Ogni mercoledì in USA esce quasi un centinaio di albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica bisettimanale de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! Siamo arrivati al diciannovesimo appuntamento e ci concentriamo sulle novità pubblicate mercoledì 7 e 14 febbraio 2018.
Marvel Comics
La pellicola di Black Panther ha debuttato nei cinema e la Marvel Comics continua a supportarla con una serie di iniziative editoriali legate al supereroe africano re del Wakanda.
Black Panther – The Sound and The Fury #1 è uno one-shot nel quale, a una storia inedita firmata da Ralph Macchio ai testi, Andrea di Vito ai disegni e Laura Villari ai colori – con protagonisti Pantera Nera e Klaw – si affianca la ristampa di Fantastic Four #53 – firmato da Stan Lee, Jack Kirby e Joe Sinnott – albo nel quale il fantastico quartetto visitava per la prima volta il regno del Wakanda.
Se il diciottesimo film del Marvel Cinematic Universe è già nelle sale, l’atteso Avengers – Infinity War è in dirittura di arrivo, con le Pietre dell’Infinito che avranno un ruolo di primo piano nella storia.
Per tale motivo, la Casa delle Idee rilancia le preziose gemme anche nel suo universo fumettistico, con una nuova saga cosmica che ci terrà compagnia fino all’estate e che prende il via con l’albo Infinity Countdown – Adam Warlock, letto e recensito da David Padovani.
Infinity Countdown – Adam Warlock pone le premesse per l’avvio di una nuova saga cosmica che si protrarrà fino al prossimo luglio nell’omonima miniserie in cinque parti che debutterà a marzo.
Spetta a Gerry Duggan dare l’avvio all’evento con un albo che ha come protagonista il redevivo Adam Warlock e che si riallaccia direttamente alla conclusione di Guardians of the Galaxy #150, dove lo stesso sceneggiatore lo aveva lasciato al cospetto di Kang.
Duggan dimostra di non aver perso l’ispirazione per le epopee cosmiche che ha contraddistinto la sua gestione dei Guardiani e intavola un racconto perfettamente introduttivo al prossimo evento Marvel che da un lato rinfresca la memoria dei lettori sulla storia e la figura di Adam Warlock e dall’altro mette in scena piccole rivelazioni future che troveranno pieno sviluppo in Infinity Countdown.
Il valore aggiunto dell’albo è però il lavoro dei coniugi Michael e Laura Allred che nel loro inconfondibile stile pop creano una serie di tavole che sono un omaggio a due dei principali autori storici della Casa delle Idee.
Le doppie splash page che riassumono la storia di Adam Warlock sono una chiara celebrazione dello stile lisergico e dell’opera del più cosmico dei maestri del fumetto, quel Jim Starlin che dagli anni ’70 in poi ha plasmato l’epopee spaziali degli eroi della Marvel.
I cimeli della storia Marvel di cui Kang si circonda nella sua base sono poi disegnati in uno stile inconfondibilmente kirbyano e Micheal Allred esplicita l’omaggio quando tra i vari “trofei” esposti raffigura il tavolo da disegno con accanto la poltrona e il carrello per le matite e i pennini che ritroviamo in tante delle fotografie che ritraggono il Re al lavoro.
Chiudiamo con la raffigurazione della figura di Adam Warlock data dagli Allred, che racchiude un’altra celebrazione: nella loro interpretazione, l’eroe è in tutto e per tutto lo Ziggy Stardust della Marvel Comics.
Ha debuttato nelle scorse settimane anche la terza testata dedicata agli X-Men, colorata di rosso come la chioma di Jean Grey alla guida del nuovo gruppo mutante dopo essere “rinata” nella miniserie Phoenix Resurrection conclusasi a fine gennaio.
Federico Beghin ha letto X-Men Red #1 e di seguito trovate le sue impressioni.
Dopo Blue e Gold, ecco X-Men: Red, che presenta un nuovo inizio interessante e coinvolgente. La terza testata mutante “colorata” è stata affidata allo sceneggiatore Tom Taylor, chiamato a mettere al centro delle sue trame Jean Grey.
