Sembri la morte è il primo spin off della saga Umbrella Academy, creata nel 2007 da Gerard Way e Gabriel Bá, da cui Netflix ha tratto l’acclamata serie tv.
Dopo La suite dell’apocalisse, Dallas e Hotel Oblivion – i tre volumi scritti e disegnati dai due creatori, editi da Dark Horse Comics (in Italia da Bao Publishing) – Sembri la morte è realizzato su soggetto di Way, sceneggiatura di Shaun Simon e disegni di I.N.J. Culbard. La copertina e le illustrazioni fra i capitoli sono però di Gabriel Bá, mentre la traduzione italiana è di Leonardo Favia.
Il fumetto, sempre edito da Bao, è ambientato una decina di anni prima di La suite dell’apocalisse e il protagonista assoluto è Klaus, cioè Numero 4, uno dei personaggi più amati della serie TV. Klaus, tossico e inaffidabile come sempre, viene cacciato dalla Umbrella Academy dal capofamiglia Sir Reginald Hargreeves. Cerca in tutti i modi di non andarsene, sperando nella complicità dei fratelli, ma è infine costretto a volare via a cavallo della sua valigia. L’unica destinazione possibile per un tipo come lui è Hollywood, dove la sua strada, costellata di evasioni più o meno allucinogene, incrocia quella di uno scimpanzé vampiro e signore della droga che ama farsi chiamare Il Brivido.
Grande appassionato e conoscitore dell’universo in cui agisce la famiglia Hargreeves (nonché migliore e più vecchio amico di Way), Simon elabora una storia in perfetto stile Umbrella Academy, nella quale sono banditi i cliché e gli schemi narrativi, pur presenti, sono mascherati a dovere. In una trama principale ben definita si innestano varie sottotrame legate ai comprimari e la vicenda non procede in modo lineare ma serpeggia fra la realtà, i sogni, i flashback di Klaus e gli sforzi dei suoi inseguitori. Il ritmo è alto e garantito anche dai continui cambi di ambientazione, quasi sempre evidenziati da titoli inseriti nelle vignette che possono apparire a volte superflui, perché in molte sequenze le immagini sono più che sufficienti a lasciare intendere il cambio di scenario.
L’uso dei titoli nelle vignette è invece più azzeccato quando identifica, al posto dei luoghi, alcune situazioni particolari, come nel caso delle modalità di viaggio aereo di un vampiro.
Si nota, soprattutto nei finali dei capitoli, una certa compressione narrativa dovuta al fatto che Sembri la morte è stato pubblicato originariamente in sei episodi separati (e qui riuniti); nonostante questo, lo sviluppo della storia non ne risente proprio per il ritmo serrato e coinvolgente.
A tenere alta l’attenzione e la tensione c’è il protagonista: Klaus domina la scena ed è in grado di conquistare sia i fan della serie sia i lettori che non la conoscono. La sua caratterizzazione è strettamente legata a dialoghi cuciti su misura, che confermano l’incapacità di Numero 4 di compiere un qualsiasi gesto prevedibile, o dare una risposta scontata. Ma a parte la sua follia e la sua superficiale stravaganza, dialoghi e atteggiamenti consentono di scoprire il vero Klaus, la sua indole, il carattere sfaccettato, i desideri più profondi: dall’odio per i narcisisti e per le banalità, alla ricerca di situazioni intriganti, al desiderio di tornare a quel Vuoto (un posto grigio, né paradiso né inferno) che ha visitato durante un periodo di morte. La morte, in effetti, è una sua neanche tanto invisibile compagna di viaggio. Klaus la sfida, in una battaglia persa in partenza (ma forse no).
Meritano di essere menzionati, al pari del cattivo Hugo Brivido, anche alcuni degli altri comprimari, siano essi vivi o morti, tutti egualmente caratterizzati con un certo spessore. In particolare Vivian Clarke, attrice a fine carriera che critica un cinema ormai dedito a esplosioni e sparatorie più che allo stile e Lyle, il tormentato scrittore in stasi nel Vuoto, che dopo Klaus è la figura psicologicamente più profonda ed è la chiave della svolta finale.
Il fattore, determinante, che unisce tutti i personaggi di Sembri la morte è la loro crescita: chi indossa un abito nuovo, come il gigolò Chad che diventa un lacché, chi rivela un’essenza malvagia, chi scopre nuovi scopi o amplia i propri orizzonti. Gli unici a rimanere se stessi, e a essere meno approfonditi, sono gli dèi di Hollywood, anche per l’indole divina che li distingue.
Ian Culbard, che si occupa sia dei disegni sia dei colori, utilizza un segno stilizzato tendente al realistico, con figure morbide e un’attenzione particolare ai dettagli soprattutto in primi e primissimi piani, a testimoniare una ricerca minuziosa delle espressioni. Si nota, in rari casi, una minor cura in alcuni campi medi o lunghi (come nell’officina di tavola 3), non tanto sui volti dei personaggi quanto sugli sfondi, a volte un po’ troppo essenziali, quasi asettici.
Molto espressive le pose dei protagonisti, la cui recitazione asseconda al meglio l’incedere della storia. Le scene d’azione, ad esempio, sono sobrie ma efficaci, basate non tanto su rotture della quarta parete (del tutto assenti), su linee cinetiche o su onomatopee esagerate, quanto sull’intensità dei personaggi.La griglia è in prevalenza a tre strisce con vignette regolari, ma sono presenti anche splash o costruzioni più dinamiche, con illustrazioni a tutta pagina e vignette sovrapposte, spesso utilizzate per evidenziare dettagli significativi.
I colori svariano fra tonalità tenui, vivaci o cupe, con una presenza quasi costante di viola o verde acido (che identifica i morti evocati da Klaus), per un adeguato tocco psichedelico.
Il volume è arricchito fra l’altro dalla prefazione di Robert Sheehan, l’attore che interpreta Numero 4 nella serie Netflix, e dalla postfazione di Shaun Simon, che parla del suo rapporto con l’amico Gerard Way e con Klaus. Non mancano le copertine variant e i bozzetti di Culbard.
Sebbene la lettura di Sembri la morte possa essere affrontata anche dai neofiti dell’universo narrativo di Umbrella Academy, va detto che un’infarinatura generale sui poteri di Klaus sarebbe opportuna, dal momento che nel fumetto non si accenna né alla loro origine, né alle potenzialità.
Non bisogna poi lasciarsi ingannare dall’etichetta “spin-off”, che troppo spesso si associa a prodotti derivati da un grande successo, ma di scarsa qualità, da dare in pasto a un pubblico vorace. Non è il caso di questo lavoro, per la bravura delle figure artistiche impegnate nel progetto e per la potenza del personaggio principale.
Abbiamo parlato di:
Sembri la morte – Racconti di Umbrella Academy
Gerard Way, Shaun Simon, I.N.J Culbard
Traduzione di Leonardo Favia
Bao Publishing, 2022
176 pagine, cartonato, colori – 20,00€
ISBN: 9788832736908
Il prequel di Umbrella Academy: focus on Klaus, A.K.A. Numero 4
Sembri la morte, scritto da Gerard Way, Shaun Simon e disegnato da I. N. J. Culbard, approfondisce il personaggio di Klaus, alle prese con dèi e vampiri in una Hollywood fantastica e psichedelica.
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