Davide Zamberlan è vicentino, classe 1975; capisce presto di voler fare fumetti, ancora prima di indossare i panni del Vecio della Montagna. Negli anni partecipa e vince vari concorsi, oltre ad apparire su fanzine e riviste (da “Flex” a “Schizzo Idee & Immagini” a “Mondo Naif”), realizza la parte grafica della striscia a sfondo universitario E.S.U., e si dedica, oltre che alla sua passione per il fumetto, a grafica e web design. Al momento in cui scrivo, è imminente (15 Ottobre) l’uscita del volume Il Vecio della Montagna – Bhé… sempre meglio che lavorare…, che propone una raccolta delle sue strisce nate sul web, nuova proposta Lilliput che, nel suo piccolo, conferma buon occhio nel proporre giovani autori italiani, come Elisabetta “Deco” Decontardi e Gabriele “Lele” Corvi prima di Davide. Ah, come se non bastasse, il Vecio è anche impegnato in un delicatissimo ruolo misterioso per LoSpazioBianco… Che presto potrete ammirare!
Ciao Davide! Iniziamo nel più classico dei modi parlando di te (non è ammesso rispondere “No”!)?
Uhmm… Ma francamente c’é poco da dire… Mi chiamo Davide Zamberlan, ho ventinove anni, sono di Vicenza e ho in testa un’idea “straordinaria”: fare il fumettista. Ho vinto qualche concorso e fatto qualche pubblicazione… ma c’é bisogno di elencarle? La solita trafila e gavetta che tutti gli autori nuovi fanno e devono fare… Sto cercando una pubblicazione retribuita continuativa ;-)
Dal tuo blog, è chiara la tua passione per il fumetto giapponese, per la cultura (e per i nomignoli) che le centinaia di fumetti e cartoni ci hanno trasmesso: come è nato questo interesse?
Semplice, sono nato nel ’75 e sono cresciuto con l’invasione dei cartoni giapponesi, prima i “robottoni nagaiani” come Mazinga, Jeeg, Jet Robot ecc., ma soprattutto Lamù, Gundam, Lupin III, Daintarn 3, Galaxy Express 999, Capitan Harlock, Conan… (qualcuno mi fermi!) Appartengo alla generazione che ha “portato” in Italia la prima “invasione manga”, comprando le prime riviste della Granata Press e della Star Comics [Come ti capisco! – ndr].
Non direi proprio che la tua base come lettore si limiti a questo, pero’! Cos’altro ti ha appassionato, quali fumetti ti hanno lasciato maggiormente il segno?
Non saprei davvero fare solo qualche nome…
Per mia fortuna in famiglia c’é sempre stata passione per il fumetto… e oltre ai classici Bonelli (Tex in primis) e Disney (adoro il Topolino di Gottfredson e il Paperino di Barks), mi sono letto Mandrake, Phantom, Flash Gordon e poi – mito della mia gioventù! – Il Mago con B.C. e Wizard of Id di Hart, Pippo, Palla e Pertica di Jacovitti, Mort Cinder di Oesterheld e Breccia, gli addattamenti dei racconti di Lovecraft di Battaglia, Lone Sloane di Druillet (!) e tanto altro ottimo fumetto. Sono stati comprati quando ancora non sapevo leggere, ma quando ne “ho avuto bisogno” erano lì :-) Ho visto anche un po’ degli ultimi sprazzi della Corno e ho partecipato anche alla seconda età dei supereroi comprando i primi fumetti della Star Comics… Credo che ci sia stato un periodo della mia vita in cui semplicemente compravo e leggevo tutto, o quasi tutto, il fumetto che usciva… anche il Giornalino (sebbene non sia mai stato un tipo da oratorio eh! eh!)! Penso che tutti abbiano lasciato qualche segno.
Ed il tuo stile di chi è debitore?
