Wonder Woman 1984
Nella precedente puntata di Nuvole di Celluloide, avevamo evidenziato come la Warner si stesse preparando a una decisione definitiva su Wonder Woman 1984, mettendo in conto un rinvio a una data più agevole nel 2021 come opzione più plausibile. A smentire questa ipotesi ci ha pensato, nei giorni scorsi, la stessa major, annunciando che l’atteso sequel sull’amazzone DC Comics uscirà come previsto nei cinema USA il prossimo 25 dicembre, con una diffusione in contemporanea anche in streaming sulla piattaforma HBO Max.
Questo annuncio ha scatenato l’entusiasmo degli esercenti cinematografici USA, ma anche perplessità da parte degli addetti ai lavori. E’ ovvio che una uscita nei cinema sia un grande segnale da parte della Warner, che già con Tenet aveva confermato il grande amore per il pubblico che ama la magia della sala cinematografica a differenza di altri studios che, anche recentemente, hanno ridotto di molto la finestra di distribuzione. È però vero che la pandemia negli Stati Uniti, anche a fronte di una “non gestione” da parte dell’amministrazione Trump, stia proprio in questi giorni toccando alcuni record negativi, con numeri che potrebbero arrivare a toccare vette catastrofiche poco prima di Natale. È in questo quadro che una uscita natalizia resta abbastanza rischiosa, mentre un rinvio a una data estiva, con un ritorno alla normalità forse già nelle sue fasi espansive (anche grazie ai vaccini in arrivo) appariva forse una mossa più sensata.
Chi guarda con ottimismo alla notizia dell’uscita a natale è stato anche Richard Newby di The Hollywood Reporter, che in un lungo articolo ha evidenziato come la decisione di diffondere il sequel diretto da Patty Jenkins anche su HBO Max, sia una ulteriore conferma che la piattaforma è un tassello irrinunciabile per il futuro dell’universo cinematografico DC, esprimendo la convinzione che, così come si sta facendo con The Suicide Squad – Missione Suicida e la serie spin-off Peacemaker, HBO Max possa estendere anche progetti collegati ad altri eroi DC Comics, come Aquaman e, per l’appunto, Wonder Woman.
Non tutti i personaggi possono avere il successo di Batman nei film, e questo potrebbe diventare un punto di forza per ciò che la Warner Media sceglie di presentare e come sceglie di rilasciarlo. E quando guardi l’MCU, anche con il riconoscimento del marchio e la capacità di prendere personaggi come Guardiani della Galassia e Ant-Man e trasformarli in proprietà cinematografiche, c’è una ragione per cui personaggi come She-Hulk, Moon Knight e Hawkeye stanno debuttando nelle serie Disney+ invece che in film standalone. E nel caso della DC, c’è un motivo per cui stiamo ottenendo una serie di Peacemaker e non un film su Peacemaker. Non è una questione di qualità, ma di cercare i fan dove si trovano e su piattaforme in cui i personaggi e i registi preferiti dai fan hanno maggiori probabilità di avere successo.
Wonder Woman, ovviamente, non avrebbe avuto problemi se il 2020 fosse stato come qualsiasi altro anno. Il suo film su HBO Max insieme all’uscita nei cinema non è un colpo alla popolarità del personaggio, piuttosto un segno dei tempi. Ma mettere un film enorme e popolare come quello su HBO Max e farlo seguire da Justice League di Zack Snyder, aumenta potenzialmente la consapevolezza di ciò che HBO Max ha da offrire ai fan dei fumetti. Una serie su Peacemaker non sembra così fuori dal mondo, o inessenziale per un pubblico generale, se HBO Max ha già costruito una reputazione con titoli essenziali come Wonder Woman 1984. E allo stesso modo, gli spin-off cinematografici proposti di Aquaman (2018) e Wonder Woman – The Trench e The Amazons, rispettivamente – sembrano il tipo di proprietà che potrebbero facilmente diventare eventi su HBO Max invece che iniziative potenzialmente rischiose come esperienze esclusivamente cinematografiche in un mercato incredibilmente affollato.
A pensarla in maniera decisamente diversa è invece Scott Mendelson su Forbes, che in un articolo dal titolo abbastanza esaustivo (“Wonder Woman 1984 non merita di essere l’agnello sacrificale nella guerra dello streaming”), sottolinea come l’uscita del sequel sull’amazzone DC Comics sulla piattaforma possa essere un rischio maggiore di quanto la Warner pensi.
La “grandezza” di Soul e Wonder Woman 1984 (che debutteranno su piattaforme rivali lo stesso dannato giorno) è sia un distintivo d’onore (sono abbastanza grandi da presumibilmente guidare nuovi abbonamenti alla nuova piattaforma di streaming della loro società madre) sia una tragedia (vengono sacrificati agli dei in streaming). La natura autonoma di Soul e Mulan rende i loro brevi viaggi nelle sale meno pericolosi di Wonder Woman 1984. Come notato settimane fa, mandare No Time to Die in streaming rischiava di diminuire il valore e il prestigio della serie di James Bond come proprietà cinematografica. Wonder Woman 1984 in anteprima su HBO Max (in concomitanza con proiezioni cinematografiche limitate) seguito dalla nuova versione di Justice League di Zack Snyder e dall’imminente Green Lantern Corps l’anno prossimo rischia di trasformare la DC Films, il più grande marchio cinematografico di WB, in una proprietà associata allo streaming.