Il primo numero è articolato secondo una struttura accattivante, dal momento che si apre in medias res e si sviluppa attraverso un lungo flashback, nel quale il reclutamento degli eroi viene procrastinato oltre la metà dell’albo.
Taylor preferisce, e la scelta appare vincente, concentrarsi sulle azioni della protagonista “in borghese”: recuperando l’impegno sociale che ha spesso caratterizzato le storie degli X-Men, Jean contatta le più brillanti menti del pianeta per convincerle della bontà della sua idea, un’idea che può cambiare il mondo. L’apporto del disegnatore Mahmud Asrar, valorizzato dalla colorazione realistica di Ive Svorcina, risulta fondamentale in un capitolo in cui l’ago della bilancia è costituito dalla presenza scenica del personaggio principale.
Dopo aver vestito per poche vignette un costume dall’evidente richiamo agli Anni Novanta, Jean emerge, elegante e risoluta, dalle tavole costruite con una scansione prevalentemente orizzontale. La sua femminilità si coglie nella recitazione fluida e nelle espressioni del viso, per le quali Asrar sembra ispirarsi allo stile di Oliver Coipel e Stuart Immonen.
Da segnalare la copertina firmata da Travis Charest, uno dei talenti fumettistici esplosi alla fine del XX secolo e che negli ultimi tempi era un po’ scomparso dai radar.
Concludiamo con Star Wars e il debutto di una serie dedicata all’ammiraglio Thrawn. Star Wars – Thrawn #1 è firmato da Jody Houser ai testi e da Luke Ross e Nolan Woodard rispettivamente ai disegni e ai colori.
DC Comics
Continuano i debutti legati alla linea The New Age of Heroes della DC Comics. Il 14 febbraio è stata la volta di Sideways #1, personaggio creato da Kenneth Rocafort e Dan Di Dio. Come già evidenziato per The Silencer, anche questa nuova serie presenta un’impostazione di sceneggiatura in stile Marvel, con una traccia narrativa pensata da Di Dio e data a Rocafort per la creazione delle tavole. Una volta pronte, Di Dio e Justin Jordan hanno pensato all’aggiunta dei dialoghi.
La vicinanza con la Marvel non si limita a questo, però, dato che il nuovo personaggio è un adolescente molto, molto vicino – fatte i dovuti distinguo di epoca – al Peter Parker degli inizi. Questa prima storia scorre comunque bene, anche senza accadimenti sconvolgenti e funziona soprattutto nella presentazione caratteriale del protagonista.
La serie sarà soprattutto da seguire perché nel proseguio esplorerà il Multiverso Oscuro creato da Scott Snyder in Metal e, come confermato da Di Dio in questa intervista, nei prossimi mesi il posto di Jordan alla scrittura dei dialoghi sarà preso da Grant Morrison.
E proprio lo sceneggiatore scozzese ha fatto il suo ritorno nell’universo DC la scorsa settimana con Dark Knights Rising – The Wild Hunt, one shot legato a Metal e che si pone cronologicamente tra i numeri 5 e 6 della miniserie.
Scritto da Morrison insieme a Snyder e gli altri sceneggiatori che l’hanno finora affiancato nella saga, l’albo è stato letto e recensito da Marco Marotta.
Con l’evento principale prossimo alla sua conclusione, arriva l’ultimo tie-in di Dark Nights: Metal, che vede ai testi un dream team formato da James Tynion IV, Scott Snyder, Joshua Williamson e Grant Morrison (quest’ultimo da tempo assente dalle scene DC). Il motivo di una tale adunanza di menti creative è da ricercarsi nel fatto che l’albo in questione, contrariamente a tutti i precedenti tie-in, non si configura come una semplice side story poco rilevante ai fini della trama generale ma è assimilabile, per portata e sviluppo, a un vero e proprio capitolo extra della miniserie portante.
Gli autori imbastiscono infatti una narrazione corale che amalgama insieme una vastissima gamma di personaggi ed elementi provenienti da tutta l’intricata cosmologia DC (in questo frangente l’apporto di Morrison è palpabile), strettamente legata agli avvenimenti narrati nella saga principale e che presenta snodi narrativi di entità non indifferente che presumibilmente avranno forti ripercussioni sull’imminente finale. Ne risulta un albo esaltante, dal ritmo serratissimo, che da un lato dimostra un certo gusto per la spettacolarizzazione tipico di questo genere di eventi crossover e dall’altro riesce a far progredire la vicenda con colpi di scena inaspettati. Se c’è, insomma, un tie-in che chi ha seguito Metal fino a questo momento non dovrebbe proprio perdere, è questo.
