Sam Zabel e la penna magica di Dylan Horrocks: i fumetti ti faranno desiderare

Sam Zabel e la penna magica di Dylan Horrocks: i fumetti ti faranno desiderare

Dopo 17 anni da Hicksville, Dylan Horrocks torna con un nuovo graphic novel che unisce riflessioni e dichiarazioni di amore per il mondo del fumetto.

“Sam Zabel è un fumettista. O così va dicendo. A dire la verità, Sam non disegna un fumetto da anni.”

COVER SAM ZABEL E LA PENNA MAGICA lowEppure avevamo lasciato Sam Zabel a Hicksville. Aveva perso il lavoro a Laffs e stava scrivendo la serie autobiografica Pickle, aveva rifiutato l’offerta dell’amico Dick Burger di scrivere Lady Night, supereroina nata negli anni ’50 dalla penna di Lou Goldman che doveva essere rilanciata in una nuova forma, “grim and gritty”, violenta, cattiva,  sessualmente accattivante, completamente diversa da quello che era in origine.

 Cosa è successo da allora?
Gli anni ’90 sono scivolati via, lo scenario è cambiato, non siamo più nell’idilliaca Hicksville, e  questo nuovo Sam, simile eppure diverso da quello di qualche anno prima, ha accettato di scrivere Lady Night, un lavoro da “scribacchino” ben pagato, ma su un fumetto non suo, che fondamentalmente non rispetta, che trova vuoto. E anche la sua vita è vuota, senza alcuna spinta creativa. Una crisi, forse depressione, che dura da tanto e che sembra impossibile da superare.

Ma la scoperta di una serie di fumetti realizzati con una penna magica lo trascina al di là della pagina, in un’avventura magica che lo porta a confrontarsi con le criticità e le potenzialità del mondo delle vignette e, soprattutto, con se stesso e ciò che lo spinge a scrivere, a disegnare, a creare.

Dopo 17 anni dall’ultimo graphic novel, Dylan Horrocks torna con una nuova opera che riprende ed amplia le riflessioni e le tematiche già affrontate in Hicksville. Sam Zabel veste ancora una volta i panni di alter ego e maschera per l’autore, permettendogli di entrare nel racconto e parlare di se stesso: anche per lui il tempo è passato, ci sono stati compromessi a cui scendere (alla fine degli anni ’90 ha scritto Batgirl per la DC Comics) e ci sono state difficoltà da superare, alla ricerca di una riconciliazione con il medium che tanto ama.

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In questo senso, sia Hicksville che Sam Zabel e la penna magica nascono da una vicenda personale, sono opere autobiografiche che affondano nelle insicurezze e nelle convinzioni dell’autore. Ma sono anche molto più di questo. Se in Hicksville la critica del fumetto mainstream era più feroce e la celebrazione dei grandi autori dimenticati e frustrati del passato era più manifesta, qui la riflessione diventa molto più sottile e sfaccettata, più ampia ma non meno soggettiva e sferzante, soprattutto nei confronti del fumetto supereroistico. E le considerazioni si spingono ancora più in là, a cercare di capire che cosa induce un autore a creare e quanto possa essere difficile questo processo.

L’arte, in questo caso il fumetto, nasce dalla voglia di evasione, dal desiderio di qualcosa di diverso e più grande, che ci permetta di travalicare i limiti stessi della fisica e delle relazioni sociali del mondo reale. I salti che Sam, Miki e Alice fanno da un fumetto all’altro ci pongono davanti a mondi incredibili, pieni di creature strane ed esotiche, nate dai desideri più disparati, dalla voglia di avventura alla sete di potere, fino a quello più grande di tutti, quello sessuale, che è il vero punto di incontro di tutte le rappresentazioni, dal Medioevo fino ad oggi.

E di fronte a questa esplosione del fantastico, nascono mille riflessioni e dubbi nella testa di Sam e del suo creatore. Dubbi che riguardano la responsabilità di un artista nei confronti dei suoi desideri, di ciò che lo spinge a creare e di come il pubblico possa percepire queste fantasie. Una complessa riflessione su quanto sia giusto farsi queste domande e su quanto siano invece importanti l’irresponsabilità e la voglia di oltrepassare i limiti nel processo creativo. E i dubbi non si limitano a chi crea, ma anche a chi riceve e come lo fa, se passivamente, come Sam, o attivamente, come Alice.Zabel 2

Purtroppo le domande e le riflessioni che nascono nel libro non trovano una vera risposta, una conclusione, o forse nemmeno la cercano. Leggendo Sam Zabel e la penna magica si ha a volte l’impressione che Horrocks abbia voluto mettere troppa carne al fuoco, trattando tantissimi temi senza giungere ad una vera sintesi di pensiero e lasciando alcuni discorsi a metà, non si capisce bene se volutamente o meno. Anche alcune critiche al mondo del fumetto e riflessioni sulle sue potenzialità, sicuramente ironiche e divertenti, possono però apparire ingenue o poco incisive.

Ma, a ben guardare, Horrocks non sta facendo un’analisi scientifica del Fumetto. Sam Zabel e la penna magica non è un saggio, ma è prima di tutto una grande, appassionata celebrazione del Fumetto, di quello che può fare e di quanto grande sia la potenza di quest’Arte, un’avventura divertente tra le pagine di centinaia di anni di storie, e forse è proprio questa grande passione che porta l’autore a dire tante cose e a perdersi di tanto in tanto.

Horrocks esprime il suo grande amore giocando con molteplici stili, dalla pittura classica al manga, dalla strip statunitense ai classici della fantascienza degli anni ’40, dimostrando una grandissima poliedricità grafica pur conservando sempre un tratto ben riconoscibile, che si è evoluto dalle spigolosità di Hicksville a linee più morbide e sinuose, più semplici e sintetiche ma profondamente espressive. L’uso del colore ha arricchito ulteriormente il comparto artistico, aumentandone la varietà e la complessità, permettendo a Horrocks di divertirsi con vari effetti, come l’invecchiamento delle pagine del fumetto d’epoca o la brillantezza e piattezza tipiche della tavolozza delle storie medievali.

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Sam Zabel e la penna magica è un’opera ricca, che parla al cuore di ogni lettore, anzi, di ogni fruitore d’arte, e di ogni autore. È un’opera di celebrazione della forza creativa, delle proprietà catartiche del fumetto, che “è il sogno della teologia, del mito. È il sogno della storia, la fantasia più grande di tutte”, come dice Lady Night all’autore che finalmente la incontra verso la fine del libro.
Tutte le penne sono magiche. Ogni matita, ogni pennello, ogni dito intinto nella pittura…”, quella magia che accompagna l’umanità fin dal principio, che la unisce in qualcosa di superiore e divino, che le permette di viaggiare, e non di scappare, all’interno di tantissimi mondi, prima di tornare alla propria realtà. Un bellissimo mondo fatto di affetti, idee, carta e pennini.

Abbiamo parlato di:
Sam Zabel e la penna magica
Dylan Horrocks
Traduzione di Michele Foschini
232 pagine, cartonato, colori – 21,00 €
ISBN: 978-88-6543-259-4

 

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