Lucca Comics 2008: considerazioni a margine

Lucca Comics 2008: considerazioni a margine

A mente fredda, ripercorriamo i quattro giorni dell'ultima edizione di Lucca Comics & Games, manifestazione centrale per il fumetto italiano, per numeri, partecipazione e tradizione. Una fiera che porta con se' segnali importanti ma anche qualche critica.

Lucca Comics 2008: considerazioni a margineDopo due anni arrivo’ la pioggia. Giunta alla terza edizione dal ritorno dentro le mura cittadine, Lucca Comics & Games ha infine trovato il clima novembrino che, negli anni precedenti, aveva risparmiato la cittadina. Nonostante questo, gli organizzatori possono godersi l’ennesimo record di affluenza. I numeri sono strabilianti: se le prime due giornate, un giovedì e un venerdì feriali, oltretutto le più tartassate dalla pioggia, hanno registrato ognuna qualcosa come 20000 biglietti venduti, per quanto riguarda il sabato, graziato da un tempo più clemente, le cronache riportano la cifra sbalorditiva di quasi 58000 ingressi. In tre giorni sono stati raggiunti i visitatori dell’anno precedente, così i circa 40000 di domenica sono tutti in più rispetto al 2007. Questo nonostante l’assenza di un ponte festivo e il rincaro del biglietto d’ingresso.
Ma per un’analisi approfondita della mostra lucchese non bastano certo questi numeri.

 

PAGINE E PAGINE…

Un altro dato numerico salta all’occhio: le centinaia di nuove proposte uscite per l’occasione. La quantità di nuovi fumetti presenti tra gli stand degli editori era veramente impressionante, con molte pubblicazioni di qualità e molti autori presenti a firmare, dedicare e parlare del proprio lavoro.
C’é da riflettere su come un evento come Lucca Comics, con un bacino d’utenza di oltre centomila possibili acquirenti concentrati in 4 giorni, sia una vera e propria manna per l’editoria a fumetti. In un mercato dove molti volumi raggiungono il migliaio di copie di venduto, con un punto di pareggio anche inferiore, riuscire a cogliere una percentuale irrisoria dei visitatori, anche solo mezzo punto, significa probabilmente non dover aspettare con ansia le ordinazioni dalle fumetterie.
D’altra parte, per molti lettori le opportunità che una mostra come questa offre sono irripetibili. È un dato di fatto che le librerie specializzate spesso non possono permettersi di ordinare nemmeno una copia in più da tenere in visione in negozio, rispetto a quelle prenotate dai propri clienti: quindi diventa difficile per i commercianti riuscire a conoscere ed essere informati sulle decine di fumetti in distribuzione ogni settimana, tanto da non essere sempre in grado di consigliare adeguatamente la propria clientela.
In un contesto fieristico, e a maggior ragione a Lucca, l’appassionato o il semplice curioso può invece sfogliare, confrontarsi, informarsi direttamente dall’editore o addirittura dall’autore: tutti stimoli ad acquistare con maggiore tranquillità e discernimento. Viene da chiedersi come cercare di mantenere uno standard di “assistenza al cliente” elevato anche nel normale circuito di compravendita; le soluzioni possibili sono tante, ma richiedono quel confronto e quella cooperazione tra editori, distributori e fumetterie che ancora pare mancare. Non solo: si deve riuscire sia ad attirare nuovi acquirenti nelle fumetterie, come a portare il fumetto fuori, nella grande distribuzione. Cercare, coccolare, incentivare il lettore. Non esistono ricette facili, sia chiaro. Ma numeri come quelli di Lucca dimostrano che un parco lettori esiste e che potenzialmente è molto ampio, ma va curato, stimolato e attirato con tutti i mezzi.

 

