Le Eroticomiche sono, come preannuncia il titolo, brevi storie umoristiche di una tavola, basate su un chiaro meccanismo erotico. Gli autori, lo sceneggiatore Davide Barzi e il disegnatore Oskar, sono una coppia fumettistica collaudata, a partire dalla miniserie No Name (2000): nell’introduzione all’opera, Barzi ricostruisce con ineffabile ironia la genesi dell’opera, all’Angouleme del 2002.
Su una formula simile e nello stesso periodo, il duo ha realizzato The Sixties, nella quale il tema della liberazione sessuale aveva un suo rilievo, ma era sviluppato in modo castigato. Qui, invece, la componente erotica è del tutto palese. Rispetto a The Sixties, inoltre, l’opera ha una struttura più semplice: là vi era una inusuale – e densa – continuity interna tra le varie storie, mentre qui ogni racconto è autoconclusivo.
Ci si muove quindi in un genere forse un po’ misconosciuto del fumetto, ma dotato di una ricca tradizione: senza risalire al Boccaccio e dintorni, la commedia erotica ha una sua stagione di gloria negli anni ’70 non solo cinematografici, ma anche fumettistici, come ben ricostruisce la penna aguzza di Moreno Burattini nella prefazione all’opera, in un excursus ironico ma accuratissimo (lo stesso Burattini, oltre alla curatela di Zagor in Bonelli, segue sul Vernacoliere una serie di vignette satiriche nello stile goliardico del giornale, disegnate da James Hogg).
Burattini, che è un acuto osservatore delle evoluzioni del fumetto, mostra il rischio che il politicamente corretto finisca per interrompere questa tradizione. Non è il caso, per fortuna, di questo albo, dove Barzi e Oskar approfittano appieno della libertà concessa da questa nicchia specifica.
La difficoltà pare essere piuttosto quella di utilizzare pienamente le possibilità comiche del genere erotico senza cadere nella pura volgarità gratuita. La soluzione di Barzi – forse nemmeno così calcolata a tavolino – è quella di un costante registro autoironico. Le situazioni presentate sono infatti quelle più classiche del genere: bionde generose di forme e di carattere, modellate sull’idealtipo di Pamela Anderson (che compare proprio in prima persona, in una delle storie più gustose), che si lasciano facilmente sedurre nelle situazioni più impensate da maschi in vario grado stolidi o imbranati.
L’elemento brillante sta nella soluzione che ogni volta Barzi adotta, ideando una variazione sul genere in grado perlomeno di strappare un sorriso. Le migliori sono forse quelle in cui si ironizza su una certa imbranataggine da nerd e dintorni.
Parimenti apprezzabile è il lavoro di Oskar: il disegnatore viene dalla scuderia di Alan Ford (dove non è inusuale che il tratto comico si associ talvolta alla venustà della figura femminile) ma ha elaborato un suo tratto personale, vicino alla linea chiara francese ma pienamente riconoscibile, che coniuga in effetti deformazione umoristica e sensualità delle figure muliebri.
Qui l’elemento erotico è associato soprattutto alla rappresentazione di procaci fanciulle, ma giocando con l’inquadratura e il montaggio di tavola per evitare una rappresentazione troppo apertamente pornografica delle frequenti scene sessuali. Il segno morbido e garbatamente caricaturale, come i soffusi colori pastello, contribuiscono alla generale edulcorazione umoristica delle storie.
Il risultato è insomma una divertita raccolta di storielle piccanti, che possono intrattenere il lettore smaliziato, andandosi ad aggiungere alla ricca tradizione, italiana e non solo, dell’umorismo boccaccesco a fumetti che nel suo complesso, al netto di prudérie o semplici dimenticanze, andrebbe recuperato.
Abbiamo parlato di:
Le Eroticomiche
Davide Barzi, Oskar
Cut-Up Publishing, 2019
72 pagine, cartonato, colore – 20,90 €
ISBN: 9788832218008