Human machine grande

“Jackpot” e “Human Machine”: intervista a Nicola Stradiotto

21 Luglio 2025
In occasione della pubblicazione di “Jackpot” (In Your Face Comix) e “Human Machine” (Eris Edizioni) abbiamo intervistato l’autore Nicola Stradiotto.
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La prima metà del 2025 ha registrato la pubblicazione di due opere di Nicola Stradiotto. In Jackpot, edito da In Your Face Comix, l’artista originario di Asolo accompagna il pubblico in un viaggio tra il grottesco e il surreale. Una raccolta di dieci storie brevi e in bianco e nero che spaziano tra fantascienza e attualità.
In Human Machine, per la collana Gatti Sciolti di Eris Edizioni, Stradiotto ci catapulta nel 2100, in piena era post-industriale, quando uno scienziato pazzo fabbrica uomini-macchina pronti a imperversare per strade altrimenti deserte con l’intento di invadere il mondo.
L’uscita dei due fumetti ci ha fornito l’occasione per chiacchierare con Nicola e conoscere la sua attività artistica.

Ciao Nicola e benvenuto su Lo Spazio Bianco. Puoi raccontare alle nostre lettrici e ai nostri lettori qual è stato il percorso che ti ha portato al fumetto?
Ciao a tutte e a tutti, grazie in anticipo per il tempo che mi dedicate. Leggo fumetti fin da piccolo, partendo da Topomistery, passando per Dylan Dog, fino a Brian The Brain.
Dopo più di dieci anni nel mondo dell’illustrazione e della fotografia, ho cominciato a disegnare fumetti: storie brevi e mai pubblicate prima di qualche anno fa. Iniziai con Tropical Zombie (Bolo Paper) fino ad arrivare alla raccolta Fumetti di Menare e La Bambina Fantasma, scritto da DAST e disegnato da me, entrambi editi da in Your Face Comix.
Quest’anno ho pubblicato Jackpot, sempre per In Your Face Comix, e Human Machine per la collana Gatti Sciolti di Eris Edizioni.

Quali influenze hanno guidato la tua ricerca stilistica?
Prof. Bad Trip e Charles Burns sono i miei punti di riferimento nel mondo del fumetto: sono tra i miei autori preferiti di sempre, assieme al grande Miguel Ángel Martín. Sono loro che hanno influenzato il mio modo di disegnare fumetti.

Fumetto, pittura, fotografia, collage e altre forme d’arte fanno parte del tuo repertorio: come scegli, di volta in volta, il mezzo più adatto per esprimerti?
Ho sempre utilizzato mezzi diversi per potermi esprimere al meglio: mi piace mettermi in gioco ogni volta con tecniche e supporti differenti. È un modo per non fossilizzarmi in un unico ambiente artistico e trovare sempre nuovi stimoli… non si finisce mai di imparare!

In che modo hai progettato Jackpot? Con quale criterio hai inserito le storie nell’antologia?
Jackpot è una raccolta di dieci storie brevi, differenti per tematiche tra loro: si passa da storie che parlando di violenza, trash e cyborg, a tematiche più attuali e importanti, come la depressione o la guerra nella striscia di Gaza.

Nella prefazione di Jackpot Stefano Zattera scrive che nel tuo caso a volte “è meglio parlare di narrazione per immagini e parole” più che di fumetto. Sei d’accordo con la sua affermazione? Quale differenza trovi tra questo tipo di narrazione e il fumetto?
Stefano Zattera è un amico e un autore di fumetti affermato e può capire più di altri l’essenza del mio lavoro: nella prefazione che scrisse per La Bambina Fantasma, definì il mio stile come “neo primitivismo digitale”, definizione in cui mi ritrovo appieno.
Il mio modo di concepire il fumetto non è quello classico ma è più legato al mondo delle inquadrature fotografiche e cinematografiche. Mi piace sperimentare e mi capita spesso di fare scelte molto estreme, cosa che magari ad alcuni può far storcere il naso, ma che al momento mi diverte fare.

All’interno di Jackpot è presente Stop War, un fumetto ambientato a Gaza, e in generale la tua arte è ricca di critica e satira. Quanto l’attualità influenza l’origine delle tue opere e in base a che cosa scegli i temi da affrontare?
Stop War è una storia pubblicata in parte in Antifa!nzine, mentre in Jackpot la trovate in versione integrale. Le tematiche che scelgo per le mie storie a fumetti sono quasi sempre legate al mondo reale. Spesso mi capita di portarle a un livello surreale, più legato all’effimero, terreno in cui mi muovo con più libertà, perché mi dà la possibilità di esprimere le paure che si nascondono nell’animo umano. Paradossalmente, riesco a disegnarle in maniera più reale!