Un altrettanto variegato team di autori lo si trova anche ai disegni (Howard Porter, Jorge Jimenez e Doug Mahnke). Sebbene ciò comporti inevitabilmente un po’ di discontinuità nel comparto artistico dell’albo, esso offre un colpo d’occhio globale davvero soddisfacente, dove si fanno notare anche uno storytelling cinematografico e un layout dinamico che accentuano la spettacolarità delle sequenze d’azione, oltre che una colorazione sgargiante che si avvale dell’intero spettro della tavolozza cromatica.
Continua Milk War, il crossover tra l’universo supereroistico della DC e i personaggi legati all’etichetta Young Animals gestita da Gerard Way. Sono due gli albi speciali che sono usciti negli ultimi quindici giorni: Mother Panic/Batman Special ospita una storia dei due eroi di stanza a Gotham City firmata da Jody Houser ai testi, Ty Templeton ai disegni e Keiren Smith ai colori; Shade the Changing Girl/Wonder Woman Special – terza parte del crossover – è invece scritto da Cecil Castellucci, disegnato da Mirka Andolfo e colorato da Marissa Louise.
Dello Swamp Thing Winter Special ha già scritto il nostro Andrea Gagliardi nell’appuntamento con First Issue Presenta della scorsa settimana, mentre qui segnaliamo un altro albo speciale uscito per San Valentino, Young Monsters in love, un’antologia di 80 pagine contenente dieci storie brevi di vari autori.
Chiudiamo la sezione dedicata alla casa editrice di Burbanks con la segnalazione dell’uscita di Mister Miracle #1 – Director’s Cut, la riproposizione del primo numero dell’acclamata miniserie di Tom King e Mitch Gerads in corso di pubblicazione. L’albo contiene la storia con le pagine a matita di Gerads letterate, la sceneggiatura originale di King e una storia inedita di otto pagine che rinarra le origini di Scott Free firmata da King in coppia con il disegnatore Mike Norton e i colori di Jordie Bellaire.
Image Comics
Vari debutti in casa Image Comics nelle scorse due settimane.
Il più interessante appare essere Twisted Romance #1, letto e recensito per noi da Marco Marotta.
Twisted Romance, miniserie antologica in quattro numeri, è un fumetto strano. Anzi, “straniante” è probabilmente il termine più adatto. È un’opera che, proprio in virtù della sua eccentricità e del suo essere fuori dall’ordinario, non contempla le mezze misure: o ci se ne innamora a prima vista o lo si detesta a morte. Ed è proprio sulla dicotomia amore/morte e sulle sue varie declinazioni che vertono le tre storie presentate in questo primo numero.
La prima e più corposa di esse, Old Flames, scritta da Alex de Campi, rielabora il topos dei vampiri come figure romantiche, tanto caro a un certo filone della letteratura rosa da Twilight in poi, calandolo in un contesto ben più crudo e realistico, dove sono l’avidità e il desiderio a guidare i sentimenti umani. Al di là dell’intreccio, in verità poco esaltante nello sviluppo e condito da personaggi piuttosto blandi, il vero fattore d’interesse dell’albo è il particolarissimo stile di disegno di Katie Skelly. Uno stile incredibilmente pop (affine, per certi versi, a quanto ci si potrebbe aspettare da una serie animata di Adult Swim), dal tratto iper-stilizzato e volutamente sgraziato, rispecchia alla perfezione il mood dell’intera serie: o lo si ama o lo si odia. La colorazione, piatta e saturata, lascia il segno per alcune trovate visive interessanti, come una sequenza in flashback giocata sulla tricromia bianco/nero/rosso.
