“Non ringraziare me. O amico dei morti. Presto sarai fra noi e allora pagherai il prezzo del potere che ti è stato dato da colui che vive negli abissi…”
(La morte rivolta a Mefisto)
Il western è un genere ormai morto. Sono pochissimi quelli che oggi fanno fumetti western, rappresentano una rarità forse; e pensare che mezzo secolo fa la frontiera rappresentava una vera e propria miniera d’oro per chi voleva fare western, una miniera cui artisti e registi attingevano a piene mani accrescendone il mito. Nel nostro paese, poi, si può dire che il fumetto western ha dominato completamente le edicole italiane, addirittura l’editore Sergio Bonelli ha pubblicato prevalentemente western fino all’inizio degli anni ’80. Poi è arrivata la nuova leva d’autori che ha sfornato personaggi che del western non volevano proprio saperne e così cow-boy e indiani sono andati in pensione, per sempre.
Tuttavia c’è un personaggio che non solo ha deciso che della pensione non sa che farsene, ma che addirittura ancor’oggi non teme rivali nel fumetto italiano e regna incontrastato nelle edicole e librerie di tutto il bel paese.
Tex Willer è davvero un fenomeno, e non solo per le sue pistole e cazzotti: resiste infatti anche nel mondo odierno ormai dominato da ogni genere di fumetto, con tirature che renderebbero felice qualsiasi editore che ne realizzasse anche solo metà.
Con ormai ben settecento albi all’attivo in settant’anni di vita editoriale, Tex è, forse, l’unico esempio di western longevo (insieme a Blueberry) in tutto il mondo. Merito di storie sempre avvincenti e scorrevoli, ma soprattutto merito dei suoi creatori, lo sceneggiatore Gianluigi Bonelli e il disegnatore Aurelio Galleppini.
La formidabile coppia è riuscita negli anni a realizzare storie degne di essere definite capolavori: fin dalle prime avventure (Il Patto di Sangue, Sangue Navajo), per poi giungere a storie adulte e complesse (Tex tra due bandiere).
Ma, in tutto questo, il ciclo di storie che vede protagonista il malvagio Mefisto non ha eguali nella storia del ranger e nel cuore dei lettori, i quali in un sondaggio realizzato dall’editore, lo elessero antagonista preferito per le storie di Tex.
Recentemente la Mondadori ha pubblicato, per la prima volta, tutte le avventure di Tex contro Mefisto, in cinque corposi volumi a un prezzo molto economico. Un’iniziativa eccezionale, per conoscere finalmente tutti i tasselli della più avvincente saga texiana.
Tra tutte ho scelto il terzo volume, Magia nera, contenitore di due storie fondamentali per la saga: Il figlio di Mefisto e Nel regno dei Maya.
In oltre seicento pagine c’è davvero il vertice assoluto della carriera di Bonelli e Galep, una perfetta intesa di parole e disegni mai più eguagliata dai due autori.
Tutto è strano, particolare e innovativo in questa storia, a cominciare dal lungo e inquietante prologo in cui la voce narrante è affidata nientemeno che alla morte in persona che ci guida nella profondità degli abissi dove assistiamo alla terrificante morte di Mefisto divorato dai topi.
Basta questa sequenza per capire di trovarsi di fronte all’avventura più cupa e oscura di Tex.
E il vero male arriva quando facciamo la conoscenza del figlio di Mefisto, Yama, ancor più crudele del satanico genitore e che domina incontrastato le prime cento pagine del volume fino alla discesa in campo di Tex; caso davvero unico nella storia del ranger, comparire solo nella parte finale dell’albo.
Insomma, pagina dopo pagina assistiamo a uno dei migliori esempi della lotta tra il bene e il male, permeata da un’intensa atmosfera horror, rappresentata magistralmente nelle tavole di Galep qui nel suo trionfo artistico: tratteggio fitto e pennellate decise e profonde fanno da cornice a una serie di sequenze da antologia nella storia di Tex: la fine di Mefisto, le sequenze del veliero in balia della tempesta cariche d’atmosfera e il finale nelle infernali foreste dello Yucatan, in cui il grande artista sfodera una profondità di campo e un’inedito uso dell’inquadratura che accompagnano splendidamente la storia di un Gianluigi Bonelli assolutamente irripetibile; tra suspense, riti voodoo, zombie e indios, il formidabile sceneggiatore sfodera una storia dark, che si legge tutta d’un fiato che spesso dobbiamo trattenere. Credetemi, gli aggettivi si sprecano parlando di un simile capolavoro. Qui vi è tutta l’arte di due autori che hanno fatto la storia del fumetto italiano e di un eroe che non si è ancora stancato di esserne l’assoluto protagonista.
Curiosità
In origine le storie contenute nel volume uscirono a distanza di circa tre anni: Il figlio di Mefisto (con gli albi I quattro amuleti e Magia nera) nel 1971, mentre Nel regno dei Maya (la cui storia cominciava nell’albo precedente Il ritorno di Yama e terminava con quello successivo, La danza del fuoco) nel 1973.
Edizione consigliata
Niente male l’iniziativa della Mondadori di racchiudere tutta la saga di Tex contro Mefisto in cinque corposi volumi formato e raccolti in un cofanetto. Se Magia Nera rappresenta il vertice assoluto della saga, vale la pena acquistare anche gli altri volumi.
Introduzione all’edizione consigliata di Franco Busatta, con all’interno interpretazioni da parte del disegnatore Fabio Civitelli. Copertina di Claudio Villa.
Altre edizioni
Sicuramente quella più o meno simile realizzata dalla Mondadori nella collana Oscar Best Sellers, Tex e il figlio di Mefisto, in cui però viene proposta solo la prima parte del volume consigliato.
300 volumi essenziali per una biblioteca che copra l’intera storia dei fumetti:
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