Yi Yang a Lo Spazio Audace di Lucca Comics 2024

Yi Yang a Lo Spazio Audace di Lucca Comics 2024

A Lucca Comics abbiamo intervistato Yi Yang, autrice della graphic novel "Comet Club", edita da Bao.
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Yi Yang, autrice di Comet Club per Bao Publishing, è stata ospite di Lo Spazio Audace – Vignette e caffè a Lucca Comics & Games 2024.

Benvenuta Yi! Parliamo di Comet Club: è il terzo capitolo di un percorso di crescita dei tuoi personaggi.
Molto saggio! Sì, Comet Club ha sempre i protagonisti di Deep Vacation e di Easy Breezy ma in questo viaggio si sono uniti in un club, il Comet Club appunto, perché seguono un Ufo. La storia racconta altre vicende però, come crisi familiari, adolescenziali e l’avventura che da esterna diventa interiore.

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Interiorità che caratterizza ad esempio un “ragazzo trasparente”. Cosa significa per te questa particolare connotazione?
Ho preso molto dall’esperienza personale. Quando ero piccola i miei litigavano sempre e una volta sono uscita da casa e nessuno se n’è reso conto. Erano così focalizzati sul loro litigio che sono rimasta sulle scale dell’edificio un’ora, al buio. Poi sono tornata a casa, senza che nessuno ci facesse caso. È un po’ triste però è reale. Vedo tanti film dove i genitori si dicono di non litigare davanti ai bambini. Per me è impossibile da credere, è sognare. Quindi ho pensato a questa metafora che in realtà non è una metafora ma esperienza reale, nella quale il protagonista si sente trasparente quando i suoi iniziano a discutere su cose molto serie… I genitori parlano di lui ma non sono interessati al suo punto di vista, perché lo vedono come un bambino. Tanti genitori pensano che i bambini non capiscano niente, invece sono solo piccoli, non scemi. Soprattutto non possiamo mai sottovalutare l’adolescenza perché è un periodo molto sensibile, già da bambini capiscono tutto, poi nell’adolescenza ogni girono cambiano e possono assorbire ogni aspetto che trovano nella vita.

Quanto di autobiografico, di tuo, c’è in Comet Club?
Questo fumetto è stato molto difficile per me. Ci ho messo un po’ di biografia ma non volontariamente, me ne sono resa conto dopo. Appena ho finito l’ho fatto leggere al mio ragazzo e lui ha capito subito quel punto ma non ha avuto coraggio di farmi domande perché il tema della mia famiglia è un po’ sensibile. Sinceramente io stessa mi sono resa conto solo dopo di quanto fosse autobiografico. Con questo libro ho fatto una auto cura psicologica… per convincere me stessa di tante cose successe, a volte inventando i motivi, e sentirmi in pace. Dall’altra parte avevo paura di mettere troppo di me e che diventasse una cosa eccessivamente personale, una caratteristica dei fumetti che non mi piace. Sai, quando ci si focalizza troppo su se stessi dopo si perdono di vista altre cose.

Una delle sequenze più intense ha per protagonista Li Yu, uno dei personaggi più profondi del libro, che rientra a casa e si mette a stirare. Lì racconti un mondo: come hai lavorato a quella scena?
Li You è il modello di quell’epoca, perché la mia città natale è industriale ma a fine anni Novanta c’è stato un crollo dell’economia per alcune regole imposte dal governo cinese. Per cui all’improvviso ci sono stati tanti operai che da un giorno all’altro si sono trovati senza lavoro e sono diventati alcolizzati. Purtroppo Li sta crescendo un po’ da solo, per strada, come in Easy Breezy, e in queste pagine volevo proprio rendere il più possibile l’origine e la complessità di questa caratteristica.

