Il manga di Yo-kay Watch nasce come costola dell’omonima serie di videogiochi e della serie animata, trasmessa anche in Italia, secondo una pratica comune in Giappone per sfruttare un brand attraverso molteplici canali. È quindi un fumetto che nasce per esigenze commerciali, con un target ben preciso, ma non per questo realizzato in maniera superficiale. Il lettore a cui si rivolge è certamente molto giovane: questo è rispecchiato dal protagonista, un bambino delle elementari, e dalla leggerezza che emerge dalle pagine.
Facciamo la conoscenza con una versione rivista degli Yokai, spiritelli della tradizione giapponese ripresi in chiave umoristica che con la loro presenza influenzano gli esseri umani e che diventano visibili al possessore dello Yo-kay Watch.
L’albo procede per episodi, e gli incontri con questi spiriti sono spunto per situazioni comiche e semplici riflessioni morali a misura di bambino, che non risultano mai invasive né mettono in ombra il divertimento. I disegni sono chiari e puliti, i personaggi e gli Yo-kay caratterizzati per essere immediatamente riconoscibili, le scene concitate puntano su espressioni deformed e su tutta una serie di convenzioni grafiche che ormai sono note anche ai lettori occidentali. Il formato quaderno, insolito per un manga, contribuisce alla leggibilità e conferisce un aspetto più “giocattoloso” rispetto al tankoban. Sicuramente un fumetto a misura di giocatore o di spettatore del cartone animato, ma realizzato con professionalità e capace di divertire i lettori più giovani.
Abbiamo parlato di:
Yo-kay Watch #1
Noriyuki Konishi
Traduzione di Gianluca Bevere
Panini Comics, febbraio 2016
104 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,90€