Nel vasto panorama della produzione fumettistica orientale, sono relativamente pochi i paesi che hanno trovato spazio nell’editoria del resto del mondo. C’è ovviamente l’enorme impatto del manga giapponese, ci sono diverse produzioni che arrivano dalla Cina e, recentemente, sono in aumento i titoli che arrivano dalla Corea del Sud, paese che si sta conquistando uno spazio crescente nel mondo dell’entertainment internazionale, in particolare grazie al fenomeno Webtoon.
Mentre sono numerosi i singoli autori che hanno trovato spazio in altri paesi, soprattutto nel mercato americano, come ad esempio Alfredo Alcala, Tony De Zuñiga o Alex Niño, sono ben pochi invece i titoli a fumetti che sono stati tradotti e pubblicati al di fuori delle Filippine.
Star Comics porta in Italia uno di quei pochi titoli, Trese, serie che mescola atmosfere poliziesche, noir e horror, e che ha raggiunto un certo richiamo internazionale grazie ad una trasposizione animata distribuita su Netflix.
Trese si presenta immediatamente con un’estetica che sembra avvicinarlo alla produzione giapponese, con tavole dalla gabbia molto dinamica, in bianco e nero e con abbondanza di retini, dopo la parentesi di qualche tavola iniziale a colori, proprio come accade per i classici tankobon nipponici. Anche il formato con cui lo presenta l’editore italiano, abbellito da una sovraccoperta lucida, si rifà a produzioni e ristampe “deluxe” di molti manga, seppure con una foliazione più bassa. In realtà il fumetto in questione, prima di essere acquisito da un grosso editore in patria, è nato in forma di webcomic.
Trese è il cognome della protagonista della storia, Alexandra Trese, proprietaria di un night club e consulente che la polizia di Manila contatta ogni volta in cui si trovi a dover intervenire su una scena del crimine dai risvolti poco naturali. Trese infatti è un’esperta di soprannaturale, così come lo era suo padre prima di lei. Ad aiutarla due gemelli, umani solo in parte e quindi dotati di alcune capacità fuori dal comune e che intervengono spesso indossando due maschere dalle espressioni opposta, una triste e una sorridente. Trese possiede strumenti, conoscenze e i giusti contatti con quella rete sotterranea che collega tra loro entità e creature soprannaturali e criminalità, che le permettono di risolvere i diversi casi in cui viene coinvolta.
Se il tema narrativo che mescola crime e soprannaturale è piuttosto classico, l’elemento che permette al fumetto scritto da Budjette Tan e disegnato da Kajo Baldisimo di scostarsi da un eccesso di dejà vu è il mondo fantastico messo in scena, ovvero il folklore filippino. Aswang e Tikbalang, (ovvero serpenti mannari e uomini cavallo) sono alcune delle figure che sostituiscono vampiri, licantropi e altre creature mitologiche a cui siamo abituati nelle storie di questo tipo.
Questo primo volume, Omicidio in Balete Drive, inanella una serie di episodi autoconclusivi, senza mettere in scena nulla che faccia comprendere se la storia sia destinata a sviluppare una trama trasversale, anche se è facile aspettarsi che le cose cambieranno già dal prossimo volume.
Un’eventualità auspicabile, perché al momento la brevità delle singole storie contrae le stesse indagini, che si concludono nel giro di poche pagine con veloci risoluzioni: se la serie dovesse continuare in questa modalità, l’elemento di novità di un folklore a noi meno noto finirebbe per disinnescarsi e i meccanismi della storia diventerebbero ripetitivi e prevedibili molto in fretta.
In questi primi capitoli il racconto è parco di dettagli sul passato della nostra protagonista e dei suoi collaboratori, e in generale poco esplicita nel presentare le diverse regole di questo mondo fantastico. Ci vengono fornite quel minimo di informazioni necessarie alla comprensione delle singole indagini, grazie anche al contributo di piccole appendici del diario del padre della protagonista, che appaiono in coda ad ogni capitolo e approfondiscono le figure mitologiche di cui si è appena letto. Il risultato offre una patina di mistero che rimane ad aleggiare sulla lettura, amplificando, in maniera positiva, il tono dark e gli elementi più hard boiled del racconto.
Interessanti sono le evidenti influenze da altre forme fumettistiche, sia narrative che artistiche. L’ultimo episodio, non a caso dedicato a due autori filippini noti nelle produzioni di editori americani come Marvel e DC, ad esempio mette in scena un’emanazione della divinità filippina che si comporta come un vero e proprio supereroe, caratteristiche estetiche incluse.
Dal punto di vista della grafica, Baldisimo mette su carta neri decisi e ruvidi, dal ricco tratteggio. L’uso dei retini infatti è principalmente destinato alle sole campiture e agli sfondi, più raramente utilizzato sulle persone. Per quanto riguarda sfumature, tratti somatici e dettagli, infatti, il disegnatore fa un largo uso di un tratteggio che si fa più fitto e dettagliato, con un approccio estremamente più realistico, nelle vignette e nelle sequenze di maggior drammaticità. Per alcuni versi questa differenza stilistica ricorda certe dinamiche dei fumetti di azione e kung fu di Hong-Kong, dove si alternano un disegno più di sintesi e dal sapore “manga”, a sequenze e vignette dal realismo iperdettagliato nei momenti di maggiore pathos.
L’alternanza stilistica sulle pagine di questo primo volume ha un effetto che ci porta da una sequenza più vicina appunto al manga, ad altre in cui si potrebbe quasi pensare di essere finiti tra le pagine di un fumetto bonelli dalla gabbia leggermente più ardita o, come già citato, persino al comic book, senza però che si generi un’incoerenza tra una pagina e l’altra: Baldismo riesce a mantenere un buon equilibrio e un buon controllo tra i diversi approcci.
Sicuramente la componente grafica è tra gli elementi più interessanti del fumetto. Peccato si perda completamente nella sua trasposizione animata, che risulta più piatta e classica dal punto di vista visivo, penalizzata inoltre da innesti 3D al limite del posticcio e animazioni piuttosto rigide con un look da cartone animato americano anni ‘90 di qualità medio bassa. Inoltre la serie è più esplicita anche narrativamente, con una spinta immediata sulla costruzione di una trama trasversale e una riproposizione degli episodi del fumetto ma con storie allargate a cui sono aggiunti diversi elementi. Questi, insieme all’inserimento di accenni al passato della protagonista e del folklore con cui interagisce, hanno però l’effetto di annacquare il tutto. Le atmosfere più dark si diluiscono e in generale la narrazione risulta molto più didascalica ed esplicita, perdendo mordente rispetto al fumetto originale.
Abbiamo parlato di:
Trese vol. 1 – Omicidio in Balete Drive.
di Budjette Tan, Kajo Baldisimo
Traduzione di Daniele Mittica
Star Comics, 2021
114 pagine, brossura, bianco e nero e colori – 9,90 €
ISBN: 9788822627056