La libreria Spazio BK, gestita da Chiara e Diletta, propone ai suoi lettori anche un nutrito programma di corsi a pagamento. Tra i molti proposti spiccava, a marzo 2015, Leggere a fumetti: due giorni di lezioni, per un totale di 14 ore, organizzato in collaborazione con Andrea Plazzi e che rispondeva a un’esigenza espressa da molti dei frequentatori della libreria che si stavano avvicinando al mondo delle nuvolette. La domanda che, infatti, le due librarie si sentivano sempre più spesso rivolgere era:
Come si legge un fumetto?
La domanda non solo non è banale come ci si potrebbe aspettare, ma neanche la risposta è altrettanto banale se solo ci si sofferma a pensarci: come ha osservato lo stesso Plazzi questa la si potrebbe declinare in maniera più esplicita come:
Cosa faccio: leggo prima le parole o guardo prima le figure?
Un corso, però, non poteva essere sufficiente per rispondere a tutto questo, e allora ecco la necessità del ciclo di quattro incontri, Letture a fumetti, di cui il primo è andato in scena il 21 ottobre intorno alle 20:20 e conclusosi dopo due ore fitte di discussioni e scambi di idee.
Leggere e discutere di fumetti con Paolo Bacilieri
L’incontro si è svolto nella saletta interna della libreria: all’arrivo ciascuno degli interessati si è trovato di fronte a un tavolo bianco al centro della stanza coperto da alcuni dei fumetti scelti da Plazzi e Bacilieri fra gli scaffali della libreria e circondato dalle sedie su cui accomodarsi. Seduto a uno degli angoli ecco Paolo Bacilieri, ospite d’onore della serata, che, posti i suoi “fumetti del cuore” insieme con il mucchio selezionato in precedenza, subito dopo le introduzioni di Diletta e di Plazzi (riassunte nell’introduzione di questo resoconto) afferma di trovare “idiota leggere fumetti ad alta voce“.
La lettura di un fumetto è, per Bacilieri, un evento silenzioso, quasi qualcosa di personale, ma trova più interessante parlare dei fumetti, in particolare dei propri fumetti. Lo stesso Plazzi, in effetti, aveva ricordato come egli si fosse avvicinato al mondo delle nuvolette grazie ai fratelli maggiori e alle loro letture. L’idea di fondo dell’incontro non è tanto quella di leggerli questi fumetti, un po’ come nelle letture teatrali di testi letterari, ma di prenderli, toccarli, raccontarli e discuterne.
Un incontro del genere presenta sicuramente un alto rischio di diventare accademico, quasi sterile: uno dei presenti ha infatti notato una “inquietante” somiglianza con gli incontri degli alcolisti anonimi, dove ci si presenta e si inizia a raccontare del proprio vizio. Eppure, andando avanti con la discussione, emerge un atteggiamento positivo: i presenti si fanno coraggio, propongono idee, spunti, le proprie sensazioni dovute al fumetto e alcuni, spontaneamente, prendono i volumi dal tavolo per sfogliarli.
A mio giudizio, al di là del merito sulle parole spese sul fumetto come mezzo di intrattenimento o come veicolo di cultura, come linguaggio vero e proprio o come espressione artistica, forse il vero successo sta proprio in questo prendere i fumetti, sfogliarli, magari leggerli mentre altri discutono, per poi intervenire senza paura raccontandosi e così raccontando i fumetti (e anche viceversa). Il fumetto diventa allora un espediente per avvicinare le persone e al tempo stesso per avvicinare queste al fumetto, per comprenderlo e approcciarsi ai suoi molti modi espressivi, dalla grande avventura – magari con storie classiche in origine serializzate su riviste come Il corriere dei ragazzi – ai romanzi di formazione fino ad arrivare ai manga, quanto di più distante si possa immaginare dai canoni occidentali.
Questo primo incontro delle Letture a fumetti mostra già delle interessanti potenzialità, rivelandosi sicuramente piuttosto sperimentale, ma con possibilità di future correzioni: i punti su cui, a mio giudizio, si dovrebbe puntare per il futuro sono il passaggio di mano in mano dei fumetti di cui si vuole discutere e, perché no, introdurre un momento di lettura vero e proprio all’interno dell’incontro, un modo differente per giocare con il fumetto che può rivelarsi divertente e al tempo stesso accattivante.