OSPITI, MOSTRE E INCONTRI

Buono l’elenco degli ospiti presenti. Dai più famosi e di richiamo, come John Romita Jr., Leo Ortolani, Carlos Pacheco, Gary Frank, Massimo Carnevale, ad altri di qualità e ben noti come Jean Van Hamme, Grzegorz Rosinski, Steve Rude, Miguelanxo Prado, Francois Boucq, ad altri meno conosciuti dal grande pubblico ma non meno importanti e presenti con mostre o volumi di tutto rispetto (Cyril Pedrosa e Paco Roca, per citarne solamente un paio). Interessante la presenza di personaggi extra-fumettistici, come Carlo Lucarelli, Luciano Ligabue e Dario Argento. Se per i primi due la giustificazione era relativa al loro coinvolgimenti in progetti fumettistici (con la serie Cornelio della Star Comics, il primo, e con la trasposizione di “La neve se ne frega” per Panini del secondo), è in ogni caso apprezzabile che si crei un ponte tra il fumetto e altre arti, evidenziando le interrelazioni e gli incroci culturali-artistici che si creano direttamente o indirettamente.
Proprio la gestione degli ospiti, pero’, non è stata totalmente soddisfacente. Per esempio l’elenco fornito dal sito di Lucca Comics e riportato sulle brochure era decisamente lacunoso, dato che non comprendeva molti degli autori invitati direttamente dai singoli editori. Inoltre bisognerebbe trovare il modo di valorizzare meglio gli ospiti ufficiali e di trovare spazi adeguati per le sessioni di dediche e per gli incontri col pubblico. Emblematiche sono state le file di appassionati per Ortolani, che bloccavano letteralmente i corridoi ed erano arginate “artigianalmente” grazie a dei volenterosi incaricati della fiera: basterebbe poco per dotarsi di cordoncini per gestire la fila in maniera più ordinata, e convogliarla verso spazi appositi. Per esempio, era sconfortante vedere Silvia Ziche disegnare senza che nessuno la degnasse d’attenzione.

Apprezzabili le mostre, anche se apparentemente meno ricche di quelle dell’anno precedente; Grzegorz Rosinski, Francois Boucq e Andrea Bruno, in particolare, avrebbero meritato più spazi e più tavole. La panoramica sugli autori polacchi è stato il giusto e interessante seguito della mostra dedicata agli artisti russi del 2007. Stuzzicante il percorso “Arte e Fumetto“, che cercava una chiave di collegamento tra la pittura e il fumetto, a cui sarebbe giusto dedicare spazio nel Museo di Lucca.

Tanti e vari gli incontri e gli showcase, ma sicuramente anche in questo caso l’organizzazione sarebbe da perfezionare, evitando cambi d’orario mal segnalati o incontri che andrebbero diversamente ripensati. Per dirne una, bisognerebbe trovare un modo per dare visibilità agli incontri degli editori minori che è quasi di norma che vadano deserti. Inoltre, perché non registrare ogni tavola rotonda e conferenza, trascriverle e pubblicarle sul web per rendere questo materiale disponibile a tutti? Non ultimo, le segnalazioni per gli incontri con i fumettisti non erano complete e soddisfacenti.

Quando parliamo di tavole rotonde e incontri con gli operatori del mercato ci addentriamo inevitabilmente in un discorso più generale che riguarda la natura stessa di questi appuntamenti. Pur apprezzando lo sforzo degli organizzatori nel riempire il programma di incontri, showcase, presentazioni e tavole rotonde (e molti di questi sulla carta si annunciavano più che interessanti), la sensazione è che quest’aspetto per Lucca Comics, come per il Comicon o Cartomics, sia tutto sommato marginale, quasi un utile corollario culturale per una mostra del fumetto che è soprattutto fiera, cioé mercato.
Niente di male in questo, ci mancherebbe. È anche vero che, pero’, dal principale appuntamento italiano del settore si dovrebbe tornare a casa con in testa una qualche idea sullo stato di salute del fumetto italiano, sia dal versante artistico che da quello commerciale (e sappiamo quanto i due aspetti possano essere correlati). I vari appuntamenti in cartellone offrono, è vero, vari approfondimenti e analisi su molte facce di questo articolato settore, ma quello che sembra mancare tuttavia è uno sforzo di analisi comune, di progettualità. È forse una sensazione che come “operatori del settore” ogni volta in queste situazioni avvertiamo, probabilmente dettata dalla nostra posizione eccentrica rispetto all’organizzazione di queste kermesse. Di certo è che dal nostro punto di vista registriamo sempre più una vitalità che si traduce in una varietà di esperienze, di analisi di mercato, di percorsi critici e storiografici. Sarebbe quindi interessante che tutto questo si traducesse in una sintesi, non per annacquarne i contenuti, ma al contrario per metterli a frutto.

 

PREMIAZIONI

Lucca Comics 2008: considerazioni a margineGiovedi sera, dopo il pantagruelico e mitologico buffet ante-premiazione, sono stati assegnati i premi Gran Guinigi 2008. Va ricordato che le candidature per le categorie per “Storia lunga”, “Storia breve” e “Fumetto seriale” vengono fornite dagli stessi editori (le candidature sono consultabili dal sito della fiera), che sono tenuti a fornire alla giuria 7 copie di ogni volume singolo che desiderano far concorrere, e una copia di ogni episodio pubblicato nell’anno in corso per quanto riguarda il fumetto seriale.
Questo metodo ha sicuramente il maggior difetto nella partecipazione diretta degli editori: sono adeguatamente informati e invitati a proporre le loro opere? Non si corre il rischio di avere uno spaccato incompleto delle uscite? Ha ancora senso ignorare le pubblicazioni sul web visto il successo di strip-blog e fumetti on-line? D’altra parte, queste obiezioni sono facilmente sollevabili a tutti, o quasi, questo genere di premi, ma questo non significa che non sia l’occasione per porsele.