La seconda storia, Leather & Lace, è scritta da Magen Cubed e si distingue dalle altre per una particolarità: non è un fumetto, bensì un racconto in prosa. Otto pagine di testo in doppia colonna, fitte e senza nemmeno l’ombra di un’illustrazione, che spezzano brutalmente a metà il regolare flusso di lettura dell’albo. È una trovata quantomeno bizzarra, sicuramente spiazzante e a suo modo geniale. Si tratta di una storia urban fantasy, tra vampiri e creature mangia-uomini, che appare come la più romantica delle tre proposte. Lo stile di scrittura si dimostra solido, nel suo essere immediato, viscerale e senza fronzoli e l’autrice, partendo da una premessa abbastanza intrigante, riesce a imbastire una narrazione che mette in scena uno sviluppo credibile dei personaggi e delle loro relazioni.
La terza e ultima storia è Red Medusa on the Road to Hell e qui l’autrice Sarah Horrocks (che si occupa sia dei testi che dei disegni) parte completamente per la tangente. Le otto pagine che compongono il racconto possono essere descritte solo come un trip psichedelico. Disegni dal tratto graffiante e una colorazione schizofrenica riempiono le vignette di composizioni astratte, a tratti disturbanti, che non sfigurerebbero in un quadro di Kandinskij e che si susseguono senza un apparente filo logico. Rappresentazione visiva perfetta per una trama indecifrabile, per la cui decodifica gli unici indizi sono dati da pochi dialoghi criptici tra gli unici due personaggi in scena. Red Medusa è insomma una storia che, nella sua brevità, rappresenta la perfetta ciliegina sulla torta di una delle proposte a fumetti più singolari degli ultimi tempi.
Altra uscita interessante è VS #1 di cui ci parla Emilio Cirri.
Prendete dei gladiatori, portateli su un mondo spaziale non ben precisato, fateli scontrare tra di loro all’ultimo sangue lasciando ogni background e informazione minima fuori dalla storia. Fate disegnare tutto a un artista clamorosamente bravo (e ispirato) e a un disegnatore che per l’occasione si reinventa colorista, ed ecco che avrete ottenuto VS, serie sci-fi scritta da Ivan Brandon, disegnata da Esad Ribic e colorata da Nick Klein.
Di fatto questo è tutto quello che si può dire del primo numero di questa nuova, criptica serie: dopo Drifter (realizzato proprio con Klein alle matite), Brandon riparte dalla fantascienza action, creando una storia che offre pochi appigli e punti di riferimento al lettore. Lo scrittore non svela granché sulla propria creazione, lasciando trapelare solo pochi indizi che permettono di cogliere alcuni elementi della trama e dell’ambientazione: una società distopica dominata dai mass media e dalla violenza d’intrattenimento, un protagonista che non ha altro al mondo se non la guerra.
La pochezza di dettagli e la lentezza della sceneggiatura vengono messe fortunatamente in secondo piano dalla prova di un Esad Ribic in grande forma: il ritmo compassato permette al disegnatore balcanico di sfoggiare tutta la sua bravura di illustratore, la sua capacità di creare splash page spettacolari e potenti grazie a inquadrature che mettono in risalto la fisicità plastica dei personaggi, di indugiare sulle espressioni con primi piani e ritratti dettagliati, di dar vita a mondi fantastici al tempo stesso eterei e mitici, ma anche massicci e solidi.
A esaltare il tratto dell’artista, i suoi chiaroscuri e le volumetrie delle figure, i colori patinati e vividi di Nick Klein, che realizza un eccellente lavoro nel ruolo insolito di colorista, capace di comprendere al meglio lo stile di Ribic e di sottolinearne i punti di forza grazie a una colorazione non invasiva, ma evocativa e ariosa.
Un esordio che convince a metà, tanto impalpabile e frustrante nel ritmo quanto appagante e spettacolare per gli occhi. Un titolo che merita comunque una seconda occasione, visti i nomi coinvolti, sperando in un maggiore slancio a partire dai prossimi numeri.
Le altre uscite Image sono state:
- Death of Love #1
Justin Jordan, Donal Delay, Omar Estévez/Felipe Sobreiro - Kick-Ass #1
Mark Millar, John Romita Jr, Peter Steigerwald - The Wicked + The Divine 1923 Special
Kieron Gillen, Aud Koch
Dark Horse Comics, Aftershock Comics, Dynamite Entertainment, Valiant Comics
Secondo esordio per l’etichetta Berger Books in Dark Horse Comics. Stavolta spetta a Incognegro – Renaissance #1 (di 5) firmato da Mat Johnson ai testi e Warren Pleece ai disegni.
