Nel vasto panorama della letteratura di genere fantasy, la monumentale saga de Le Cronache del Giaccio e del Fuoco, di George R. R. Martin, è una delle opere più apprezzate. Edita in Italia da Mondadori, anche in edizione economica, si compone attualmente di sette libri, corrispondenti ai tre originali.
La DB Pro, casa editrice statunitense creata dai fratelli Darrel, ha ottenuto i diritti per la riduzione a fumetti della narrativa facente parte dell’opera di Martin. A sua volta la ItalyComics, piccola casa editrice diretta da Paolo Accolti Gil, si propone come licenziataria in Italia di questi fumetti. Questo The hedge knight, tradotto come Il cavaliere errante, è il primo frutto, sia negli USA che in Italia, di questi accordi. Il racconto da cui è tratto si svolge pero’ decenni prima della storia principale della nota saga letteraria.
Non è semplice giudicare nella sua interezza un adattamento senza conoscere l’originale, o meglio, può andare a mancare un elemento di valutazione, in particolare l’aderenza e la qualità della trasposizione da un mezzo all’altro. Detto ciò, a favore dell’operato di Ben Avery va certamente sottolineato come questo volume sia assolutamente autosufficiente, non tradendo le sue origini letterarie, come spesso accade per simili iniziative. Non ci troviamo quindi di fronte a una sceneggiatura succube del testo originale, o che presenta una eccessiva verbosità tesa a rincorrerlo, nonostante l’ampio uso di didascalie, attraverso le quali entriamo nei pensieri del protagonista-narrante.
Con un occhio più alla storia reale, in particolare alla figura del cavaliere e alla epicità della cavalleria, che ai più abusati topoi fantasy, The hedge knight accompagna il lettore nelle vicende di Dunk che, da semplice scudiero, decide di seguire le orme dell’uomo presso cui è cresciuto, e da cui ha imparato cosa significhi essere un cavaliere.
L’occasione gli viene data da uno dei tanti tornei in cui i cavalieri si sfidano tra di loro, ma non tutto è destinato ad andare secondo le previsioni, e Dunk deve così affrontare ben altri scontri che lo segneranno profondamente, fino al finale drammatico eppure pieno di prospettive e speranze.
Il protagonista si rivela un personaggio positivo, grezzo di origini ma dal cuore nobile, ingenuo ma coraggioso, pieno di dubbi e ansie, ma al contempo capace di non cedere mai. I disegni di Miller sono buoni, pur tendendo a caratterizzare poco i personaggi con volti molto simili tra loro e con qualche sbavatura anatomica, ma sanno creare la giusta atmosfera con una corretta composizione della tavola e con una colorazione che, nonostante una certa esagerazione nei colori accesi e certe eccessive luminosità, crea profondità.
I continui riferimenti ai nomi e ai tanti titoli onorifici dell’ampia casta nobiliare e cavalleresca presentata rischiano di confondere il lettore, ma questo non pesa comunque eccessivamente nella fruizione della trama principale.
Un volume che si rivela quindi una lettura piacevole e solida, sorretta da una trama che non manca di sorprese e che immerge solo superficialmente in un mondo, quello creato da George R.R. Martin, altrimenti fin troppo ricco e complesso per un solo albo.
Riferimenti:
ItalyComics – www.italycomics.com
DB Pro – www.dabelbrothers.com
George R. R. Margin, official site – www.georgerrmartin.com
George R. R. Margin, unofficial italian site – www.labarriera.net
Mondandori, pagina dell’autore – www.librimondadori.it/libri/ise/au_000031/sitoest.jsp