“Stanno dappertutto… qui come in Sicilia… Corrompono tutti. Usano le leggi a proprio beneficio… Arricchiscono con la miseria degli altri, come sanguisughe…”
(Johnny Savarese)
Scegliere Savarese è stato facilissimo; figuriamoci! Uno dei migliori fumetti della scuola argentina non poteva certo mancare in una biblioteca che racchiude il meglio del fumetto mondiale.
Il vero problema è stato quello di scegliere un’edizione che valorizzasse un fumetto così bello e importante.
Scritto da Robin Wood e disegnato da Domingo Mandrafina, questo personaggio creato nel 1977 è approdato in Italia negli anni ’70 grazie ai periodici dell’ex Eura Editoriale (oggi Aurea); il successo ha fatto sì che gli venisse dedicata anche una serie di volumi cartonati a colori a buon mercato ma dalla qualità di stampa davvero imbarazzante.
Recentemente Savarese è stato riproposto in volumi brossurati in bianco e nero ad un prezzo contenuto e con una qualità leggermente superiore ai precedenti cartonati a colori. Da circa dieci anni (anche di più) a questa parte, molti periodici e quotidiani come Panorama, La Repubblica, Il corriere della sera ecc., stanno cavalcando l’ondata d’interesse mediatico suscitato dal fumetto con una serie di volumi dedicati ai migliori eroi del fumetto italiano e internazionale. E tra alti e bassi bisogna ammettere che alcuni volumi sono davvero degni di nota. Pertanto, nel presentarvi Savarese, fumetto che ho sempre amato, preferisco affidarmi al volume Mondadori allegato a Panorama.
Il volume racchiude le prime avventure di Giovanni “John” Savarese, nato in un paesino siciliano e figlio di un uomo onesto che si oppone alla mafia e da questa viene ucciso. Emigrato a New York, il giovane Giovanni si rifugia nel quartiere italiano e cerca di sopravvivere facendo i lavori più disperati, sforzandosi di mantenere alta la sua onestà e lontana la minacciosa ombra di sangue e violenza che lo perseguita. Il volume termina con il giovane protagonista che pensa di arruolarsi nella polizia per poter combattere quel terribile e oscuro male responsabile dello sterminio della sua famiglia.
Savarese contiene i due ingredienti fondamentali che rendono grande un fumetto: una storia robusta, sorretta da disegni efficaci. Dovrei forse dire ‘storie’ anziché ‘una storia’, visto che le avventure di Savarese sono suddivise in storie autoconclusive di quindici pagine, che però, in effetti, messe insieme formano un grande affresco dell’America, fatta di proibizionismo e gangsters, che pochi sono riusciti a dare.
Wood parte da un’idea che inevitabilmente rimanda alla saga del Padrino di Mario Puzo (la famiglia dei siciliani onesti, massacrata dal capo mafia, cui sopravvive l’unico figlio) per poi distaccarsene e mettere in scena una sorta di tragedia greca popolata da personaggi comuni che dentro se stessi vivono una sorta di disillusione personale; la vediamo, questa disillusione, nel giovane Savarese perseguitato da un passato di sangue e desideroso di costruirsi un futuro in un paese che sembra vivere nella continua tentazione del male; la vediamo nel poliziotto Mike O’Rourke, per il quale difendere l’onestà vale il sacrificio della sua stessa vita e, ancora, la vediamo in una serie di personaggi delineati con talento dal pennello di Mandrafina, la cui abilità riesce a trasportarci per le vie di New York; una New York popolata da una straordinaria galleria di ritratti, di personaggi così ben caratterizzati da dare l’impressione di essere tutti, nessuno escluso, un pezzo importante e indispensabile della storia.
Un talento, quello di Mandrafina, che affonda le sue radici nella miglior scuola argentina, soprattutto quella del grande Alberto Breccia le cui tracce stilistiche sono riconoscibili nei disegni del nostro fumettista; strabiliante il talento dimostrato da Mandrafina nell’articolare luci e ombre nella tavola, incidendovi così una grande atmosfera. Wood, dal canto suo, raccoglie l’immensa eredità lasciata da Héctor Oesterheld, e realizza uno dei suoi lavori più belli, in cui raccontando una storia d’immigrazione e riscatto sembra in realtà voler narrare quella della sua Buenos Aires, come ha giustamente fatto notare il fumettologo Daniele Barbieri.
Wood e Mandrafina sono riusciti a creare uno di quei personaggi di cui non ci si stanca mai di leggere le avventure. Quando finirete di leggere questo volume, credetemi, passerà poco tempo prima che vi ritorni la voglia di rileggerlo.
Curiosità
In questo primo ciclo di storie fa la sua comparsa anche in noto gangster Al Capone; sarà lui a dare la possibilità al giovane Giovanni di diventare cittadino americano con il nome di John Savarese e sarà sempre lui a pentirsene più avanti.
Le storie presenti nel volume consigliato s’interrompono con la scelta di John Savarese di diventare un agente dell’FBI.
Contrariamente a quanto si può credere dal nome, Robin Wood è paraguaiano; in realtà possiede anche le cittadinanze argentina e danese.
Edizione consigliata
Volume davvero ben fatto: ottima confezione, buona qualità di stampa ed un eccellente apparato critico del grande Daniele Barbieri.
Altre edizioni
Quella consigliata è al momento la migliore. L’Eura Editoriale ha ristampato Savarese in volumi cartonati a colori in cui però si perde gran parte dell’espressività artistica del disegno di Mandrafina oltre a un rimontaggio delle tavole per niente degno di nota. Una volta rinominata Editoriale Aurea, la casa editrice romana ha iniziato a ripubblicare tutto il ciclo di Savarese (collana Mastrercomix) in dei volumi molto buoni, in bianco e nero e rispettosi del formato della tavola originale.