Aftershock Comics dà alle stampe Cold War #1, serie co-creata dallo sceneggiatore Christopher Sebela e dal disegnatore Hayden Sherman.
Dynamite Entertainment presenta gli esordi di due serie dedicate a famose eroine letterarie. Partiamo con Dejah Thoris #1 che ci illustra Andrea Gagliardi.
Dopo il buon successo riscosso dal numero zero arriva nei comic book store americani Dejah Thoris, la nuova serie dedicata alla principessa marziana della città stato di Helium e futura consorte di John Carter di Marte, una delle più felici creazioni di Edgar Rice Burroughs.
Amy Chu e Pasquale Qualano raccontano le vicende della giovane principessa alla ricerca di Ephesyium, la città-stato scomparsa da generazioni, che custodisce tra le sue mura il segreto che potrebbe riportare l’acqua, e quindi la vita, sul suo arido pianeta.
La Chu imbastisce un primo episodio lineare e accessibile anche al lettore neofita senza però appesantire la narrazione con riassunti e spiegazioni inutili: tutto quello che viene raccontato è sufficiente ed essenziale alla comprensione della storia stessa.
Pasquale Qualano si dimostra un efficace co-narratore realizzando un pregevole lavoro di design su costumi e ambientazioni. Dal punto di vista della composizione delle tavole il disegnatore napoletano non sceglie mai la via più facile e adotta una serie di scelte interessanti: quasi tutte le tavole sono composte da splash page, caratterizzate da inquadrature angolate o oblique, nelle quali vengono inserite delle vignette-inserto più oggettive. In questo modo viene mantenuta la monumentalità del racconto epico/fantascientifico senza venir meno alle necessità di scorrevolezza della storia.
I due autori quindi ci aiutano a immergerci in un mondo, piuttosto che raccontarcelo, riuscendo a delineare la figura di Dejah Thoris sottolineandone la statura morale, coraggiosa e che ha realmente a cuore il destino del suo popolo, ma senza allontanarsi dalla figura sensuale della principessa in lingerie metallica ideata da Burroughs agli inizi del secolo scorso.
Federico Beghin ha invece letto Legenderry Red Sonia #1.
Una splash-page dedicata alla conturbante Red Sonja dà il benvenuto ai lettori di Legenderry Red Sonja #1, nuova miniserie riservata al personaggio creato da Robert E. Howard. In realtà si tratta di un “bentornato” che porta con sé uno svantaggio: se la vicenda orchestrata dallo sceneggiatore Mark Andreyko risulta agilmente comprensibile anche senza conoscenze pregresse, a sollevare domande è il mondo steampunk nel quale è già abituata a muoversi la bella diavolessa, la cui fisionomia in alcune vignette si rifà al volto dell’attrice Milla Jovovich.
Dopo una sequenza divertente e veloce, in cui Sonja esibisce il suo repertorio di battute sopra le righe, acrobazie e pose plastiche, la narrazione si appiattisce progressivamente. Prima della tavola finale, che dovrebbe suscitare curiosità per il capitolo successivo, si segnala giusto una breve e ironica riflessione metafumettistica della protagonista sul proprio comportamento.
Anche il disegnatore Igor Lima sembra più a suo agio con le scene d’azione iniziali, risultando alla distanza altalenante. I volti femminili, tratteggiati con poche linee sottili, talvolta mancano di espressività, mentre quelli dei membri dell’equipaggio di Sonja sono anonimi. Oltre alle soluzioni creative adottate per inserire alcune delle tante onomatopee disegnate, si apprezza l’impatto visivo degli scenari e delle tecnologie tipicamente steampunk, acuito dalla colorazione vivace di Adriano Augusto.
Segnaliamo infine per Valiant Comics l’uscita di Armstrong and the Vault of Spirit #1, firmato ai testi da Fred Van Lente per disegni e colori di Cafu, Darick Robertson, Andrew Dalhouse e Diego Rodriguez.