Graficamente parlando credo di essere debitore nel disegno “serio” dal fumetto giapponese, in particolare ho iniziato a 14-15 anni a studiare Rumiko Takahashi, ma credo di essermi ormai abbastanza indirizzato verso un segno mio dove le influenze ancora evidenti sono gli studi recenti del lavoro di Vanna Vinci (sempre donne, chissà perché?). Per il segno “umoristico” invece sono debitore della classica scuola disneyana veneta (come potrei non esserlo!) quindi Scarpa, Cavazzano in testa… anche qui penso comunque di aver preso abbastanza decisamente un segno mio. Al di fuori del fumetto: Hokusai, Mucha, Klimt, De Toulouse Lautrec, Degas e l’Art Nouveau in generale.
Narrativamente parlando (ho la vanità di considerarmi un autore completo ;-P) mi piace pensare di aver preso un po’ da tutti, ma sicuramente come sempre la maggior influenza l’hanno avuta i manga e i cartoni con in testa Takahashi, Adachi e Miyazaki… recentemente invece sto studiando molto Eisner che è al momento il mio autore preferito, non solo come opere ma anche per come intende il fumetto e la professione del fumettista. Mi piacciono anche Gaiman, Moore e altri pero’! Al di fuori del fumetto: i racconti di Banana Yoshimoto, il fantasy in generale…
Per l’umorismo sono debitore credo a B.C. e Wizard of Id (più che a i Peanuts che comunque considero geniali – ci mancherebbe!) e al sarcasmo di Beppe Grillo; alcune battute del Vecio sono nate come monologhi spontanei tenuti col tipico tono del fantastico comico!
Preferisci esprimerti come autore completo, come ti definisci sopra? Con ESU hai lavorato solo come disegnatore, su testi di Carlo Coratelli, come ti trovi in questa veste? Lo trovi riduttivo?
No, non riduttivo, diverso… Quando dico di essere un autore completo non lo faccio per sottolineare una mia preferenza a lavorare da solo (misantropo scorbutico fumettaro…) ma solo che mi piace cimentarmi sia nello scrivere che nel disegnare.
Tu ricordi E.S.U. la prima strip che abbia mai realizzato di cui i testi sono appunto del bravo Carlo, io voglio aggiungere Giochiamo ad Odisseo? scritta da me per i disegni di Alberto Sgaggero che è arrivata quarta al Pietro Miccia del 2002 e pubblicata su Schizzo N14. Insomma mi alterno nel fare tutto io, disegnare storie scritte da altri o scrivere storie per i disegni di altri. In questo modo posso spaziare molto di più nelle possibili atmosfere e generi dei fumetti che non affidandomi solo alle mie corde e al mio stile di disegno… e divertirmi di più.
Preferisci confrontarti con uno stile umoristico o con uno più realistico?
È indifferente, mi piacciono entrambi, dipende solo dalla vena del momento: un giorno sono più per la battuta e un altro più per il “serio”. Di solito non definisco mai il mio segno realistico, anche quando non umoristico è sempre un segno idealizzato e quindi io lo chiamo “serio” o “avventuroso”. Comunque mi sono posto la regola di realizzare almeno una strip del Vecio al giorno e poi dedicarmi a disegnare altre cose.
Quanto tempo dedichi al fumetto?
Tutto quello che posso dedicargli, fino a giornate intere quando il mio lavoro di grafico freelance me lo permette, come direbbe un mio amico, quando sono più free che lance. (del resto ho fatto la folle scelta di fare il freelance per un tot proprio per aver più flessibilità per provare la strada del fumetto!)
Quali sono i tuoi “strumenti del mestiere”?