La giuria quest’anno era formata dai disegnatori Andrea Bruno e Riccardo Burchielli, dal giornalista Fabio Licari, da due “ospiti d’onore” come Dario Argento e Carlo Lucarelli, e infine da due membri dello staff culturale di Lucca Comics: Matteo Benedetti e Mauro Bruni.

Vincitore per quanto riguarda la Miglior Storia Lunga è stato Rughe di Paco Roca (Tunué), un premio che ha messo d’accordo molti: l’opera di Roca è emozionante e divertente, profonda e leggera, e affronta un tema poco battuto ma quantomai attuale. Chiaramente, è impossibile sancire IL miglior fumetto edito nell’anno, ma Rughe è sicuramente tra i migliori, meritevole di questo riconoscimento.
Altrettanto giustificato il premio per la Miglior Storia Breve, andato all’episodio “L’appuntamento” dal volume In carne e ossa di Koren Shadmi (Double Shot), un autore al suo debutto in Italia che ha sorpreso positivamente molti per la poetica e per il tratto virtuoso.
Miglior Fumetto Seriale è stato eletto Criminal di Ed Brubaker e Sean Philips (Panini Comics), un noir senza eroi e senza morale pubblicato dalla Marvel nella sua linea “creator oriented” dove ospita le storie extra-supereroistiche dei suoi autori di punta.

Il “Premio Stefano Beani” per la miglior iniziativa editoriale (per cui non si effettuano vere e proprie “submission” ma che accetta consigli e invio di materiale) è andato a una lodevole ristampa, quella di Torpedo (Edizioni BD), il gangster creato da Abuli e disegnato originariamente da Alex Toth e poi da Jordi Bernet, il cui tratto ha dato ancora maggior spessore al personaggio. Per quanto sia apprezzabile la riproposta di Torpedo e ben confezionati i volumi, anche se privi di un qualsiasi apparato critico o informativo, l’investitura di “miglior iniziativa editoriale” appare decisamente abbondante, o almeno andrebbero chiarite le finalità e il significato di questo premio.

Ultimo premio che riguarda i fumetti e non gli autori, è il Premio Speciale della Giuria, assegnato a un’altra ristampa, quella degli EC Comics (Edizioni 001), piccolo fenomeno e recupero fondamentale per comprendere la cultura fumettistica statunitense e riscoprire autori meno noti rispetto a chi ha poi dato vita agli universi supereroistici Marvel e DC. Il buon successo della collana è sottolineato dal moltiplicarsi dei titoli EC proposti dall’editore italiano.

Infine, i premi ai singoli autori. Miglior Disegnatore per Massimo Carnevale, a cui si può rimproverare solamente una scarsa rapidità che lo porta a essere presente più come copertinista che come disegnatore vero e proprio, ma che è certamente un talento grafico di primo piano.
Come Miglior Sceneggiatore è stato premiato Diego Cajelli, autore eclettico molto noto al grande pubblico per le sue storie su Dampyr, Zagor e Diabolik; senza nulla togliere alla bravura di Cajelli, scrittore che unisce personalità e mestiere, vien da chiedersi se la rosa dei possibili candidati sia limitata dalla visibilità di un autore e non penalizzi chi pubblica meno o chi pubblica su prodotti editoriali dalla tiratura minore, ma non per questo meno valido e importante.
Miglior Autore Unico infine è stato premiato Marco Corona, che sta diventando uno dei nomi di punta in Coconino e che con L’ombra di Walt, la sua ultima opera, ha dimostrato una perizia grafica di tutto rispetto, anche se per quanto riguarda i testi sembra ancora alla ricerca del giusto compromesso tra ermetismo e comunicazione al lettore.
Oltre a questi, doverosamente è stato assegnato il Premio ad un Maestro del fumetto a Vittorio Giardino: una decisione che non ha nessun bisogno di commenti.

