Una notte a Roma: la solitudine dei 40 anni

Una notte a Roma: la solitudine dei 40 anni

L’amore, il passare degli anni e la mancata soddisfazione di sé stessi in “Una notte a Roma”, fumetto scritto e disegnato da Jim per Edizioni BD.

Capita quasi a tutti, ad un certo punto della propria vita, di non riconoscersi in quello che si sta facendo e in quello che si è diventati.
È quello che accade a Raphael, al quale basta ricordarsi di una vecchia promessa tra lui e Marie, la sua ragazza di vent’anni prima, per rinunciare alla comfort zone in cui si trova, costituita da una relazione solida e felice e da un buon posto di lavoro presso il suocero.
Il tarlo della nostalgia lo logora al punto di fargli abbandonare ogni ragionevolezza, portandolo a vivere una parentesi folle e autolesionista, ma assolutamente liberatoria.

La graphic novel di Jim vuole dimostrare che anche nella persona apparentemente più felice e soddisfatta si possa nascondere la voglia di evadere dagli schemi, magari cercando rifugio nelle sensazioni della sua giovinezza.
Spesso è uno stimolo esterno a scatenare questa selva di pensieri, questa rivalutazione complessiva della propria esistenza: il ricordo di qualcuno appartenente al passato, tornato alla ribalta per qualche motivo, un collegamento con la propria versione giovanile carica di aspettative e progetti che puntualmente sono stati disattesi, è uno degli impulsi tipici. Si può chiamare crisi di mezza età o semplice malinconia, ma di fatto può trattarsi di una condizione da non prendere sotto gamba, perché può diventare un peso più opprimente del previsto e portare a intraprendere azioni avventate. Un tentativo di dimostrare che non è troppo tardi per riassaporare quell’essenza vitale e ottimista di un tempo.

Questo fumetto potrebbe essere liquidato velocemente come una storia di amore impossibile, ma si tratterebbe di un’analisi superficiale e poco rispettosa dell’insieme di sentimenti presenti nell’opera, che l’autore riesce a trasmettere in maniera efficace e priva di retorica.
Jim non racconta solo di un vecchio amore tornato in auge ma è piuttosto interessato a riflettere su quello che questo sentimento ci dice dei due protagonisti coinvolti.

Sia Raphael che Marie sono attratti l’uno dall’altra, ma non pensano nemmeno per un istante di voler costruire qualcosa di serio insieme: lui ha già una vita che funziona e che lo rende felice, lei per indole personale non ha interesse verso qualcosa di duraturo, preda delle proprie insicurezze mascherate ostentando una sicurezza fittizia.
Entrambi vogliono solo una pausa dal flusso costante della vita e hanno scelto una stramba promessa da ragazzini come pretesto per fuggire insieme a Roma, per vivere una parentesi nella loro realtà, con spietato egoismo verso le persone a loro vicine. Si tratta in sostanza di due caratterizzazioni tutto sommato tipiche di certa narrativa, ma che l’autore riesce a presentarci in modo realistico e concreto.

Non tutto è perfetto in Una notte a Roma: lo sviluppo della trama ricalca andamenti già visti in storie che trattano il tema della fuga e soprattutto i passaggi dove predomina l’atteggiamento estroverso di Marie risentono di meccanismi stereotipati. Il tutto ha però il pregio di fare da ottimo tappeto narrativo su cui presentare le tematiche della solitudine emotiva e dello smarrimento della crescita, che emergono proprio seguendo i due amanti nella folle notte romana.
Altra stonatura è l’introduzione di un personaggio che viene bruscamente abbandonato: quando inizialmente vediamo Marie alloggiare insieme al compagno a casa di amici conosciamo l’anziana madre della padrona di casa. La vecchietta viene descritta come confusa e spenta dopo la morte del marito e in qualche modo l’autore sembrerebbe rendere il personaggio metafora di un messaggio collegato ad un certo modo di vivere i sentimenti, ma lo spunto viene lasciato in sospeso.

Jim ha di contro la capacità di rappresentare delle scene di vita quotidiana credibili: i dialoghi e gli atteggiamenti degli invitati alla festa di compleanno di Raphael risultano freschi e per nulla artefatti, mentre le angosce del miglior amico del protagonista e l’amore incerto e disperato del compagno di Marie sono scene mostrate con grande empatia e delicatezza, senza eccessi melodrammatici.

Graficamente il tratto dell’autore si pone nel solco di una certa corrente stilistica del fumetto d’oltralpe, ma ricorda anche l’animazione disneyana anni Novanta-primi Duemila, specialmente per il grande dinamismo che hanno i personaggi.
L’aspetto è così una via di mezzo tra realistico e cartoonesco: il tratto è morbido ma ricalca le figure umane senza effetto caricatura, donando freschezza e armonia al complesso.
Jim si fa apprezzare soprattutto nelle ambientazioni e nella figura femminile.

Nel primo caso il disegnatore mostra una grande conoscenza della capitale italiana, perlomeno nei suoi scorci più turistici, ritraendo diverse zone con grande perizia e rendendo giustizia nelle sue vignette alla bellezza della città eterna.
Nel secondo si fa apprezzare per il confronto tra Marie e l’attuale compagna di Raphael: la prima è infatti molto sensuale e specialmente quando è senza veli mostra forme attraenti e provocanti, accentuate dall’atteggiamento sbarazzino che emerge dalle espressioni sul suo volto, mentre la seconda – pur non mancando di sensualità – viene mostrata come una donna più posata, sia nell’abbigliamento che nell’atteggiamento maturo.

Una notte a Roma è un racconto di nostalgia, ricerca della propria identità e amore impossibile e deleterio, per quanto liberatorio. L’autore riesce a scuotere l’animo del lettore con una storia semplice ma che parla direttamente a pulsioni sopite ma condivisibili.

Abbiamo parlato di:
Una notte a Roma
Jim
Traduzione di Marco Farinelli
Edizioni BD, gennaio 2017
208 pagine, cartonato, colori – 18,00 €
ISBN: 9788868837624

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