Oh… da me in questo senso si può davvero imparare poco… a meno di non prendermi come esempio di cosa non fare! Io uso un po’ tutto quello che mi capita sottomano mentre sono al tavolo (disordinatissimo) da disegno… cioé senza scollare gli occhi dal disegno “raspo” con una mano sui strumenti gettati qua e la finché tatto, olfatto e gusto (!) non mi dicono che lo strumento rimasto aggrappato potrebbe fare al caso mio…
Comunque di solito: una matita 2B, con cui faccio sia lo schizzo o impostazione del disegno che il definitivo, poi la china, dipende dal fumetto, sul Vecio col pennino perché ha un segno più spigoloso e quindi, secondo me, più adatto all’umoristico, su altri col pennello. Recentemente ho provato anche con la tempera nera. Uso anche una rapidograph se c’é bisogno per dei particolari o riprendere qualcosa. Lametta e pastello nero per effetti di materico. Pastelli grigi e bianco per la mezzatinta, colorati per il terzo colore o per colorare, sempre acquerellabili, magari dopo aver steso una prima base proprio ad acquerello.
Di solito le mie tavole sono degli autentici campi di battaglia con correzioni e ripensamenti… programmo meno di quanto forse sarebbe più professionale, perché mi piace cercare l’effetto che ancora non ho ottenuto e stupire per primo il sottoscritto col risultato finale. Alla fine, tutto passa per la mano amica/nemica del computer e del file digitale, fosse anche solo per il lettering.
Sul tuo sito ho visto anche diverse illustrazioni, spesso con uno stile pittorico lontano da quello fumettistico. Quanto è diverso per te lavorare su singole illustrazioni piuttosto che su una tavola?
Per me illustrazioni e fumetti sono due cose molto diverse. Certo superficialmente serve saper disegnare per tutte e due, ma in realtà di uguale c’é solo la soddisfazione nel fare bene. Le illustrazioni devono raccontare, se sole, o – appunto – illustrare, se accompagnate al testo, un qualcosa, una storia, uno stato d’animo… in un’unica immagine. Devono scegliere un unico “fotogramma” che sia fulcro di tutto quello che vogliono raccontare e metterlo in scena in modo che l’osservatore possa ricostruire mentalmente (perché noto o intuibile o letto nel testo che accompagna) quel che si è “tagliato”.
Nella tecnica, nel livello di dettaglio ecc. non sono mai legate a ragionamenti di scansione temporale o coerenza con cosa viene prima o dopo come in un fumetto. I fumetti raccontano una storia in presa diretta, passo dopo passo (come romanzi e racconti, film e opere teatrali) per questo in un fumetto tutto è legato a doppio filo con la sua storia, a un succedersi di scene e battute (i personaggi sono come attori), cambi di scena, di tempo… il disegno deve essere gradevole, bello, innovativo ma prima di tutto funzionale a questi aspetti… e non esiste la realizzazione della tavola, ma bensì delle tavole perché anche fra di esse bisogna sia presente coerenza e unità d’insieme.
Detto questo, ti ringrazio per il fatto di trovare le mie illustrazioni lontane dal segno fumettistico, io francamente ho sempre l’impressione che risentano della mia maggior pratica di fumettaro! ;-)
Continuiamo a parlare di gusti! Cosa ti piace di letteratura, cinema, musica? Di cosa ti nutri?
Oh sì, mi piace moltissimo leggere, in particolare genere fantasy, fantascienza e l’horror classico (Shelley, Blakwood, Stocker ecc.). Poi saggistica sul fumetto, trattati di mitologia, libri d’arte e libri sui misteri e il paranormale ;-)Il cinema mi piace ma non lo seguo regolarmente, più che altro perché son pigro e preferisco aspettare che escano vhs e dvd per guardarmele spaparanzato sul mio divano!La TV la guardo poco. Di musica sono onnivoro, ascolto un po’ di tutto: dalla classica alla pop, italiana e straniera. Mi accompagno sempre con della musica quando disegno (e mentre sto rispondendo a queste domande ascolto mp3 delle sigle originali dei cartoni giapponesi!)
Quali sono stati finora i tuoi passi per trovare un tuo spazio nel mondo del fumetto?
