La serie Rough Riders, pubblicata negli USA da Aftershock e in Italia da saldaPress, nasce da una suggestiva idea di Adam Glass (Deadpool, Suicide Squad), che mescola abilmente eventi e personaggi pescati dalla storiografia del periodo post-guerra civile statunitense con una trama di stampo fantascientifico in salsa steampunk. Le vicende narrate in questo secondo arco narrativo hanno luogo tre anni dopo la campagna di Cuba del 1898, quando l’assortita squadra, composta da Annie Oakley, Harry Houdini, Jack Johnson e Thomas Edison, capeggiata da Theodore Roosevelt, aveva sciolto i ranghi una volta terminata la missione.
Il 1901 fu l’anno dell’assassinio di William McKinley, con conseguente passaggio di consegne allo stesso Roosevelt, vice-presidente e quindi successore di diritto alla carica di ventiseiesimo Presidente degli Stati Uniti. Si tratta quindi della scintilla perfetta per scatenare gli eventi che portano al riformarsi della squadra dei rudi incursori, al fine di fronteggiare una crisi di tale portata.
L’incipit ci porta subito a considerare la caratteristica forse più riuscita del lavoro di Adam Glass, la sua capacità cioè di calare la storia e svilupparla entro un recinto di eventi storici ben definiti e realmente accaduti. Già in Scatenate l’inferno, la commistione fra realtà e fantasia rappresentava un punto a favore della trama.
In Cavalieri nella tempesta, Glass sviluppa ulteriormente questa peculiarità, ampliando il lavoro sui personaggi storici di contorno e al contempo giocando al rialzo dal punto di vista della spinta fantastica alla trama, all’interno della quale la campagna di Cuba rappresenta solo un tassello, vista l’ampiezza degli sviluppi in questo secondo ciclo di avventure.
Il ritmo si mantiene su livelli elevati, con un taglio più investigativo per la linea narrativa riservata a Roosevelt ed Edison, mentre i filoni di Johnson-Houdini, e Oakley-Monk sono più orientati verso l’azione pura. Glass è bravo a gestire i tempi, alternando le fasi e dedicando spazio all’approfondimento dei singoli personaggi e ai rapporti che fra loro intercorrono.
D’altro canto la lettura risente di alcuni difetti che si trascinano sin dal primo volume, come i dialoghi spesso pomposi e alcune esagerazioni che faticano a risultare plausibili anche sospendendo l’incredulità. Se si può tollerare la natura quasi infallibile di Roosevelt, le cui capacità fisiche e intellettive fuori dalla norma portano alla mente il personaggio di Batman, la storyline di Annie Oakley e Thomas Edison appare troppo avveniristica, anche per il geniale Edison dipinto da Glass.
Si tratta comunque di difetti mitigati dalla natura della serie, che si colloca nel filone del puro intrattenimento, senza quindi avere grandi pretese di profondità, e anche considerando il fatto che queste lacune nell’impianto vengono in parte colmate da una buona gestione dei rapporti tra i protagonisti, e proprio a Oakley ed Edison lo sceneggiatore riserva il trattamento migliore, delineandoli come i due personaggi più sfaccettati del lotto.
Particolarmente adatti a questo titolo i disegni di Patrick Olliffe. I suoi personaggi sono delineati con tratti secchi e spigolosi, le sue anatomie si sublimano nel tratteggiare i corpi possenti di Roosevelt e Johnson, mentre patiscono alle volte quando c’è da rappresentare la figura più esile di Houdini o restituire le sinuosità del corpo femminile di Annie Oakley.
Eccellenti i primissimi piani, ricchi di tratteggi e carichi di espressività, presenti in più occasioni allo scopo di evidenziare le battute particolarmente altisonanti dei protagonisti, così come numerose sono le vignette con scene d’insieme sviluppate in lunghezza su due tavole, molto suggestive e capaci di spezzare la frenesia del ritmo imposto dalla narrazione concitata di Glass.
Nel corso dei sei issues che compongono il volume, si nota una realizzazione tecnica altalenante, con uno stile ora pulito e preciso, ora sporco e fitto di tratteggi anche sulle figure. Sempre efficace il design di mezzi e tecnologie di ispirazione steampunk, così come sono ben realizzati i vestiti e i loro drappeggi.
La palette cromatica scelta da Gabe Eltaeb evita tonalità accese, per un risultato finale forse un po’ cupo in certi frangenti, ma che nel complesso pare adatto allo stile di Olliffe. Buona la resa della profondità di campo, ottenuta, oltre che applicando colorazioni più tenui agli sfondi, virando sul violaceo alcuni elementi delle vignette in modo anche da focalizzare l’attenzione su certi particolari.
Nel complesso, dunque, Rough Riders è una serie che ha il grande pregio di saper intrattenere il lettore puntando tutto sull’azione e la frenesia, senza farsi mancare un intreccio ben articolato.
Abbiamo parlato di:
Rough Riders vol. #2 – Cavalieri nella tempesta
Adam Glass, Patrick Olliffe, Gabe Eltaeb
Traduzione di Stefano Formiconi
saldaPress, 2018
140 pagine, brossurato, colori – 15,90 €
ISBN: 9788869194443