Premio Lucca Junior 2019: intervista con la vincitrice Anna Aparicio Català

Premio Lucca Junior 2019: intervista con la vincitrice Anna Aparicio Català

Il 2019 ha visto rinnovarsi il Concorso Lucca Junior con la nascita del Premio di Illustrazione Editoriale “Livio Sossi”: vincitrice di questa prima edizione con il suo progetto per un libro illustrato è stata Anna Aparicio Català, qui intervistata da Elisabetta Zocca.
Anna Aparicio Català

Il Concorso Lucca Junior 2019 ha rivisto la sua formula dando vita al Premio di Illustrazione Editoriale “Livio Sossi”, intitolato al suo storico presidente di Giuria, tra i massimi esperti di illustrazione e letteratura per ragazzi. Ai partecipanti è stato chiesto di presentare un vero e proprio progetto per un albo illustrato. Hanno collaborato con Lucca Comics: Kite Edizioni, partner editoriale del progetto, Book on a Tree, l’Associazione Autori di Immagini e i giurati della commissione di selezione Paolo D’Altan (Presidente di Giuria), Davide Calì, Valentina Mai e Arianna Papini. In palio la possibillità di illustrare un libro: Fino in fondo (testo di Davide Calì) uscirà quindi nel 2020 per Kite Edizioni con le illustrazioni di Anna Aparicio Català, la vincitrice del premio.

Iniziamo dal principio, ti potresti presentare ai lettori? Raccontaci come è iniziata la tua passione per l’illustrazione per l’infanzia!
Ciao ragazzi! Sono Anna Aparicio Català, sono un’illustratrice e vivo a Barcellona. Ho studiato Belle Arti presso l’università di Barcellona e Illustrazione presso l’Escola de la Dona, sempre a Barcellona. Ho pubblicato il mio primo albo illustrato nel 2014 e lavoro nel campo dell’editoria per bambini e ragazzi da allora.
Per raccontare come la mia passione per le illustrazioni per l’infanzia sia iniziata, suppongo si debba iniziare dal principio: il disegno. Fin da bambina ho sempre amato disegnare. Era l’attività che più preferivo; Passavo ore ed ore nella mia stanza a schizzare ogni sorta di oggetto, creando universi e piccoli personaggi sulla carta. Ammetto che da bambina non amavo leggere quanto amassi disegnare, ma mi sono sempre divertita ad ascoltare le storie che mi raccontavano.
Ad un certo punto, durante i miei studi universitari, sono capitata per caso in un corso di illustrazione e ho realizzato che quello era un vero lavoro (mi piacevano molto i libri per bambini ma non avevo mai realizzato che dietro di essi c’erano delle persone che li creavano) e che mi piaceva molto!
Il primo illustratore che mi ha colpito davvero è stato Shaun Tan; la prima volta che ho letto uno dei suoi libri (era “L’albero rosso”) sono piombata in uno stato di meraviglia! In quell’istante ho pensato: «Oddio, voglio fare questo!»
Da allora ho studiato, sperimentato e lavorato in questo campo e continuo ad adorarlo. Spero di poter continuare a crescere attraverso storie, illustrazioni e libri.

Ti saresti mai aspettata di vincere il Concorso Lucca Junior “Livio Sossi” 2019 al Lucca Comics & Games?
No, davvero! È stata un’enorme (e bellissima) sorpresa!
Ogni volta che partecipo ad un concorso di illustrazione lo faccio perché sono motivata e cerco di esprimermi al meglio delle mie possibilità. Da qualche parte c’è sempre una piccola parte di me che spera di essere notata in qualche modo. Suppongo che tutti i partecipanti si sentano un po’ così, in caso contrario non parteciperebbero mai a nessun concorso. Ovviamente sono sempre consapevole che ci sono molti altri partecipanti che inviano un sacco di fantastici lavori (come ho potuto verificare alla mostra dei finalisti! C’erano così tante illustrazioni sbalorditive!) e la scelta del vincitore e sempre soggettiva. Ci sono molti fattori che condizionano questa decisone. Suppongo che vincere un concorso sia quasi come vincere alla lotteria, almeno in parte! Quindi quando ho scoperto di aver vinto, sono rimasta sorpresa e molto grata!
Sono estremamente riconoscente alla giuria per aver apprezzato il mio lavoro e molto felice di avere l’opportunità di lavorare con Kite Edizioni (che seguo da parecchi anni e di cui adoro il catalogo) e ovviamente eccitata di illustrare uno dei testi di Davide Calì, il cui lavoro apprezzo profondamente.