Uhmmm… allora dobbiamo proprio rivangare? Va bé…
Dunque ho partecipato a numerosi progetti di cui credo solo la metà sia arrivata in porto. Ho iniziato quando ancora facevo il liceo artistico (10 anni fa!) partecipando al progetto di supereroi italiani della Tornado Press ideato da Giuliano Piccininno (un numero!) sempre per la Tornado ho pubblicato un storia (orribile!) sulla prozine Flex. Ho partecipato al gruppo di Snuff di Omar Martini, Massimo Perissinotto, Alberto Corradi & C. ma non ho pubblicato nulla (il secondo numero non è mai uscito). Quindi ho sospeso un po’ per fare nell’ordine: la maturità, un po’ di università, il servizio civile e trovarmi un lavoro serio: il grafico impaginatore ;-).
Ho ripreso a far fumetti seriamente dopo qualche anno, fondando assieme ad altri giovani autori della mia zona un’associazione culturale pro fumetto affiliata all’Arci: il Free Comics Club, che è sopravissuto per cinque anni. Col Free Comics Club ho realizzato due autoproduzioni: Fumetti Numero Zero e Il Giornale dei Fumetti distribuiti con la Pan. In particolare sul GdF è apparsa per la prima volta la strip E.S.U. Ente Studi Universitari su testi di Carlo Coratelli, in seguito pubblicata sulla prozine Cronaca di Topolinia dal 1999, di cui sono usciti due albi: E.S.U. (Albi di Cronaca di Topolinia n19) e E.S.U. – 2 Anni di Strisce (per il FCC), e che oggi fa parte del progetto per riportare le comic strips sui giornali La Striscia, assieme a strips come Crow’s Villane di Lele Corvi, Inkspinster di Deco e La famiglia Deadalus di Fulber.
Contemporaneamente ho partecipato a vari concorsi di fumetto, classificandomi quarto (premiato) al Pietro Miccia di Torino Comics nel 2002 in coppia con Alberto Sgaggero (disegni) con la storia “Giochiamo ad Odisseo?” che sarà pubblicata su Schizzo n 14 (CFAPAZ edizioni) , finalista a 8 tavole per Mondo Naif nel 2001 e vincitore nel 2002 con la storia “Il Viaggio” pubblicata su Schizzo N 12, e segnalato in numerosi altri (concorso Ass. Nuvoloso, Imago 202, Eurohumor 2003 ecc.). Ho quindi pubblicato la brevissima “L’ultimo Uomo” su Schizzo N13 e “Ali” su Mondo Naif 23. Ho vinto il concorso Black Smoking insieme ad altri tre ragazzi, ma poi a causa di tempi non ho partecipato alle successive selezioni. Ho partecipato anche per un po’ a un progetto di una albo antologico di Scienza da Marciapiede per la Indy Press, ma non sono andato oltre a fare gli studi dei personaggi perché l’albo non si è poi più fatto.
Ma adesso esce Il Vecio della Montagna – Bhé… sempre meglio che lavorare… per la Lilliput e come sempre, in questi casi, tutti i miei pensieri sono solo per far uscire al meglio delle mie possibilità quest’ultimo lavoro.
E quindi, dopo il Vecio e Angouleme, quali sono i tuoi progetti?
A me piace ragionare più sul presente che sul futuro prossimo, prestare attenzione a quello che stai creando in questo momento per realizzarlo al meglio… e il Vecio e il progetto da provare a presentare ad Angouleme sono al momento impegni sufficienti da seguire. Ovviamente ho qualche idea per cose da fare in un ipotetico “dopo” ma le lascio lì nel limbo ad attendere la loro occasione senza che vengano a distrarmi troppo da quello che sto attualmente facendo…
Rivedendo i tuoi vecchi lavori, ce ne sono alcuni che giudichi in maniera completamente negativa? Hai degli scheletri nell’armadio, in questo senso?
