“Polina” ovvero la ricerca della perfezione

“Polina” ovvero la ricerca della perfezione

Bastien Vivès racconta il severo mondo della danza contemporanea attraverso gli occhi di una danzatrice bambina e del suo maestro.

Qualche anno fa Black Swan di Darren Aronofsky aprì una porta su di un mondo, quello della danza classica, che si suppone spietato e costellato di sacrifici e sofferenze eppure affascinante e con una sua epica.

Tra le opere che hanno indagato questo mondo il terzo fumetto dell’allora (2010) giovanissimo enfant prodige del fumetto francese Bastien Vivés, Polina. Pubblicato in prima edizione in Italia da Black Velvet (2011), viene ristampato in questo 2017 da Bao Publishing, che da anni è diventata l’editore di riferimento in italia per l’autore francese.

Vivès ha esordito in Francia nel 2007 con Elle(s), storia di due ragazze alle prese con amori più o meno grandi. Nei tre anni successivi sono uscite le graphic novel Hollywood Jan, Il gusto del cloro, Nei miei occhi e Veri amici, a cui si aggiungono le seguitissime storie brevi pubblicate su antologie e riviste a fumetti (inclusa l’italiana Animals), la saga epica ambientata ai tempi dell’impero romano e realizzata insieme a Chabane Merwan (Per l’impero, pubblicata in Francia da Dargaud), la collaborazione alla soap opera a fumetti Les autres gens ideata e creata dall’amico fumettista Thomas Cadène, e più recentemente Last Man con Michaël Sanlaville e Balak.

La storia di questa opera, ispirata alla ballerina Poulina Semionova dello Staatballet di Berlino, racconta la vita di Polina Oulinov, una giovane ballerina russa di danza classica. Polina si fa subito amare dal lettore per quel suo carattere tenace e insicuro allo stesso tempo, per le crisi esistenziali, per le paure, gli amori e le passioni di una bambina che sta crescendo e sta diventando una donna.

Ma cos’ha di speciale questa ragazza?
La sua semplicità, la sua onestà e spontaneità, qualità che forse sono difficili da trovare nelle teenager di oggi troppo preoccupate di assomigliare il più possibile alle star della televisione. A Polina non interessa omologarsi, la sua è la storia di una profonda ricerca interiore per capire chi è e cosa vuole nella danza come nella vita.

Un artista è sempre insoddisfatto. Perché ricerca la perfezione. Ed è solo alla fine della sua vita che potrà rendersi conto del reale valore di ciò che ha realizzato.

E’ proprio nel terribile e temutissimo insegnante Bojinski che Polina trova un “padre” artistico, l’unico insegnante che capisce il suo reale valore e che diventa per lei un punto fermo nella ricerca della perfezione.
Un rapporto amoroso e affettivo tra un’etoile della danza e il suo silenzioso maestro tra incontri, abbandoni, silenzi ambigui e parole non dette che si snoda nell’arco di una vita.

Mi ha stupita la violenza del bianco e nero usato da Vivès, quasi una metafora di un mondo, quello della danza, in cui non esistono i grigi, in cui o si ha talento oppure non lo si ha.  “La scioltezza è un dono” ripete a Polina Bojinski, “non si può imparare”.

Il tratto distintivo dei lavori di Vivès è l’incompiutezza.
Non in un’accezione negativa, tutt’altro.

Volutamente “incompiuto” è il suo tratto solo apparentemente trascurato e veloce ma in realtà raffinatissimo; volutamente incompiute sono le sue storie, brandelli di vita, frammenti di esperienze nella maturazione dei suoi sempre giovanissimi protagonisti che sembrano appena usciti da “Il tempo delle mele”.

Abbiamo parlato di:
Polina
Bastien Vivés
Traduzione di Francesco Savino
Bao Publishing, 2017
208 pagine, brossurato, bianco e nero – 19,00€
ISBN: 9788865438190

Riferimenti:
Bastien Vivés, il blog: bastienvives.blogspot.com
Bao Publishing: www.baopublishing.it

Articolo originariamente pubblicato nel 2011 per l’edizione Black Velvet

1 Commento

1 Commento

  1. il trinchero

    5 Gennaio 2012 a 11:57

    però “… teenager di oggi…” no, ti prego, queste semplificiazioni lasciamole alla tv.

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