Pinocchio diventa una war-machine: la visione senza pietà di Winshluss

Pinocchio diventa una war-machine: la visione senza pietà di Winshluss

Arriva in Italia per Comicon Edizioni, nella collana I Fondamentali, "Pinocchio" di Winshluss, il fumetto trionfatore al Grand Prix d'Angoulême nel 2009.

Si sa: in questo mondo bisogna tutti aiutarsi l’uno coll’altro.

pinocchio_covQuesta citazione, inserita all’interno dell’opera più famosa dello scrittore fiorentino Carlo Collodi (pseudonimo di Carlo Lorenzini), è esplicativa della volontà del suo autore: pur agendo in una realtà turbolenta, e incontrando persone tutt’altro che misericordiose, il Pinocchio letterario vive un mondo dove il valore della misericordia è ancora sviluppato.

Nel mondo immaginato da Winshluss, geniale artista svizzero dietro il cui nome si nasconde Vincent Paronnaud, invece, sono la grettezza d’animo, l’egoismo, la miseria più sfrenata a farla da padrone: i personaggi, sia quelli immediatamente più derivati dalla fiaba, sia i naturali inserimenti dovuti all’ambientazione contemporanea, sono tutti mossi dai loro istinti più bassi e primitivi. L’ingordigia economica, la lussuria, l’ambizione smodata sono le tematiche sulle quali questa rilettura basa la sua volontà narrativa, in perfetto parallelismo con le opere dei grandi maestri del fumetto underground americano come Robert Crumb e Gilbert Shelton, chiare fonti d’ispirazione per Winshluss – ma anche autori di narrativa come John Fante, al cui Arturo Bandini il Jiminy Scarafaggio che abita il cervello di Pinocchio assomiglia tragicamente – sia per quanto riguarda la parte grafica ma soprattutto nella visione che l’artista tende a far trasparire dalle sue tavole.

Un mondo oscuro, in cui fanno la loro comparsa anche personaggi di altre fiabe famosissime come Biancaneve e i Sette Nani, con questi ultimi ridotti a perversi voyeur, socialmente pericolosi e instabili. pinocchio_03Un mondo nel quale sembra naturale che un imprenditore butti nel fuoco il suo operaio-bambino, metafora di una mancanza di pietà talmente spaventosa da sembrare paradossale, e che quindi mitiga le visioni più fantasmagoriche e fantastiche inserite nelle tavole, frutto di una scelta autoriale tesa ad accrescere la sensazione straniante che si ricava dalla lettura.

Ma oltre ai chiari riferimenti al fumetto underground americano, altrettanto chiare sono le fonti d’ispirazione ancora precedenti dell’autore, che utilizza una colorazione sporca, sbiadita, classica degli albori del medium, e di grandi autori quali Richard Felton Outcault e George McManus, che richiama immancabilmente all’immaginario di quegli anni, pioneristici ma ancora indimenticati. Ma anche il mondo Disney e il suo immaginario vengono sfruttati dall’autore svizzero, consapevole che è proprio quella data da Disney, col film del 1940, la visione più comunemente conosciuta del burattino a caccia d’umanità. Ma anche qui, Winshluss sfrutta situazioni e rimandi presenti nell’enciclopedia di ognuno di noi, per distorcere il sentimento buonista che è alla base di voler possedere un’anima e un respiro. A cosa serve possedere un’anima, se è così marcia?

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Sicuramente oltre al comparto tematico, è di grande impatto anche l’impianto narrativo dell’opera: uno storytelling talmente limpido ed eccezionalmente pulito da rifuggire l’utilizzo delle parole, che andrebbero a rallentare inutilmente la grande leggibilità delle tavole. In più una costruzione della pagina sempre lucida, pinocchio4in equilibrato bilico tra chiarezza e innovazione, dosate con intelligenza. Si susseguono pagine scontornate, senza vignette, vignette a forma di tuono: ma anche tavole costruite in gabbie più rigide. Il tutto frutto di chiare scelte narrative.
Altro punto di grande valore è il colore; sbiadito, il più delle volte, a voler rimandare ai grandi maestri di inizio Novecento, veri e propri pioneri del medium, e più acceso negli interludi dal sapore più fortemente undergound, acido, disperato.

Un libro che parla necessariamente dell’incomunicabilità moderna, che mostra drammaticamente come i pochi personaggi che parlano, parlino alla fine con le loro ossessioni e i loro incubi, e con gli altri a tacere, in una recita parossistica, alla continua ricerca del male: alla fine l’unico sentimento antropologico che ci lega fortemente ai personaggi dell’opera. E che li rende così simili a noi.

Abbiamo parlato di:
Pinocchio
Winshluss
Comicon Edizioni, 2014
196 pagine, colore, brossurato con alette – 22,00€
ISBN: 9788898049233

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