Se i cinema saranno attivi e funzionanti entro la prossima estate, allora sì, la Warner Bros. si augurerà di avere più tentpole in mezzo a una raffica di altri grandi film (Godzilla vs. New Legacy, ecc.). La prossima estate non sarà più affollata di una normale stagione estiva, dal momento che la maggior parte dei presunti grandi film del 2021 (Jurassic World: Dominion, The Matrix 4, Spider-Man 3, ecc.) sono fuggiti e molti dei tentpoles della prossima estate avrebbero dovuto essere i tentpoles di questa estate. Wonder Woman 1984 di Patty Jenkins e Gal Gadot (che avrebbe probabilmente aperto con circa 150 milioni di dollari, il massimo per un film diretto da una donna) avrebbe dovuto essere un inno alla vittoria per tutti i soggetti coinvolti, inclusa una DC Films in ripresa. Invece di battere i record, lotterà per andare in pareggio. Ancora una volta, Diana, ti chiediamo troppo.
Alcuni addetti al settore del licensing, però, vedono l’uscita di Wonder Woman 1984 a Natale come una possibilità, per il merchandise, di registrare un aumento delle vendite nonostante alcuni prodotti legati alla pellicola siano già stati lanciati all’inizio dell’anno. Secondo alcuni, infatti, Warner Media potrebbe sfruttare le piattaforme di e-commerce per offrire un marketing più integrato per i prodotti legati alla pellicola su HBO Max, evidenziando come la Universal abbia fatto qualcosa di simile con Trolls World Tour, diventato il titolo on demand con il maggior incasso di sempre e aiutando così i numerosi partner nei settore dei giocattoli e della moda.
Tom & Jerry
La diffusione del primo trailer ufficiale di Tom & Jerry segna il ritorno sul grande schermo della famosa coppia protagonista dei cartoni animati di Hanna & Barbera, in quella che si può definire (fin da subito) la rivincita del gatto e del topo sul grande schermo. I due personaggi infatti erano apparsi l’ultima volta in una produzione cinematografica nel lontano 1992, in una pellicola diretta da Phil Roman che si rivelò del tutto incapace di cogliere lo spirito originale dei personaggi, oltre che un clamoroso insuccesso al box office.
Anni dopo, il trailer del nuovo film diretto da Tim Story rivela certamente una trama che si potrebbe considerare una sorta di canovaccio narrativo, ma presenta anche al suo arco un paio di frecce rese subito evidenti nel filmato promozionale. La prima è lo spirito da “slapstick comedy” che l’ambientazione alberghiera e le gag tra i due fanno subito intravedere, evidenziando immediatamente come le atmosfere delle perenni lotte tra il gatto e il topo siano al centro della pellicola (a differenza del lungometraggio di Roman), e dall’altra presenta in maniera non banale una fusione tra live-action e animazione molto classica, dove vi è una marcata sospensione dell’incredulità sul fatto che gli animali del film siano per la maggior parte creature animate, elemento questo che sembra richiamare i concept di vecchi film quali L’ammiraglio è uno strano pesce del 1956 (sempre della Warner).
Da questo punto di vista si può certamente affermare che, al suo primo impatto, la campagna promozionale di Tom e Jerry ha saputo immediatamente sorprendere, trasformando quella che poteva essere una pellicola con basse aspettative in una delle scommesse migliori per la major, soprattutto in un anno decisamente nero a livello cinematografico. Sperando che, quando Tom & Jerry uscirà, il pubblico lo possa guardare finalmente all’interno di un cinema e non in streaming.
American Film Market
La rassegna legata alle pellicole in distribuzione, di cui abbiamo parlato anche nella precedente puntata, è andata avanti nei giorni scorsi con la presentazione di numerosi progetti che hanno attirato l’attenzione degli acquirenti.
Uno di questi è Major Grom and The Plague Doctor, adattamento per il grande schermo della serie supereroistica pubblicata in Russia da Bubble Comics, che si sta occupando delle vendite internazionali del film, che sarà distribuito in Russia da Walt Disney Studios ad aprile.
Major Grom è un titolo perfetto per il mercato globale – ha dichiarato Mila Rozanova, vicepresidente del settore vendite di Bubble Studios – Crediamo che sia esattamente ciò che cercano gli acquirenti internazionali. È una storia guidata dall’azione di un regista visionario, basata su un fumetto bestseller che è ancora molto autentico. Parla nel linguaggio narrativo di oggi in termini di personaggi carismatici, senso dell’umorismo, effetti visivi e ritmo.
Per quanto riguarda invece il settore dell’animazione, sempre per la Russia, lo studio Soyuzmultfilm presenterà tre nuovi film d’animazione, tra cui The Alpine Campaign. Incentrato sulla storia di Grisha, arruolato nell’esercito russo alla vigilia di una campagna insidiosa nelle Alpi e determinato a sopravvivere e tornare dalla donna che ama, egli deve superare i dubbi su se stesso e compiere un singolo atto eroico. Il film animato in CGI sarà disponibile la prossima primavera.