Senza limiti è una raccolta di nove racconti brevi di Jillian Tamaki, edita in Italia da Coconino Press e premiata dal Gran Guinigi come miglior fumetto breve o raccolta nell’ultima edizione di Lucca Comics & Games.
Jillian Tamaki è un’autrice canadese già nota in Italia per E la chiamano estate, scritto dalla cugina Mariko. Oltre a lavorare come illustratrice per il New York Times, realizza webcomics e copertine di libri.
Senza limiti è il racconto che dà il titolo alla raccolta e chiude il volume. È emblematico sia nel suo originale contenuto (tutta la narrazione avviene dal punto di vista di una mosca che condivide il pensiero pessimistico delle teorie di Hobbes), sia nell’ impostazione grafica: ci troviamo infatti a dover seguire il verso della pagina in verticale come se si trattasse di scorrere verso il basso una pagina web, senza margini né bordi, così che le immagini riempiano tutto lo spazio a disposizione con spiazzanti primi piani che riguardano gli animali più che gli esseri umani.
In altri racconti, protagoniste sono le donne e la loro percezione di sé a confronto con i nuovi media: in “Jenny” una donna si confronta costantemente con un suo alter ego virtuale nato su Facebook. L’identità della copia è all’inizio simile a quella del Facebook originale, poi piano piano se ne discosta e Jenny diventa ossessionata da quello che “vive” la sua copia, come se le mostrasse quello che non riesce ad avere o realizzare.
“Body Pods” è un film degli anni ’80 che rappresenta, stranamente, l’ossessione di tutti i partner della protagonista del racconto: durante le sue avventure sentimentali, gli attori del film muoiono per cause disparate e lei non riesce mai a liberarsi completamente della presenza indiretta del film nella sua vita amorosa.
“Sex coven” è un pezzo musicale apparso improvvisamente sul web e che trova all’ improvviso un’enorme diffusione, fino ad essere bandito perché si scopre avere effetti devastanti su chi l’ascolta, inducendo una sorta di pazzia temporanea.
“Darla!” è un’attrice degli anni ’90 che ha recitato in un sitcom soft porn di cui poi si sono perse le tracce; sembrava destinata a una grande carriera e invece, dopo i 12 episodi della serie, viene associata solo all’ identità che le è stata attribuita sullo schermo.
Jillian Tamaki spazia in qualsiasi ambito narrativo e stilistico, mostrandosi pienamente capace di muoversi su registri grafici diversi e, allo stesso tempo, concentrarsi su tematiche complesse e di grande attualità, come il rapporto tra la modernità e i nuovi tipi di legami e connessioni che si stabiliscono attraverso i social e l’internet. I media prendono il sopravvento sui personaggi e ne rivelano un aspetto imprevedibile, a volte grottesco, altre volte fantastico.
Nel trattare questi temi Jillian Tamaki, come già accennato, stravolge ogni aspettativa, collegando i testi alle immagini più a livello simbolico che narrativo con un disegno che alterna immagini surreali: come in “Città Mondiale”, dove forme zoomorfe e fitomorfe, elaborate con tratti violenti di inchiostro blu, si muovono su un fondo giallo. In “Cimice” e “Semi-vita” lo stile si fa più realista e i colori sono funzionali alla storia: arancione pallido e disturbante in Cimice, blu malinconico in Semi-vita. In “Il sistema Clair Free” vi è invece un grande utilizzo del nero e delle ombre, che annullano i volti, sottolineando la perdita dell’identità femminile in nome di un ideale di bellezza che non corrisponde a nessun volto realmente esistente.
Nello scorrere questi racconti, l’impressione è che l’autrice stabilisca un primato delle immagini sul testo, conferendo al volume una forza visiva senza limiti che stravolge ogni canone e prospettiva usuale, proponendo così un lavoro innovativo quanto complesso sotto ogni punto di vista.
Abbiamo parlato di:
Jillian Tamaki
Senza limiti
Traduzione di Elisabetta Mongardi
Coconino Press, 2019
248 pagine, cartonato, colori – 24,00 €
ISBN: 9788876183928