“Gaku”: il fascino irresistibile della montagna

“Gaku”: il fascino irresistibile della montagna

Vicende umane si intrecciano sullo sfondo delle alpi giapponesi mentre un giovane scalatore si dedica alle sue due grandi passioni: la montagna e salvare vite.

Version 1.0.0A seguito del consenso di pubblico e critica del manga Blue Giant, J-Pop recupera l’opera prima del mangaka Shinichi Ishizuka, incentrata su quella che, insieme al jazz, è la sua grande passione: l’alpinismo. Non si tratta di un’opera inedita in Italia, già Planeta de Agostini aveva iniziato la sua pubblicazione nel 2009 salvo interrompersi prima che questa giungesse a conclusione. Un destino da cui Gaku ha potuto affrancarsi grazie al successo di Blue Giant, che ha acceso i riflettori su un autore altrimenti passato in sordina. Non serve ricordare la tradizione alpinistica del Bel Paese, che è patria del più grande scalatore al mondo, Reinhold Messner, per rimarcare quanto crudele sarebbe stato non dar modo ai numerosi lettori italiani appassionati di alpinismo di aggiungere alla propria libreria, nella sua interezza, un’opera che è un’autentica lettera d’amore alla montagna, magari sullo stesso scaffale de La vetta degli Dei.

A quanti approcceranno Gaku a lettura di Blue Giant avvenuta è bene anticipare cosa vi ritroveranno e in cosa invece prende le distanze. Anche qui la storia ha per protagonista un giovane che ha deciso di dedicare la propria vita alla sua passione, la montagna appunto. Ma se la dedizione di Dai Miyamoto nel suonare il sassofono è finalizzata alla propria realizzazione personale, quella del soccorritore alpino Sanpo Shimazaki persegue obiettivi assai più altruistici: salvare vite. Stiamo parlando, in entrambi i casi, di alter ego dell’autore che con questi due personaggi, sembra voler mettere in campo due modi diversi di approcciare la vita.

Due stili che hanno dato risultati ben diversi, e non può certo considerarsi un caso se la sfrontata ricerca del successo di Dai abbia portato il manga di cui è protagonista ad un’inaspettata popolarità. Tutti hanno un innato desiderio di emergere, di affermarsi e di scalare le gerarchie sociali, questo soprattutto in una società collettivistica e meritocratica come quella giapponese. L’immedesimazione è dunque garantita. Ben diverso il discorso per Sanpo, il protagonista di Gaku, la cui capacità di reagire alle brutture e alle tragedie senza perdere mai il sorriso e senza un proprio tornaconto è un esempio, di difficile attuazione, per quanti ad ogni ostacolo si perdono d’animo e alla lotta preferiscono la resa. La montagna è sì il palcoscenico dove la natura da sfoggio della sua bellezza e maestosità, ma è anche teatro di incidenti che spesso si concludono in tragedia. In montagna si muore, e di una morte violenta. La sinfonia popolare che accompagna queste tragedie la conosciamo ed è semplificabile con il principio del “se la sono cercata”. Per Sanpo Shimazaki non è così. Per quanto imprudente possa essere stata la vittima, Sanpo non giudica e non rimprovera. E quando ci si aspetterebbe che scoraggi il malcapitato, salvato per il rotto della cuffia, ecco che lo invita a tornare. La vetta è sempre lì ad aspettarlo, pronta a dargli una seconda possibilità per quanto rischiosa. Perché andare in montagna è un po’ come tornare a casa e riscoprire così il rapporto con il nostro io più profondo. Chi impedirebbe mai a qualcuno di far ritorno a casa?

Sanpo è incarnazione dello spirito della montagna o, come lo indicavano i nativi americani, uno spirito guardiano. Noi lo definiremmo un angelo custode. E se rinunciare a una vita scadenzata da lavoro e famiglia, scegliere di non avere radici e fare di una tenda la propria casa per molti equivale ad un sacrificio, per Sanpo no. Per lui anche solo il panorama che lo attende ad ogni risveglio, e quel caffè caldo sorseggiato nella solitudine di una tempesta sono motivi sufficienti per rinunciare ad una vita fatta di stress, orari e oneri da rispettare.

Gaku 2Gaku è un manga dalla struttura episodica, un susseguirsi di missioni di salvataggio che sacrifica molto in termini di evoluzione della storia, rinunciando di fatto a una trama orizzontale (ben presente invece in Blue Giant), per concentrarsi sui rapporti umani che il soccorritore via via intesse con i malcapitati. Qualcuno morirà, qualcun’altro sopravviverà ed entrerà a far parte della sua vita, perché salvare la vita a una persona vuol dire creare con questa un legame indissolubile. Numerosi sono i personaggi comprimari, di ognuno di essi l’autore racconta il passato e cosa li ha spinti a fare della montagna e del salvare vite la propria missione.

Ed è proprio nella struttura episodica e nell’attenzione alle tematiche sociali che quest’opera di Ishizuka si mostra debitrice dello stile di Kenshi Hirokane. Questi infatti, prima di intraprendere la carriera di mangaka era dipentente della Panasonic Corp., esperienza che ha riversato nel suo manga di maggior successo, Kachō Kōsaku Shima, in cui racconta l’ascesa di un salaryman all’interno di un’azienda giapponese di elettronica. La sua conoscenza di quella che potremmo definire la “cultura aziendale giapponese” rappresentava una novità, pochi autori manga potevano vantare un esperienza in una multinazionale di tale dimensioni.
Come Hirokane anche Ishizuka ha fatto il suo debutto nel mondo dei manga tardivamente, a seguito della chiusura dell’azienda di commercio d’importazione per la quale lavorava, e trovarsi a trent’anni senza un lavoro in Giappone equivale a un fallimento sociale che di fatto complica anche la ricerca di un nuovo impiego. Di qui la scelta di disegnare manga, una svolta per certi versi obbligata.

Ishizuka mette in campo, nel suo Gaku, tutte le contraddizioni della società nipponica facendo dell’alpinismo la valvola di sfogo di un’umanità prigioniera di un tessuto sociale rigido che spesso soffoca le aspirazioni. Le persone soccorse da Sanpo si rivolgono alla montagna per essere salvate oltre che per ritrovare se stesse. Individui incravattati, stretti nella morsa di un’esistenza regolata da promozioni e licenziamenti che, all’iniziale scetticismo nell’apprendere dello stile di vita da rurouni delle montagne di Sanpo, finiscono inevitabilmente per invidiarne lo spirito libero e l’inalterabile entusiasmo.

Gaku 3

Gaku non è dunque la classica lettura di montagna, perché non legata al racconto di leggendarie imprese o immani tragedie (che è possibile però vivere nell’emozionante volume finale), ma è un viaggio alla scoperta del ruolo che la montagna esercita nell’immaginario di un popolo, quello giapponese. Un popolo che per tradizione ha venerato le montagne, non solo il Monte Fuji, come divinità e proprio in questi luoghi viene per comunicare con il mondo degli spiriti e dei morti. E quale miglior guida di Sanpo, autentica personificazione di un kami, per intraprendere un viaggio in una natura ostile, se vogliamo spietata, ma al cui fascino e richiamo è impossibile resistere.

Abbiamo parlato di:
Gaku Vol. 1-9
Shinichi Ishizuka
Traduzione di Fabiano Bertello
J-Pop, Luglio 2023/Novembre 2024
432 pagine, brossurato,  nero/bicromia – 15,00 €
ISBN: 9788834920367

 

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