Zahra’s paradise: una denuncia contro l’ oppressione e la tirannia per i figli perduti dell’Iran

Zahra’s paradise: una denuncia contro l’ oppressione e la tirannia per i figli perduti dell’Iran

Ambientato durante i disordini del giugno 2009 a Teheran, Zahra’s Paradise è un romanzo grafico che spezza il cuore, una celebrazione della vita e della volontà di viverla da parte di tutti gli iraniani che rifiutano di vivere nel cupo medioevo degli ayatollah.

 zahra paradiseAmbientato in Iran dopo le elezioni-truffa del giugno 2009, Zahra’s Paradise è la storia della disperata ricerca del giovane Mehdi, scomparso nei gulag della Repubblica Islamica dopo la manifestazione che il 15 di quello stesso mese portò nelle strade di Teheran tre milioni di persone decise, nonostante i divieti governativi, a denunciare il presidente Ahmadinejad di brogli e a chiedere nuove elezioni presidenziali.

Non ricordare il giorno trascorso / e non perderti in lacrime sul domani che viene: | su passato e futuro non far fondamento | vivi dell’oggi e non perdere al vento la vita. (Omar Khayyam) 

Con il grande sviluppo dei mezzi di comunicazione, oggi la rete è diventata una grandiosa fonte di informazioni e notizie, che si susseguono veloci e costanti.
In particolare, i social network e i blog possono essere delle armi potenti nelle mani di chi lotta contro le tirannie in nome della giustizia e della libertà; infatti essi mobilitano, aggregano masse di utenti, diffondono messaggi e notizie a una velocità superiore rispetto ai media tradizionali, permettono una diffusione globale. E anche se non rovesciano dittature, possono comunque connettere le coscienze, favorire l’organizzazione delle proteste, convogliare le rivendicazioni e raccontare al resto del mondo ciò che accade durante una rivoluzione.

zaraparadiso 2Un esempio che rappresenta tutto questo è offerto dai movimenti di protesta della Primavera Araba del 2011, svoltasi in Medio Oriente e in Nord Africa. In questo contesto storico i social media hanno infatti svolto una duplice funzione: una interna, poiché hanno contribuito a organizzare al meglio le manifestazioni; e l’altra esterna, perché sono stati i principali strumenti di comunicazione che hanno permesso al mondo di conoscere quello che stava accadendo nei paesi coinvolti.

Inoltre, la grande capacità del World Wide Web è quella di riuscire a coinvolgere diversi media e forme di comunicazione, come la fotografia, le riprese video e il fumetto e di non porre, almeno nei casi considerati, barriere di censura alla pubblicazione. Sono queste le premesse che danno vita a una storia straziante come Zahra’s paradise.

Pubblicato a cadenza bisettimanale sul sito plurilingue www.zahrasparadise.com, nel 2011 la Rizzoli Lizard l’ha edito in Italia. Vero lavoro “multimediale”, la storia è scritta da Amir, un giornalista e documentarista iraniano-americano, e illustrata da Khalil, uno scultore, ceramista e disegnatore arabo abituato ad adoperare media differenti; i loro nomi sono chiaramente degli pseudonimi usati per evitare ritorsioni.

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Zahra’s Paradise è un romanzo grafico che spezza il cuore, ambientato durante i disordini del giugno 2009 a Teheran, a seguito delle elezioni-truffa di Ahmadinejad in Iran. È la storia di Zahra Alavi che cerca suo figlio Mehdi, giovane studente che ha partecipato alle manifestazioni di piazza contro il regime e poi scomparso.

Sono le loro vicende a introdurci nel ventre della Repubblica Islamica: un complesso labirinto che negli ultimi decenni ha visto scomparire un numero indefinito di dissidenti. I protagonisti del racconto sono frutto di fantasia, per quanto ispirati alle reali caratteristiche di autentici cittadini iraniani; il contesto in cui vivono e gli eventi narrati sono reali.

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È un volume che dà un volto umano alla rabbia e all’orgoglio degli iraniani che rifiutano di vivere nel cupo medioevo degli ayatollah, nel nome di una terra che possiede una cultura millenaria, fatta di storia, arte e letteratura; di poeti e filosofi come Umar Khayyām, Hafez, Ferdowsi, Farīd al-Dīn Attār e Jalāl al-Dīn Rūmī.

Lo stile grafico è dinamico e incisivo, con un gusto retrò che ricorda le opere fumettistiche nordamericane degli anni ’60. È presente quindi l’influenza del fumetto statunitense, ma anche della pittura e delle miniature persiane.
La lettura è resa godibile e armonica dall’incisivo bianco e nero delle tavole, che si susseguono senza seguire lo schema tradizionale delle gabbie e delle cornici; questo approccio riesce a trasmettere efficacemente i sentimenti stranianti e profondi dell’attuale situazione iraniana.
Un cenno lo meritano anche i dialoghi ricchi e dettagliati, di impianto giornalistico, vero punto di forza di tutta la struttura narrativa che risultano esplicativi ma mai didascalici.

Spiega Amir in un’intervista:

“Un fumetto online per raccontare che “Allah Akbar! Allah Akbar!” non è l’urlo dei terroristi ma il grido di speranza dei giovani che sono morti ma non saranno dimenticati, che sono stati sepolti vivi nelle carceri del regime ma che sul web hanno una voce che valica le mura delle celle, fino ad arrivare al mondo […] Molti morti sono andati nel Paradiso di Zahra ma c’è ancora grande vita nella morte. La loro forza vitale non è stata distrutta. La morte ci parla e parla attraverso noi […] Una nuova generazione sta dispiegando le sue ali e nessuno può fermare il suo volo.”

Non un’opera sulla tirannia e sul dolore, ma una celebrazione della vita e della volontà di viverla, che intendere rendere giustizia alla vita dei ragazzi iraniani morti.
Il volto di Medhi (il ragazzo scomparso su cui è incentrata la narrazione) rappresenta lo specchio che cattura e riflette

“l’immagine dei ragazzi reali che, a centinaia, tra le mura e i cancelli delle galere della Repubblica Islamica stanno aspettando: un Futuro che non sia una Fine”.

Abbiamo parlato di:
Zahra’s Paradise
Amir & Khalil
Rizzoli Lizard, 2011
272 pagine, brossurato, bianco e nero – 17,50 €
ISBN: 17052283

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