Nessuno. Non ho mai fatto lavori “brutti”, ho sempre lavorato al massimo di quelle che erano le mie capacità e possibilità, solo che ho iniziato molto presto e dato che da anni non esiste più molto la possibilità di fare gavetta da un autore o un editore con un piccolo ritorno spese, tutto quel che ho imparato l’ho imparato a mie spese nell’unico modo possibile: con errori e ingenuità…
Posso dire che fra tutti i difetti che ho (e sono molti, tra cui la logorrea ;-) ) sono fiero di poter dire di non annoverare proprio quello di aver scheletri da nascondere. Se non mostro tutti i miei lavori, ma solo i migliori, è solo per assecondare la fretta di chi vuol valutare il tuo lavoro, a cui ovviamente non serve vedere tutto quel che hai fatto ma le cose recenti e migliori…br>
“Punta ad Angouleme” è uno dei tuoi tormentoni: speri che la Francia sia un ambiente dove un autore ha più chances?
No, semplicemente noto che per alcuni autori è così, e che in molti ti suggeriscono di provare a esportare il tuo lavoro. Io ci provero’, giusto per non poter dire di non averle provate tutte, ma con lo spirito di chi partecipa in 2000 a un concorso pubblico di due posti. La Francia non sta aspettando solo noi e non potrà mai costituire la soluzione alla carenza di lavoro per gli autori nostrani. Non credo al mercato francese paradiso per l’autore emigrante. Riuscire ad emigrare e far fortuna col proprio lavoro all’estero si può in qualsiasi professione, ma non è facile farlo in nessuna.
Chi è il “Vecio della montagna”? Come è nata la tua strip?
Il Vecio (= vecchio in dialetto vicentino) della Montagna sono io ovviamente!
La comic strip nasce quasi per caso sulle pagine del forum di fumettisti e aspiranti tali Graphite, per commentare in maniera originale i più diversi argomenti di discussione. Inaspettatamente le vicende umoristiche del “vecchio” fumettista emergente incontrano molto favore tra gli utenti del forum che penso si riconoscono nei tantissimi riferimenti al mondo del fumetto, personaggi, autori e editori, che mi sono divertito a inserire… e sempre rigorosamente reali. L’idea iniziale è quella di una parodia della iconica montagna di eremitaggio ascetico del saggio dispensatore di consigli, trasportata in ambito di fumetti.
Che ruolo ha avuto il web in questa creazione? Viene prima il blog o il vecio? L’uovo o la gallina?
Molto, la strip come ho detto è nata per un forum, quindi per il web. Il blog è venuto dopo, vista l’entusiastica accoglienza data alla strip, ho voluto provare l’esperienza del blog perché con la sua quotidianità (una strip al giorno) è in Italia la cosa che più si avvicina alla natura più classica delle strip, la pubblicazione sul quotidiano. Viene quindi prima l’uovo che è fatto da un’animale vicinissimo alla gallina ma non ancora propriamente gallina, di cui l’uovo è il successivo gradino nell’evoluzione… Va beh, c’ho provato.
I personaggi del tuo blog quanto sono “reali” e quanto “inventati”?
I riferimenti al mondo del fumetto, personaggi, autori e editori sono reali, e il Vecio è, per quanto riguarda il fumetto, la mia esatta trasposizione… per il resto i personaggi sono inventati di sana pianta e anche se, in taluni casi (Ely, Daniele, Rumiko Takahashi, e altri) ispirati a personaggi reali, non ci sono mai intenti caricaturali e derisori, la somiglianza è vaga ed è giusto un omaggio, ma non una trasposizione della persona su carta. In effetti, del blog più dell’aspetto diario/confessionale quello che mi interessa è la quotidianità della pubblicazione e l’immediato incontro/riscontro col lettore. E poi non è mia intenzione giudicare nessuno: le strisce devono divertire anche le categorie che sono in quel momento sotto mira – editori, autori, fumetterie. Se ci riesco, mi piace far ridere tutti insieme sui nostri difetti di “abitanti” del mondo Fumetto; se poi ci scappa una riflessione sul certi aspetti e possibili soluzioni… meglio.
