Un ipotetico incontro tra Primo Levi e i bambini della stessa scuola elementare frequentata a suo tempo dallo scrittore: è questo l’incipit scelto da Matteo Mastragostino per raccontare le vicissitudini affrontate da Levi nei lager, con una piccola parentesi incentrata sul suo periodo nella resistenza partigiana.
Inserire Primo Levi come narratore delle proprie vicende è un escamotage ben congegnato per rappresentarne la duplice figura di scrittore, e quindi narratore, e di reduce, e quindi testimone, dell’Olocausto. L’alternanza tra il confronto in classe, che si chiude purtroppo con una scena troppo ruffiana, e i flashback raccontati da Levi, aiutano la narrazione a procedere con un buon ritmo.
Se il personaggio di Vanda appare ben sviluppato così non è per gli altri comprimari dei vari episodi nel passato, che appaiono poco approfonditi, rendendo necessaria la lettura delle schede di presentazione in fondo al libro per capirne l’identità e quindi le relazioni col protagonista.
I disegni di Alessandro Ranghiasci, qui alla prova di esordio, dimostrano una buona solidità e un’ottima capacità nel rendere sempre chiara la narrazione, nonostante il tratto nervoso che si addice perfettamente alle scene ambientate nel lager di Auschwitz, raccontato senza remore di sorta da Levi.
Un volume che segue quindi l’intento pedagogico della casa editrice aggiungendosi alla bibliografia necessaria per conoscere un elemento fondamentale della storia del novecento.
Abbiamo parlato di:
Primo Levi
Matteo Mastragostino, Alessandro Ranghiasci
Edizioni Becco Giallo, aprile 2017
128 pagine, brossurato, b/n – 15 €
ISBN: 978-8899016661