Come autrice sei a cavallo di due mondi, hai una formazione in Cina e una qui, in Europa. Qual è il retaggio che ti sei portata dal tuo paese e quali le cose che ti hanno permesso di crescere nei paesi che ti hanno accolta.
Sono andata via dalla mia città natale quando avevo 14 anni per fare il liceo artistico al sud, vicino a Shangai. Quindi per me non è una città dove tornare ma più un simbolo e vuol dire molto. Forse non conosco molto bene il luogo dove sono nata… è più una città nella nebbia, come Praga per Kafka. Vive più nella mia immaginazione, oppure nelle mie memorie, o nostalgie verso una situazione. Non è una città fisica, è più… sfocata, ma mi piace questa sensazione perché se conosci troppo bene un posto ne perdi tutto il fascino, soprattutto se è un posto dove hai vissuto infanzia e adolescenza. Adesso mi piace molto tornare in Cina a “ri-conoscere”, riscoprire il mio paese d’origine. In Europa invece mi sento più dietro una fotocamera, per osservare e riflettere sui diversi punti di vista. Perché la gente vive così? Perché fa queste cose? Perché in Europa mangiano dolci a colazione? In Asia mangiamo salato. Sono questi dettagli che raccolgo, pezzo dopo pezzo.

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Hai uno stile molto personale. Se dovessi definirti stilisticamente, a quale ti senti più vicina, a quello europeo o a quello asiatico?
È una domanda difficile. Sinceramente non vedo il mio stile. C’è un pittore cinese molto famoso che ha detto che lo stile è la schiena dell’autore, e lui non lo vede. Non so come definire il mio stile, è un po’ come sono fatta io, un po’ metà asiatica e metà europea. Ho costruito la mia identità da adulta in Europa quindi ovviamente per i cinesi sono molto europea, però per la gente di qui non ho un classico stile italiano o europeo. Sono più una via di mezzo e all’inizio pensavo fosse un po’ imbarazzante perché non so come definirlo, non so in quale scaffale della libreria mettere un mio libro. Ma adesso lo accetto perché come dicevi tu ho uno stile abbastanza unico. Quindi ora vivo in pace.

Ungaretti, nella sua celebre poesia I fiumi, raccontava di essersi formato fra varie radici. Ti riconosci in questo aspetto del prendere qualcosa da ogni posto dove vai, per costruire il tuo percorso artistico?
Per me ogni autore, anzi ogni essere umano, dovrebbe essere così. Siamo come una spugna, prendiamo sempre acqua da tutto ciò che viviamo, anche dalle chiacchiere, e mi piace trasformare quell’acqua nel mio lavoro, nei miei libri.

Su cosa stai lavorando adesso?
Vorrei fare una piccola pausa con questi personaggi. Tre volumi per me raccontano la storia alla perfezione. Non sto dicendo che ho chiuso, ripenserò a una nuova storia. Però adesso sto facendo un libro su sceneggiatura per la Francia e mi concentro su questo.

Grazie per la disponibilità, Yi!
Grazie a voi! È stato molto carino!

Intervista realizzata il 2 novembre 2024 a Lucca Comics & Games

BIOGRAFIA

Yi Yang, nata nel 1994 in Cina, si è poi trasferita nel 2014 in Italia per studiare. Nel 2016 ha pubblicato per Bao Publishing “Aiuto!” a quattro mani con lo sceneggiatore Isaak Frield, con cui ha realizzato anche “Sasso il pittore”.
In seguito ha pubblicato “Aiuto! – Fratelli”, “Welcome to the jungle” su Dylan Dog Color Fest, “La tasca di mezzanotte” e un gran numero di libri illustrati. “Easy Breezy“, sempre per Bao, è stato nel 2021 il suo esordio italiano come autrice completa e le è valso il Premio Romics come miglior libro per Bambini e Ragazzi. Nel 2021 pubblica in Cina il fumetto “One day without name and one years without us”. Nel 2022 realizza per Bao “Deep Vacation” e per saldaPress “Luce e Cosmo”. Nel 2023, sempre per saldaPress, esce “Un giorno senza nome in un tempo senza noi” (realizzato con Isaak Frield) e per Coconino Press “Ladro di Sogni” per la terza serie di Fumetti nei Musei.
“Comet Club” è la sua ultima opera, edita da Bao Publishing.

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