Dall’alto della sua/tua montagna di fumetti, si susseguono sbocchi di autoironia e attente analisi sul mercato del fumetto in Italia (certo, tra i tuoi ispiratori hai anche il mio blog, sfido io! :P). Tra l’altro, il seguito del blog mi pare alto: ma l’interesse è per il disegno e la battuta, o anche per il tema del fumetto?
Su quasi 200 strisce, sono ispirate al tuo blog qualcosa come 3 o 4 strips ;-P ;-)! A parte gli scherzi, il web, con tutti i siti di news, critica che ci sono (e alcuni anche molto ben fatti, mi sia permesso di dirlo) mi è utilissimo per trovare spunti per le strisce del Vecio, anche se la maggior fonte di ispirazione rimane ovviamente le mia esperienza personale sul campo.
Non conosco esattamente il seguito del blog, perché non ho mai ceduto alla tentazione di quei calcolatori che dicono giorno per giorno la frequenza, tengono i record ecc… C’é una buona affluenza! Più che altro pero’ son contento di sentire che le strip divertono chi le legge come diverte me farle: più che il numero alto è l’apprezzamento alto che mi fa piacere. Se poi c’é un buon seguito non può che farmi contento, ma mi rendo conto che per genere Il Vecio è una strip un po’ di nicchia, il lettore occasionale che non ha un’infarinatura sul mondo che gira intorno ai fumetti difficilmente può capirla. Non è nata pensando al possibile numero dei lettori, ma per autentico divertimento e piacere di realizzarla.
Se poi l’interesse sia per il disegno e la battuta, o per il tema fumetto non lo so, penso comunque che prima o poi chi la segue assiduamente lo faccia per tutti e tre, i primi due introducono al terzo e il terzo giustifica i primi due.
Adesso con la Lilliput proponi una scelta delle tue prime strisce su carta: che sensazione è?
Mi fa piacere. è stata la stessa Lilliput nella persona di Pierluigi Rota a cercarmi e propormi questa pubblicazione dopo aver visto il blog, ed è stata una novità simpatica per me: di solito sono io che cerco chi mi pubblichi! Comunque non mi faccio troppe illusioni sul risultato dell’albo. È un buon albo, anche se non dovrei essere io a dirlo, e credo che faccia ridere e sorridere dalla prima pagina all’ultima. Spero soddisferà chi ha chiesto a più riprese a viva voce un’iniziativa del genere e chi è interessato a legger qualcosa di veramente nuovo. Ma per sfondare e rivoluzionare il mondo del fumetto aspettero’ il prossimo appuntamento! ;-))
Non temi che possa essere poco attraente per il lettore sapere di dover pagare per strisce che si trovano gratuitamente su internet?
No, in molti mi hanno chiesto la versione cartacea del Vecio della Montagna. Sono consapevole che non tutti coloro che leggono il blog compreranno anche l’albo perché alcuni si accontenteranno di poter leggere le strip gratuitamente sul web. Ma le due esperienze sono diverse, secondo me: c’é una bella differenza a leggersi una strip stampata, a portarsela dietro, leggerla in viaggio, in treno, sulla poltrona, a letto, al bagno, ogni qualvolta che si vuole, o invece leggerla a video. Sono due cose che si compenetrano e completano a vicenda, leggere sul blog ha il vantaggio della quotidianità, una strip nuova ogni giorno, mentre l’albo ha il vantaggio del possesso, dell’avere sempre le strip, di averle fatte diventare parte del proprio “bagaglio”. In fondo leggere sul blog è come leggere un libro della biblioteca, prima o poi lo devi restituire…Quindi ogni giorno leggi la nuova strip, ma dopo un po’ desideri anche raccogliere e conservare le strip, finora lette, come tue nella tua biblioteca.
Rileggendo le tue strisce, ti ritrovi sempre in quello che hai scritto? Quanto sono legate a particolari momenti della tua vita?