Nelle tue narrazioni recenti si trovano degli ibridi tra esseri umani e qualcos’altro. Penso, per esempio, alle protesi di Cyber World (in Jackpot) e ai robot di Human Machine. Queste figure nascono forse dalla paura che nel futuro la tecnologia possa prendere il sopravvento su di noi?
Credo che queste cose stiano già succedendo da oltre trent’anni, partendo dai satelliti lanciati nello spazio fino ai telefoni portatili, ai personal computer, ai sistemi di localizzazione e così via.
Internet prima e la domotica poi sono entrate nel nostro quotidiano, fino ad arrivare all’intelligenza artificiale. Più che la tecnologia, quello che temo è l’essere umano: sempre più essere e sempre meno umano. L’empatia è qualcosa che un computer o un robot non potrà mai avere, forse.

In Tropical Zombie disegnasti tutto in rosso, mentre in Human Machine hai usato la tricromia, scegliendo di aggiungere il blu al bianco e nero. Quali messaggi volevi trasmettere nell’uno e nell’altro caso per mezzo delle tinte adoperate?
Tropical Zombie è stato stampato in offset con pantone rosso perché al suo interno molte storie richiamano tematiche horror, splatter e versamenti di sangue, il tutto come se fosse disegnato da un bambino delle elementari.
Human Machine invece l’ho disegnato con penna a sfera nera su carta, scansionato e post prodotto con Photoshop, utilizzando i livelli come in un collage. I testi, come già detto in altre occasioni, sono stati scritti con il mouse del pc. Ho scelto il ciano come colore di sfondo: una tinta piatta in stile anni Settanta, colore primario che mi ricorda la vastità del cielo.

Nel caso de La Bambina Fantasma hai lavorato insieme a DAST. Come ha funzionato la vostra collaborazione? Ci racconti il processo creativo?
DAST e io ci incontrammo qualche anno fa in un bar in centro a Padova, era una serata dedicata al fumetto underground e c’erano anche Stefano Zattera, Maurizio Ercole, Massimo Perissinotto e Officina Infernale. Dopo un paio di birre, parlando di musica punk e fumetti di Bad Trip, capimmo che avevamo gli stessi interessi e un punto di vista comune. Mi chiamò per pubblicare Ufo Paranoia per la collana Lucky 13 Rebel Comics, edita da In Your Face Comix e curata direttamente da DAST, e dopo qualche mese mi propose di collaborare con lui per dare vita a La Bambina Fantasma.
Quando lessi lo storyboard, mi convinse subito e cominciammo una collaborazione a distanza: il tutto avvenne in piena fiducia e massima libertà espressiva. Alla fine, gli presentai il mio lavoro e lui ne fu subito entusiasta: non finirò mai di ringraziarlo per questo, per me lui è come un fratello maggiore.

Da anni ti dividi tra il lavoro per le case editrici e le autoproduzioni. Che cosa ti spinge a proporre una determinata opera a un editore e a pubblicarne un’altra autonomamente?
Viaggio nei due mondi in parallelo, a volte faccio cose che non sono molto commerciabili e quindi mi autoproduco: dai collage, alla fotografia, all’illustrazione.
Malasorte è l’ultima fanzine autoprodotta con Cristiano Baricelli e distribuita da Fantasma Distro di Mantova: all’interno troverete i miei collage e i dipinti di Baricelli. Ci sono anche due brani inediti di Petrolio, musicista drone di Asti, e Bestial, progetto harsh noise di Officina Infernale. Una fanzine da vedere e ascoltare.
Quando invece credo di avere un lavoro da proporre a una casa editrice, sempre con tematiche e stile sperimentali ma pubblicabile, allora cerco di contattare direttamente l’editore a mio parere più in linea con il progetto.
Negli ultimi anni ho pubblicato con In Your Face Comix e da quest’anno anche con Eris Edizioni: due case editrici in cui mi riconosco e che per me sono diventate una seconda famiglia!

Le tue opere sono state esposte sia in Italia che all’estero. La visita a una mostra da parte del pubblico è molto diversa dalla lettura di una rivista o di un fumetto. Per te, in quanto autore e artista, che cosa cambia da un’esperienza all’altra?
Nelle mostre ci sono un contatto diretto con il pubblico e un feedback immediato riguardo il proprio lavoro, cosa che nel mondo del fumetto succede con tempistiche più dilatate e spesso solo ai festival dedicati. Le due cose nel mio mondo vanno di pari passo: non ho grosse aspettative su ciò che faccio, ogni critica costruttiva o punto di vista è sempre ben accetto.

