“Summer ghost”: la fine, a volte, non è che l’inizio

“Summer ghost”: la fine, a volte, non è che l’inizio

Anime, romanzo e manga: da J-POP la versione a fumetti della storia di tre adolescenti che, guardando in faccia la morte, ritrovano la passione per la vita.

Quello che la lettura di questo manga riporta alla mente è la melodia soave di Summertime sadness di Lana Del Rey, così in contrasto con l’intensità del testo.

Ed è proprio in questo modo che si presenta Summer ghost: copertine pastello per una storia che di sfumato non ha nulla.

Tomoya, Aoi e Ryo sono tre studenti delle superiori in apparenza normali, ma profondamente tormentati da eventi della vita che li hanno portati al limite. A farli incontrare è il fantasma dell’estate, ossia la leggenda metropolitana secondo la quale lo spirito di una giovane donna, morta suicida, appare in un aerodromo abbandonato quando si accendono dei fuochi d’artificio. Così prende il via la narrazioneche racconta l’estate dei protagonisti, foriera di un cammino che i ragazzi mai avrebbero pensato di percorrere e che infine li cambia nel profondo.

Summer Ghost CoverLa chiave di lettura di quest’opera è la morte. La storia tratta argomenti delicati, come il suicidio, la mancanza di fiducia in sé stessi e la pressione sociale, facendosi portavoce di una critica nei confronti della società giapponese ed esponendo piaghe che da tempo ormai affliggono il paese – temi che sempre più spesso trovano nella carta stampata un veicolo espressivo. Si tratta di fattori che possono generare una risposta emotiva forte nel lettore più sensibile, ma che vengono stemperati da un altro elemento caro alla fiction contemporanea: il tropo della found family. I tre ragazzi, infatti, tra avvicinamenti e allontanamenti, trovano l’uno nell’altro la forza per andare avanti che mai sono riusciti a individuare altrove.

Un messaggio positivo, quindi, ma impastato e servito secondo lo stile nipponico: il finale non è necessariamente roseo per gli standard occidentali, né tantomeno definito. C’è del bianco nel nero, un’apertura nella chiusura, quella dualità in assenza di cui l’universo non può esistere e la realtà si riduce a mera utopia. Ecco, nel complesso l’opera ricorda le sceneggiature coinvolgenti di Makoto Shinkai (5 centimetri al secondo, Il giardino delle parole), condite alla melanconia e all’indefinitezza della narrazione di Haruki Murakami (Norwegian Wood, L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio).

La costruzione della storia, sceneggiata da Hirotaka Adachi sul soggetto originale di Loundraw, in alcuni passaggi sembra perdersi, o almeno diluirsi, giungendo poi in modo improvviso ad accadimenti che si sarebbero potuti sviluppare con maggiore approfondimento. Un difetto spesso comune alle opere brevi. Ma  ci si fa caso solo in parte, grazie al pathos trascinanteal desiderio di saperne di più dei personaggi e delle loro vite, che vengono svelate a poco a poco, parallelamente al mistero del fantasma dell’estate.

Summer GhostIl disegno di Yoshi Inomi, all’opposto di quanto detto per lo sviluppo delle vicende, va dritto al punto per comunicare ciò che deve. Il tratto è semplice e pulito, così come le tavole. Importanza viene data alle espressioni e alle ambientazioni, che hanno il medesimo obiettivo: trasmettere le emozioni forti dei personaggi, di cui la narrazione è permeata. Nei momenti più cupi della storia si utilizza il colore nero per esacerbare il disagio dei protagonisti, in particolar modo nel secondo volume. Interessante come, al contrario, nelle vignette di presentazione di ogni capitolo, gli occhi delle figure non siano mai visibili e le illustrazioni, che sembrano scatti di quotidianità, comunichino pace e piacevolezza. Ancora una volta una dualità tra profondità e leggerezza, come a voler indicare che la serenità è sempre dietro l’angolo, se solo la si vuole vedere.

Insomma, un’opera in due volumi che si legge in un battito di ciglia, ma che lascia dentro molto di più. Una lettura che racchiude in sé i sapori di fine estate e scivola con grazia nelle tinte un po’ malinconiche della stagione fredda.

“Credo che riflettere sul senso della vita o sulla natura della morte sia comunque sciocco, perché non c’è risposta. Quello che penso è che tutti dovrebbero vivere la vita con maggiore empatia. Spero solo che l’inverno che questi tre amici hanno condiviso insieme sia stato pieno di ricordi felici.”
– Yoshi Inomi

Abbiamo parlato di:
Summer ghost – voll. 1 e 2
Yoshi Inomi, Loundraw, Hirotaka Adachi
Traduzione di Nicola Angaran
J-POP, 2024
192 pagine, brossurato con sovraccoperta, bianco e nero – 7,50 € cad.
ISBN: 9788834927212, 9788834927441

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