Per la terza edizione del Lucca Project Contest, hanno vinto Vanessa Cardinali ed Elia Morettini con Pan, una rilettura di Peter Pan in chiave moderna. Menzioni speciali per Luoghi Comuni, di Gabriele Paddes, e Storie di fantasmi cinesi, di Isabella Mazzanti e Valentino Sergi. Attendiamo la prossima edizione per vedere la pubblicazione della storia vincitrice da parte di Panini Comics. A questo proposito è interessante registrare quali prospettive professionali sono state aperte da questo premio: facciamo l’esempio della vincitrice del 2007, Nora Moretti, che è già all’opera per l’editore ReNoir, oppure degli autori gratificati dalla menzione speciale, Andrea Gagna e Francesco Mortarino, che hanno pubblicato per Edizioni BD un albo presentato proprio durante questa Lucca.

 

QUALCOSA VA, QUALCOSA NO

Il terzo anno dentro le mura della città era atteso come consolidamento di una realtà, in cui si presumeva che i problemi logistici emersi nelle scorse edizioni fossero superati. Invece le polemiche e le lamentele non sono certo mancate.
Innanzitutto, la scelta di ampliare la superficie delle tensostrutture per soddisfare l’aumento delle richieste degli espositori ha obbligato a creare uno spazio anche all’interno della piazza Anfiteatro, dove sono stati mandati “al confino” alcuni negozi e associazioni. Stando alle lamentele di quest’ultimi l’affluenza in questo nuovo padiglione è stata veramente scarsa, assolutamente insoddisfacente. In mancanza di un polo attrattivo, come può essere un grande editore, il tendone in piazza Anfiteatro è rimasto troppo isolato e fuori dal giro del grande pubblico. Ma anche altri spazi minori erano dislocati in posizioni decisamente poco battute.
La stessa cosa è infatti successo per quella manciata di editori e gallerie dislocati in Piazza San Giusto, tagliati fuori dai percorsi abituali del grande pubblico, con un riscontro di vendite pensiamo decisamente minore. A questo proposito sarebbe stato opportuno dislocare in diversi punti della città i grossi editori – che sono per forza di cose quelli che attraggono il gran numero di visitatori – così da ovviare all’affollamento della centrale piazza Napoleone, i cui spazi sabato erano realmente congestionati. In questo modo piuttosto che girovagare in un unico settore della città gli appassionati sarebbero “costretti” a percorsi più ampi e a scoprire così altre facce di una fiera che, almeno sulla carta, offre molto più che i soli stand dell’editoria nostrana. I piccoli editori, e anche gli indipendenti della Self-Area, avrebbero qualche possibilità in più di essere intercettati da un pubblico più casuale oltre che dai loro afficionados.
Del resto i quasi 60.000 visitatori di sabato sono a tutti gli effetti (e chi c’era lo può confermare) il limite massimo che questi spazi possono sopportare, specie se si concentrano in gran parte tra piazza Napoleone e fuori le mura nella zona dei Games. Come risultato di questa congestione, era decisamente difficile transitare nel padiglione degli editori o anche solo fermarsi a sfogliare un albo. Ma, potenzialmente, non si tratta solo di un problema di fruibilità della mostra, ma di sicurezza: per i padiglioni, dove era difficile quasi respirare, per i trasporti, congestionati e insufficienti, per la città, non adatta, senza un ripensamento profondo degli spazi, a sopportare questa massa di persone. Non è più un problema esclusivo della fiera, ma di Lucca, della Provincia e della Regione.

Fortunatamente le tensostrutture, nonostante la calca di sabato, hanno retto bene i giorni di pioggia. Chi ricorda i primi tendoni sorti vicino al palazzetto, ricorderà anche come questi fungessero da cultura per i batteri, con un effetto caldo-umido tremendo. Le nuove strutture invece hanno dato l’impressione di sopportare molto meglio la situazione climatica avversa.

 

CONCLUDENDO

Insomma, una Lucca con molte luci ma anche qualche ombra, che per certi versi offre il fianco a molte critiche anche fondate, ma che al contempo è difficile da contestare di fronte al numero dei biglietti strappati.
Se ragionassimo pero’ solo in base al successo commerciale e al richiamo sui media faremo torto alla nostra intelligenza e capacità critica, dato che è fuori di ogni dubbio che Lucca Comic & Games sia l’unico appuntamento di questa portata in Italia, e su questo piano non ha, né potrà avere in futuro, rivali.
Se invece consideriamo ogni aspetto di una fiera così articolata allora non possiamo che essere certi che la strada imboccata sia perfettibile. Soprattutto per il gran aumento dei visitatori, che lo spostamento dalla zona fiera al centro città ha prodotto, serve un ulteriore sforzo di progettazione perché Lucca rimanga una tappa imperdibile per ogni appassionato di fumetti, e non sia anche un calvario di lunghe file, di caos generalizzato, di sgomitate, di editori non rintracciati, di tavole rotonde deserte.

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Riferimenti:
Lucca Comics & Games: www.luccacomicsandgames.com

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