Mi ritrovo, e c’é qualcosa dei momenti particolari della mia vita, nelle strips come in ogni altro mio fumetto, ma non troppo. Tutto è fortemente filtrato dallo studio di cosa e come raccontare, dall’ottimizzazione della battuta, così che solo io, o chi mi conosce da vicino, può davvero leggere questi rimandi. A me, infatti, non interessa tanto raccontare i fatti miei (che sono pure noiosi ;-P), quanto attraverso i fumetti raccontare delle emozioni, delle storie in cui chi legge può riconoscersi e farle sue. La mia esperienza, la mia vita mi è necessaria perché tutti si deve partire da lì per indagare quel che ci circonda e raccontarlo.
Dalla cima della montagna, come vedi il futuro prossimo del mercato italiano? Negli ultimi tempi e nei prossimi si sono affacciate e si affacceranno nuove testate italiane in edicola: potrebbe significare nuovi spazi per i tanti, e bravi, autori italiani che faticano ad emergere da una sorta di “limbo” tra il professionismo e l’amatorialità.
Eh… vuoi troppo, non sono così tanto addentro (né così poco ;-D) al settore da poter azzardare teorie sul futuro del fumetto. Posso solo invitare a riflettere che non è solo questione di nuove riviste di fumetto, con nuovi titoli, nuovi contenuti e nuovi autori. Il futuro del fumetto passa anche per come evolverà, e faremo evolvere, tutto il “prodotto fumetto”, e quindi anche prezzi, promozione, distribuzione. Vedremo, io con le strip del Vecio sono un osservatore non un profeta.
Come ho detto, a me piace comunque ragionare più sul presente che sul futuro prossimo… prestare attenzione a quello che stai creando in questo momento con le tue mani e il tuo lavoro, per realizzarlo al meglio, che non sospirare su quello che sarà e verrà portato da futuri eventi…
Come reagisce un autore quando si parla della sua opera? Con quale sentimento si avvicina al giudizio, negativo o positivo che sia?
Mah, posso parlare solo del mio specifico caso… All’inizio è ovviamente curiosità, i fumetti si fanno per comunicare e quindi sapere il parere delle persone a cui è arrivata questa comunicazione è interessante. Poi dipende dalle aspettative che si avevano per quel lavoro, ad esempio le strip del Vecio non sono nate con molte pretese, quasi un gioco, per cui che sia stato così apprezzato e che attraverso il blog ci siano persone che mi esprimano il loro apprezzamento, mi fa soltanto piacere.
Ma tu come ti trovi a giudicare il lavoro di un amico, o comunque di una persona che conosci?
Mah… se fai caso nelle strips del Vecio non ci sono praticamente mai recensioni di fumetti, se non segnalazioni positive dei lavori di grandi autori che bene o male sono riconosciuti come tali da tutti… ed è su questi che scherzo. Non è per una questione di non voler esprime giudizi per non inimicarsi nessuno: il Vecio è nato per far riflessioni ironiche sul Fumetto e non su questo o quel fumetto. Inoltre lo trovo uno spunto comico un po’ misero; ridere di un fumetto fatto male è come ridere per il buffo capitombolo che si fa una persona per strada. Puo’ far ridere ma è il livello più basso dell’umorismo.
Posso scambiare due chiacchiere con il tuo alter-ego, con il Vecio della Montagna?
Ok, ma non mi assumo responsabilità su cosa potrebbe venire fuori! (tieni presente che le risposte a seguire non sono mie ma dal Vecio! Ne hai di fegato…)
Vecchio Disegnatore della Montagna, a parte ringraziarti per quanto frequenti quell’accozzaglia di parole disordinate che è il blog del sito, volevo chiederti alcune cose. Per esempio, sulla critica: se io un giorno stroncassi un tuo fumetto, mitoglieresti il saluto?
