«Sally… Sally… È meglio che tu vada a casa a mangiare qualcosa.»
«Non posso, Signorina Vickers. Oggi tocca a mio fratello mangiare…»
(Dialogo tra una bambina e una maestra di scuola)
Questa è una storia che parla di povertà, di miseria, di persone senza più speranza, di uomini e donne traditi dal loro stesso Paese, costretti a vedere o fare cose impensabili; un giorno avevi un lavoro e da un giorno all’altro ti ritrovavi ad essere un mendicante, costretto a elemosinare qualche centesimo per cercare di sopravvivere. L’America della grande depressione fu una sorta di Apocalisse, con veri e propri “zombi” che popolavano le strade delle città, esseri umani ridotti alla fame, costretti a non poter dare da mangiare ai propri figli.
“Re in incognito parla dei poveri, dei vinti, messi in disparte dalla storia raccontata sui libri ma travolti in pieno dalla Storia effettiva, poveri all’inizio ed alla fine del racconto…”. Con queste parole Alan Moore introduce uno dei fumetti più belli e importanti del secolo scorso, un’opera toccante, ma allo stesso tempo avventurosa: una storia “on the road” che si svolge nella provincia americana del 1932, in piena depressione economica.
Freddie Bloch vive con il fratello e il padre alcolizzato che da poco ha perso il lavoro. Quest’ultimo scompare e Freddie rimane con il fratello maggiore che viene arrestato per furto. Al ragazzo, che ha solo 12 anni, non resta che fuggire per andare a cercare un padre che, forse per la troppa vergogna, non vuole farsi trovare. Senza niente in tasca Freddie inizia un percorso che lo porterà a incontrare veri e propri derelitti bestializzati da una società che in fin dei conti se ne frega; ognuno pensa a se stesso e cerca di sopravvivere. Il giovane protagonista conoscerà un giovane vagabondo malato di tubercolosi di nome Sammy che, ironicamente, si fa chiamare Re di Spagna; sarà lui a guidare, proteggere e insegnare a Freddie a sopravvivere nelle numerose comunità di vagabondi che i due incontrano durante i loro tragitti non certo privi di pericoli.
In qualche modo lo sceneggiatore Jim Vance ci racconta il percorso di crescita e maturazione di Freddie; il ragazzo incontra personaggi inquietanti, che la situazione di precarietà estrema ha fatto diventare malvagi; e ancora più inquietanti sono quelli che hanno e non vogliono condividere. L’episodio della rivolta dei lavoratori contro la fabbrica di Henry Ford ne è un esempio perfetto: “Vogliamo pane, non briciole” oppure “Ford ha dato piombo e non pane” recitano le scritte sui cartelli dei manifestanti che hanno perso il lavoro. E alcuni di loro perderanno la vita solo per aver cercato di far valere i propri diritti. E’ in questi e altri episodi che Vance fa muovere il suo protagonista che ovviamente cresce in fretta, diventa ogni giorno sempre più uomo, in grado di sopravvivere in un paese al collasso.
Un paese che viene raffigurato da Dan Burr con un segno grezzo e deciso che si sposa meravigliosamente con l’anima del racconto. Vance non poteva trovare alleato migliore per descrivere uno dei momenti più difficili della storia americana. “Alcuni dei personaggi erano stati rappresentati alla radio da attori affermati… Ma quando ora penso a quei personaggi, li immagino così come li ha disegnati Dan. I suoi esseri umani mezzi morti di fame , alla buona e imperfetti mi sembrano il modo ideale nonché l’unico possibile in cui si possono rappresentare i personaggi con cui ho convissuto per così tanto tempo […] Il contributo di Dan è oro puro.”
E su questo non possiamo che essere d’accordo: Re in incognito non poteva che essere disegnato con il segno espressionista di Burr, capace di fotografare la grande depressione con la stessa grande capacità di fotografi del calibro di Walker Evans, che lo fecero realmente. Così come, del resto, Jim Vance ci racconta quell’America così drammaticamente e magistralmente descritta da John Steinbeck nei suoi romanzi.
E il paragone non è per niente azzardato. Del resto parliamo di capolavori.
E Re in incognito è un grande capolavoro.
Curiosità
Originariamente Re in incognito fu pubblicato a puntate dall’etichetta indipendente Kitchen Sink di Denis Kitchen; alla sua uscita fu subito considerato un capolavoro dalla critica.
Nel fumetto compaiono vari personaggi reali come il famigerato capo della sicurezza Harry Bennet e il leggendario bandito Jesse James.
Prima di cimentarsi con il fumetto, Vance era già un noto autore teatrale.
Edizione consigliata
Tanto di cappello alla Saldapress per aver recuperato questo capolavoro del fumetto, pubblicandolo in una raffinata edizione impreziosita da una bellissima introduzione di Alan Moore che introduce il lettore nell’epoca in cui è ambientato il fumetto.
Altre edizioni
Bisogna dire che un simile capolavoro non poteva scappare all’occhio attento di Luigi Bernardi che, con la sua storica casa editrice Granata Press, pubblicò per primo Re in incognito in una bella edizione nel 1991.