Come hai sviluppato le tue illustrazioni dalle poche scene messe a disposizione dagli organizzatori del concorso?
La prima volta che ho letto il testo, l’ho analizzato; Ho pensato che fosse divertente e che, allo stesso tempo, contenesse uno sfondo filosofico (che è una cosa che ho notato in molti testi di Calì, hanno sempre diversi livelli di comprensione e questo mi interessa tantissimo, perché rende possibile interpretazioni diverse), sempre un occhio attento alla società moderna.
Mi sono molto identificata con il piccolo protagonista, Kaspar: una creatura adorabile, con un sacco di energia e curiosità, che in qualche modo sente la pressione di finire o di padroneggiare qualcosa, ma ci sono così tante cose che lo motivano che cambia idea continuamente.
Una volta avuto il personaggio, il resto è venuto da sé. La cosa che preferisco nel creare un libro è la parte dove l’idea si “cucina” nella tua testa. Mi diverto a dividere le pagine, a scegliere dove disegnerò e cosa di preciso, e così via… Mi viene molto naturale. Le scene proposte dagli organizzatori erano molto attraenti. Una di queste era un giardino e io adoro disegnare piante e fiori, questo lo ha reso ancora più facile. Penso che empatizzare con il personaggio principale mi abbia davvero aiutato con lo sviluppo grafico della storia. Mi sono divertita molto e non vedo l’ora di illustrare l’intero libro.

Cosa attira la tua attenzione del mondo a livello creativo e cosa ti ispira in generale nel lavoro?
Questa è una domanda difficile… Direi la poesia. Le immagini che propone una poesia mi ispirano molto. Mi piacciono molto le immagini che sono un po’ surrealiste e tecnicamente potenti. Quando vedo un disegno, mi focalizzo sempre sul tratto della matita, sul gioco di luci e sulla palette di colori. Sono attratta da molte cose diverse, ma la maestria nelle tecniche tradizionali e la delicatezza del disegno sono cose che apprezzo molto.
Nel mio lavoro mi ispirano molte cose: i paesaggi che vedo quando viaggio, persone che incontro (e i loro vestiti! In generale, mi colpisce sempre come le persone si vestono), qualche volta dai pittori o altri illustratori, qualche volta dalla musica. Penso che il mio modo di illustrare sia il risultato del mio modo di vivere, osservare ed esprimere tutto quello che ho incontrato durante la vita di tutti i giorni.

Preferisci le tecniche tradizionali, quelle digitali o un mix di entrambe?
Tradizionali. Oggigiorno non ho sempre la possibilità di lavorare al 100% in maniera tradizionale, e sono consapevole che le tecniche digitali sono molto più pratiche in certi casi. Comunque la sensazione che si prova a disegnare o dipingere sulla carta è qualcosa che non può essere riprodotta da un computer. Quando lavori a mano hai più spazio per l’improvvisazione, per gli errori, per creare. Il fatto, poi, di avere l’opera in originale è qualcosa che mi piace molto. Capita che io debba mescolare tradizionale e digitale, ma ogni volta che ne ho la possibilità, lavoro più tradizionalmente possibile.

Se potessi scegliere liberamente un libro da illustrare, quale sceglieresti?
Ho sempre voluto illustrare Pollicina di Hans Christian Andersen. È un classico, ma ha un sacco di spazi e personaggi che mi piacciono (ci sono rane, insetti volanti, una talpa, una rondine, fate, un topo di campagna… Praticamente tutto!), e mi ricorda di quando da piccola guardavo il film ed era strabiliata dalla minuscola ragazza che viveva una così enorme avventura nella foresta, con così tanta magia! È un libro che desidererei davvero illustrare.
Alice nel Paese delle Meraviglie è un altro classico che mi piacerebbe illustrare, anche se è stato rivisitato talmente tante volte (e così bene!) che sarebbe difficile immaginare una nuova versione che si differenzi dalle altre. Ma vorrei illustrarlo comunque!

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