La borgata Gordiani a Roma fu costruita in periodo fascista per volere del Duce con lo scopo di spostare la popolazione più povera dal centro città. Distese di caseggiati, poco più di baracche, senza servizi igienici né corrente per nascondere sotto al tappeto la situazione di tanti italiani delle classi meno abbienti. Ieri come oggi la miseria, la malattia, la diversità sono elementi che danneggiano la propaganda, e non fa differenza siano gli italiani o i rom o i matti, l’importante è che non intacchino il velo di ipocrisia della narrazione politica. Non è un caso che da questo quartiere, oggi scomparso per far spazio alla sua versione aggiornata fatta di palazzoni tutti uguali, partì la resistenza romana al nazifascismo.
Borgata Gordiani è un atto di ammirazione del debuttante Andrea Frittella, vincitore del Lucca Project Contest 2018, alla sua città, a una Roma che non c’è più come palazzi, vie e quartieri ma ancora viva nei ricordi e nell’attitudine dei suoi abitanti. Per raccontarla l’autore prende a pretesto una storia semplice che si muove tra presente e passato seguendo la lunga passeggiata di un giovane postino che si trova a consegnare l’ultima lettera della giornata presso un indirizzo che non esiste più.
La Roma che attraversiamo con lui è un dettagliatissimo susseguirsi di vignette e tavole spesso completamente mute, rappresentate con uno stile realistico e dettagliatissimo, tanto da dare un senso di vertigine. Una cura certosina che ricorda in certi scorci Geoff Darrow per la capacità di riempire la pagina e di riuscire a rappresentare una certa poetica del disfacimento: strade, muri, case mostrano tutta l’erosione degli anni, dell’incuria, mostrandosi così vive e pulsanti e non semplici scorci di ambientazione.
La storia prende poi una svolta, grazie a un stratagemma narrativo certo non originale ma efficace, e si sposta nella Roma degli anni ’60 per descrivere la vita del quartiere Gordiani dell’epoca. Per sottolineare questo passaggio la china, sottile e precisa nelle tavole precedenti, lascia spazio alla matita non completamente rifinita, al segno non cancellato, ai bozzetti non sempre rifiniti, e il bianco della tavola si ingrigisce ammantando tutto di un tono ovattato e distante. Il contrasto con le tavole iniziali non è solo nello stile di disegno: se prima il protagonista era isolato tra le strade e i palazzi di Roma in queste si trova circondato da una umanità verace che affolla le vignette di dialetto romano stretto, di invettive e battute, di convivialità, di volti segnati dalla fatica e dalla vita di espedienti eppure dotati di una gran forza e determinazione. Frittella ha il merito di rendere con cuore questo aspetto e al contempo a non calcare eccessivamente la mano, evitando il rischio di accodarsi a tanta narrativa di grana grossa che ha finito per creare la macchietta retorica del “povero ma onesto”, appiattendo realtà molto più complesse.
Certo questo stesso fumetto rischia di esser presa per un elogio all’altrettanto retorica immagine del “si stava meglio quando si stava peggio”, sintomo di rassegnazione, condanna del presente e autoassoluzione morale.
Eppure la freschezza nel racconto e la cura maniacale per la rappresentazione della città di oggi bilanciano questo aspetto, sia per come riesce a trasmettere un po’ di romanità a chi romano non è, sia] per la presenza come nume tutelare di Pier Paolo Pasolini, che tra quei caseggiati diresse Accattone e che, oltre a manifestarsi come personaggio nel fumetto, chiude con le sue parole il volume.
La vittoria del Lucca Project Contest appare quindi motivata e meritata e, seppure ci siano qua e là i segni dell’inesperienza dell’autore, l’opera nel suo complesso dimostra una buona padronanza dei propri mezzi e una attenzione alla loro valorizzazione al servizio della storia.
Abbiamo parlato di:
Borgata Gordiani
Andrea Frittella
Edizioni BD, 2019
64 pagine, bianco e nero, cartonato – 12,00 €
ISBN: 9788832759594