“[…] ho cambiato radicalmente il modo di lavorare. Sono partito da delle suggestioni, da delle impressioni, da una tematica […], ci ho messo dentro dei “pezzi” e li ho fatti giocare in modo casuale tra loro; dopo, sono stato a guardare quello che veniva fuori” (Stefano Simeone)
Ci troviamo in un piccolo paese, poche ore prima di un misterioso matrimonio.
Alcuni vecchi amici stanno tornando a casa per l’occasione.
L’incontro casuale tra Mauro, il giovane cascamorto del paese, e una ragazza americana, seduta da sola al bar della piazza, dà inizio al racconto.
Una storia corale, dunque, che si sviluppa seguendo in modo non lineare la vita di cinque amici, saltando dalle vicende dell’infanzia a quelle della prima giovinezza, incrociandosi, a più riprese e inaspettatamente, con un presente in cui sono diventati adulti e hanno lasciato il paese d’origine.
Sienna, la ragazzina con la bacchetta magica che trasforma i nemici, passerà poi a bere l’Alchermes rubato alla madre, eternamente impegnata a tentare di modellarla a suo piacimento.
Diego, il bambino nascosto dietro gli occhialoni, sconfigge mostri fantastici con l’aiuto del suo spadino, vive all’ombra del “padre comunista” impegnato nella vita politica del paese, e, da adolescente, per darsi un “contegno”, mette le sigarette nella manica della camicia.
Mauro che si pavoneggia con il suo zaino protonico, il uolcmèn, le cassette, regalatigli da un padre lontano e invisibile, e una finta cicatrice per crearsi un alone di mistero e far colpo sulle donne.
Alex, bambino paffuto con la passione delle caramelle, prova un odio feroce verso gli uccelli e seguirà con passione le boibènd, in particolare quella dell’amico Xavier. Quest’ultimo, di cui non vediamo mai le fattezze, riuscirà a crearsi una certa fama nel mondo dello spettacolo e, grazie a questo ruolo pubblico, la sua presenza diviene un trait-d’union narrativo, creando più volte occasioni di incontro del gruppo.
Veniamo catapultati nell’universo di questo paesino e del gruppo di amici che vi è nato e cresciuto, in una storia costruita attraverso frammenti, episodi che si alternano senza soluzione di continuità e una dimensione temporale che oscilla ripetutamente tra passato e presente. Un passato che riguarda le “identità bambine” dei personaggi, la loro infanzia animata da superpoteri, incantesimi, mostri da sconfiggere. Un presente in cui, invece, sono calati a pieno nel mondo del lavoro, e hanno, come nel caso di Sienna e Xavier, raggiunto importanti traguardi nei loro campi professionali.
Questi attributi dei personaggi, insieme alle loro piccole trasgressioni, rappresentano la barriera che in qualche modo li protegge dal mondo esterno, fatto di incomprensioni con il genitore e delle difficoltà di crescere nella limitata realtà del paese.
Stefano Simeone registra questo susseguirsi confuso di ricordi, emozioni, pensieri, piccoli rimpianti, desideri mai avverati, in cui le personalità infantili non smettono mai di sovrapporsi alla realtà dei personaggi.
Sono tante tessere di un mosaico che combinandosi tra loro giungono alla rappresentazione di un quadro completo (notevole anche la trovata finale che chiude il cerchio della narrazione). Ma affinché tutti i pezzetti trovino la loro collocazione è necessario attraversare la memoria e le tracce che le varie situazioni hanno lasciato sui protagonisti.
Devi calcolare ogni cosa. Se metti tutti i pezzi nell’ordine corretto, niente può impedirti di ottenere il risultato preciso.
Eventi che spesso si sono combinati in modo del tutto casuale, come è enfatizzato dalla presenza delle slot machines segno ad indicare che è il destino a mescolare liberamente i vari ingredienti della storia.
Il livello visivo accompagna e partecipa a questo straordinario puzzle: splash pages e paesaggi silenziosi cedono il passo a micro vignette, affollate da moltitudini di balloon e minuscoli personaggi. Anche il colore è estremamente vario e corrisponde ai tempi della storia e agli stati d’animo.
Alcuni dei temi e degli espedienti visivi appaiono già nel precedente lavoro dell’autore, Semplice, dove il protagonista, anche in questo caso nato e cresciuto in una realtà di provincia abitata da personaggi stereotipati, si crea un’identità alternativa di supereroe, basata sulle letture e sulle immaginario dell’infanzia.
Al di là di queste analogie, Stefano Simeone riesce comunque a rinnovarsi puntando su questa particolare tecnica narrativa, che lui stesso racconta nell’intervista allo Spazio Bianco. La scelta dell’autore è quella di non ordinare e di non “mediare” il flusso di coscienza che coinvolge i personaggi.
Il lettore, inizialmente destabilizzato e confuso da una serie di vicende che gli appaiono in modo discontinuo, si trova a ricomporre lentamente l’unità della trama muovendosi tra tutti questi “piccoli pezzi” (“Ma poi, alla fine, si mettono insieme? Perchè, sa, con tutti questi pezzetti e pezzettini, non si capisce…”).
Stefano Simeone si riconferma un giovane e promettente artista non tradendo il tema principale della sua poetica: la fantasia, che indipendentemente dall’età anagrafica, rimane parte dei personaggi, li tiene ancorati al loro mondo infantile, e, soprattutto, permette a noi lettori di raggiungerli in questa dimensione meravigliosa.
Abbiamo parlato di:
Ogni piccolo pezzo
Stefano Simeone
Bao Publishing, 2013
152 pagine, brossurato, colori – 16,00€
ISBN: 978-88-6543-186-3