttavia, il giovane Tex si sovrappone in tutto e per tutto alla sua controparte matura: l’invincibilità. Boselli non ha mai fatto mistero di ispirarsi direttamente, nella scrittura del personaggio, all’eroe scritto da GL Bonelli: il suo Tex non ha dubbi, è infallibile. E invincibile, se non invulnerabile.
Lo sceneggiatore milanese si diverte però con il lettore, giocando con questo aspetto nelle due pagine di chiusura della storia: lo fa saltare sulla sedia, pare mostrargli l’inaspettato, per poi confermare l’assioma che Tex è a tutti gli effetti il superuomo del fumetto western italiano.
Con la battuta finale dell’eroe, Boselli si spinge oltre: Tex è un eroe e un giustiziere, ma è anche in tutto e per tutto un uomo del West. Spietato e duro. Ovviamente, con chi lo merita.
Abbiamo parlato di:
Tex – Giustizia a Corpus Christi (Tex Romanzi a fumetti #7)
Mauro Boselli, Corrado Mastantuono, Matteo Vattani
Sergio Bonelli Editore, febbraio 2018
56 pagine, cartonato, colori – 8,90 €
ISBN: 977197112700360033