Oltre a esporre le tue opere, spesso curi le mostre di altre artiste e altri artisti. Come organizzi le esposizioni di cui ti occupi? per esempio la sede, che cosa mostrare, la collocazione nello spazio…
Succede tutto in maniera molto naturale. Di solito, scelgo di esporre le opere di autrici e autori che mi colpiscono in modo particolare. Ho collaborato con diversi posti negli ultimi anni: Villa Albrizzi Marini, vicino a Bassano del Grappa, dove ho allestito una mostra dedicata ad Ale Pop e a Officina Infernale; lo Spazio Zephiro di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, dove ho allestito diverse mostre tra cui una dedicata a Frigidaire; e lo Spazio Nadir di Vicenza.
Alcune mostre le ho organizzate anche Al Buscaglione, un bar in centro a Padova, come quella dedicata ai lavori di Cristiano Baricelli. L’ultima è quella dedicata a Boiled Angel di Mike Diana, allo Spazio Nadir.

Le tue storie hanno trovato casa pure su Zazà Mag, di cui sei diventato anche curatore. Ci racconti questo aspetto del tuo lavoro?
Zazà Mag è una creatura di Ale Pop, Pierluca Galvan e Riccardo Rottaro di In Your Face Comix. Ale all’inizio mi chiese qualche illustrazione e poi qualche tavola a fumetti da pubblicare su Zazà.
Io abitavo vicino a lui e durante una delle mie visite a casa sua, mi chiese se volevo collaborare ed entrare a far parte della redazione del magazine. Pierluca, co-redattore del progetto, si era trasferito già da qualche anno a Parigi. Tutto iniziò cosi, passando ore a discutere di anarchia, progetti artistici e fumetti.

Visto che Zazà Mag è una creatura di Ale Pop, puoi condividere il ricordo che hai di lui con le nostre lettrici e i nostri lettori?
Purtroppo Alessandro Staffa, in arte Ale Pop, ci ha lasciati qualche mese fa, dopo una grave malattia con cui ha combattuto fino alla fine, facendo quello che più gli piaceva: disegnare.
È stata una delle menti più geniali nel mondo dell’illustrazione e del fumetto degli ultimi quarant’anni. Era una persona diretta, schietta e sincera con tutti. Ripenso sempre ai momenti passati assieme nel suo studio con molta nostalgia.

Infine, una domanda di rito: puoi svelarci i tuoi progetti futuri?
Spero di riuscire a portare a termine il prossimo anno il libro che Ale Pop e io avevamo cominciato assieme: una raccolta di illustrazioni, un confronto generazionale con un tema comune.
Quest’autunno, troverete alcuni miei lavori pubblicati su Interiors e Sieropositivo Magazine.
Nel frattempo, ho curato la copertina e fatto alcuni collage per un libro di Riccardo Balli edito da Agenzia X, che verrà pubblicato a settembre.
Per il Comicon di Napoli, uscirà il nuovo numero di Zazà Mag interamente dedicato ad Ale Pop, curato assieme a Licia Viero.

Grazie, Nicola, per la tua disponibilità!

Intervista realizzata via mail a metà luglio 2025.

NICOLA STRADIOTTO

L’universo artistico di Nicola Stradiotto (1979, Asolo, Treviso) si nutre di disegno contemporaneo, fumetti indipendenti, nonsense, surrealismo, pop art, fluxus, blotter art e street photography, influenze che mescola attraverso vari formati, materiali e tecniche (pittura acrilica, inchiostro e collage).
I suoi lavori sono stati esposti in Italia, Stati Uniti e Messico. Ha pubblicato illustrazioni e fumetti su Carpazine (New York), Merde Magazine (Parigi), Antifa!nzineCapek MagazineZazà MagInteriors e nella raccolta Pride per Spaghetti Comix. Con In Your Face Comix ha pubblicato JackpotLa Bambina Fantasma con DAST, Ufo Paranoia e ha partecipato alla raccolta Fumetti di Menare. (Fonte: http://www.erisedizioni.org)

Federico Beghin

Federico Beghin

Padovano, Federico legge molto, cerca di sbarcare il lunario e ama il calcio. Scrive per le riviste "Lo Spazio Bianco" e "Quasi", parla per i podcast "hipsterisminerd" e "La Kame House" e per "LSB Live".
Insieme a Emanuele Vascon ha scritto l'antologia di racconti "In due" (Amazon).
Ha sceneggiato "Origini SegretiSSSime" per i disegni di Denis Gatto (In Your Face Comix). Insieme a Nicola Stradiotto ha realizzato “Una carcassa grottesca”, fumetto breve pubblicato in “Zazà Mag” #4, la cui versione estesa è presente in "Jackpot" (In Your Face Comix).
Ha scritto il saggio "Il Batman: sanguinario e spensierato" pubblicato da Oblò. Nel libro "Quaderni di Comicon: Edmond Baudoin" è presente con il saggio "Piero, Baudoin e i giovani lettori".
Suoi racconti si trovano nelle antologie "Francamente me ne infischio" vol. 1 (Re Artù Edizioni), "Otaku Stories" (Idrovolante Edizioni), "Albori Letterari".

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