No, perché dovrei? C’é davvero qualche lettore che tiene conto delle “recensioni critiche”? A proposito, quella macchina lì targata Pistoia è tua? No, niente così per sapere…
Vecchio Disegnatore della Montagna, tu che sei nato tra le stanze di un forum dedicato agli artisti, dimmi: quanto trai giovamento dall’interscambio con altre menti artistiche? Tutto questo confrontarsi non cozza con la poetica immagine dell’artista solitario?
Per quel che riguarda la prima metà della tua domanda, sinceramente meno di quello che si potrebbe pensare. È stimolante e piacevole, ma sul piano meramente tecnico parlando con gli autori di fumetti si può sentire tutto e il contrario di tutto… È utile, ma soprattutto per chiedere come fanno loro a realizzare una determinata soluzione grafica o una soluzione narrativa e poi valutare se può andar bene anche per noi. Inoltre gli autori giudicano un lavoro (disegni, sceneggiatura, fumetto completo) da un punto di vista molto lontano da quello del lettore, soffermandosi su aspetti a cui difficilmente un lettore farebbe caso. È deformazione professionale. Per questo io sono un “fan” della figura dell’editor, cioé una persona NON AUTORE che sia preparato sui gusti e le tendenze dei lettori, giudicando lui in base a questo i lavori… è più affidabile.
Alla fine quel che rimane di veramente buono sono i rapporti interpersonali, le amicizie, che sono aiutate dalla passione comune per il realizzare fumetto. Ma questo non vuol dire che io abbia solo amici tra chi fa fumetto, e appena me ne viene in mente uno te lo dico… uhmm… aspetta ancora un momentino… uhmmm…
Riguardo la figura poetica dell’artista solitario è, come tutte le figure romantiche, una grandissima baggianata, è ora di rendersi conto che l’arte per l’arte non esiste e non è mai esistita, che gli artisti bohéme e maledetti facevano una vita miserabile e disgraziata… e che l’artista solitario è come ogni altra persona sola, cioé uno sfigato! Era ora che gli autori di fumetto prendessero coscienza di essere un categoria professionale e sviluppassero più unità. I fumetti hanno festeggiato il secolo di vita (e di riflesso anche la figura del fumettista): da quanto tempo esiste un sindacato specifico? Si sono solo fatti i primi passi ma c’é ancora tanta strada da percorrere…
Oh Vecchio Disegnatore della Montagna, infine parla ai tuoi discepoli che attendono ansiosamente il tuo approdo su carta, dì loro qualcosa!
Comprate l’albo del Vecio della Montagna, perché un fumetto è per sempre (De Beers).
No, no… togliendomi per un attimo la “maschera” del Vecio, voglio invitare veramente a dare una chance a questo albo de Il Vecio della Montagna, perché sia io che il buon Pierluigi Rota (a cui vanno i miei ringraziamenti per un lavoro professionale e gratificante come di rado mi è capitato) abbiamo davvero fatto il massimo per presentarvi un buon lavoro, sia dal punto di vista del contenuto che della confezione e presentazione, a un prezzo, 5 euro, che so a qualcuno sembrerà alto, ma che per il prodotto che vi troverete tra le mani è a mio parere il prezzo più onesto possibile.La voglia di farne altri di questi albi c’é, ora dipende solo da voi.
PS – Non fate come il redattore di questa intervista, che se ne è fatto mandare uno gratis… per cui la sua sarà una recensione faziosa e di parte! (Vecio di nuovo).
Ehm… non è bello svelare questi altarini! Vabbeh, non ci rimane che attendere i futuri eventi, seduti sulle nostre pile di fumetti, in compagnia di questo giovane Vecio…
Giovane Vecio che potete incontrare sulle pagine de Il Vecio della Montagna – Bhé… sempre meglio che lavorare… (seguite il link per acquistarlo on-line), sul suo blog della sua striscia (vecio-montagna.splinder.com), a cui si è affiancato Rotta per Angouleme (rottaperangouleme.splinder.com), e sul suo sito personale (vecio.altervista.org).