Esclusive Comixology
In conclusione, lasciamo come di consueto il campo libero a Simone Rastelli e alla sua esplorazione delle più interessanti novità indipendenti presenti sulla piattaforma digitale Comixology.
Una bambina, dei ricordi, documenti riservati sfuggiti al controllo e gatti astronauti: Sebastian Chow racconta tutto questo in bianco e nero, con tratto morbido nella definizione di volti ed espressioni e grande economia sugli sfondi. Ecco in sintesi Catapulted, che reimmagina il progetto astronautico francese, che sceglie i gatti per il loro “stile distinto” e tesse un intreccio composto di piccoli momenti e gesti di vita quotidiana, siano essi in famiglia o nel centro spaziale. Il disegno mostra a volte qualche ruvidezza di troppo, ma Chow racconta con fluidità e grande sensibilità, mantenendo una tensione emotiva costante e senza mai scivolare nel patetico.
Chow propone Catapulted come miniserie in quattro numeri; il primo episodio è stato finanziato tramite crowdfunding su Kickstarter e ora aspettiamo con curiosità il seguito.
Un team britannico per un’avventura di dichiarata ispirazione nipponica – filone fantascienza con robottoni – tanto per atmosfere quanto per resa visuale. A firmare il progetto Super Robot Mayhem sono Adrian Mursec (soggetto), Jeremy Biggs (soggetto, storia e colori), Javier Bordon (disegni e colori), Yel Zamor (colori) e Jon Scrivens (lettering) e fin dalla prima tavola siamo catapultati in piena avventura spaziale, ammirando la figura imponente di una astronave da combattimento che tanto ci ricorda la gloriosa Yamato. Per quanto il Trivial Pursuit dei riferimenti trovi spunti a ogni immagine, questo primo episodio è più che un centone di anime e manga classici: il racconto scorre fluido, supportato da disegni che offrono spettacolo e suggestione negli ambienti – sia le grandi panoramiche sia gli interni – e ben rendono le espressioni dei personaggi.
La trama appare quanto mai tipica: su un asteroide viene ritrovato un manufatto alieno – il Super Robot del titolo -, che richiama i suoi creatori. Al momento, l’indizio che fa sperare in qualcosa di più complesso di una sequenza di spettacolari battaglie di astronavi e mecha è il fatto che il racconto è in flashback e segue il processo a uno dei protagonisti – Raiden Nakamura – accusato di tradimento. L’intreccio andrà quindi a mostrare e indagare il rapporto fra Nakamura, il Super Robot e gli alieni.
La serie è finanziata tramite crowdfunding su Kickstarter e chi cercasse maggiori dettagli può visitare il sito www.subversivecomics.com.
Time Grunts, firmato da Evan K. Pozios (testi), Alex Sanchez (disegni) e Patrick Thoma Parnell (colori e lettering) e pubblicato da Caliber Comics, racconta di viaggi nel tempo durante la II Guerra Mondiale. L’idea centrale è che, tra le loro tante “armi meravigliose” (Wunderwaffe) i nazisti abbiano sviluppato anche una macchina del tempo, che nelle fasi finali del conflitto (siamo nel 1944) sfruttano per cercare di procurarsi progetti militari dal futuro, mentre un reparto dell’esercito statunitense è sulle tracce della loro base, in Polonia.
L’ambientazione, fra armi segrete e fosse comuni dei campi di sterminio, è impegnativa e il racconto scorre un po’ a fatica, accompagnato soprattutto all’inizio, da una voce narrante ridondante rispetto alle immagini e cadenzato da tavole con griglie semplici e molti primi piani, nei quali i volti soffrono talvolta di una definizione grossolana. Interessante la scelta di rendere protagonista della squadra nazista di viaggiatori nel tempo (Zeitwaffe) un soldato figlio di madre ebrea, che apre la possibilità di un racconto basato, più che sull’azione, sulla riflessione su identità e responsabilità morale.
Siamo arrivati anche questa volta alla conclusione. L’appuntamento con First Issue come sempre si rinnova tra due settimane, il 7 marzo, con tante nuove uscite a stelle e strisce.
Stay tuned!