Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco che, dal 2017, si occupa dei nuovi numeri uno in uscita negli States ogni mese.
In questa quinta puntata del nuovo corso (la #125, secondo la numerazione Legacy…) attenzione incentrata su alcune delle novità uscite durante l’estate 2024.
Uncanny X-Men #1 di Gail Simone, David Marquez, Matthew Wilson (Marvel Comics, agosto 2024)
Dalle ceneri dell’era Krakoana, dopo X-Men, ritorna anche la storica testata mutante Uncanny X-Men che mancava dagli scaffali dal 2019 e che viene affidata a Gail Simone per i testi e a David Marquez e Matthew Wilson per disegni e colori.
Sceneggiatore principe di Uncanny è stato Chris Claremont, che detiene ancora oggi il primato del numero di storie scritte per la testata, e Simone sembra volere innestare la sua run proprio nel solco stilistico di X-Chris, con una storia d’esordio focalizzata sui rapporti tra personaggi e il loro approfondimento psicologico. In special modo, a essere oggetto di questo trattamento è Rogue, leader di quella che appare essere una nuova formazione degli X-Men in antitesi con il gruppo capeggiato da Ciclope e scritto da Jed MacKay. Al contempo, la sceneggiatrice sembra voler sfruttare un altro topos claremontiano e sin da questo esordio inizia a imbastire un paio di sottotrame che affiancano la narrazione principale.
Marquez e Wilson elevano la qualità di questo primo numero. Il disegnatore sembra già padroneggiare al meglio i vari personaggi mutanti la cui resa estetica è ricca di espressività e molto legata all’aspetto classico dei vari eroi. Anche il dinamismo e la regia delle pagine in cui si sviluppano gli scontri sono chiari ed efficaci, supportati da una palette cromatica dai toni chiari e accesi.
Rispetto a X-Men, questo debutto di Uncanny appare più riuscito, senza dubbio da un punto di vista grafico, ma anche dal lato narrativo, grazie all’empatia che Simone è capace di far provare per i vari personaggi. Siamo sempre davanti a un ritorno al classico, ma almeno la lettura è piacevole e coinvolgente.
David Padovani
Plastic Man no more! #1 di Christopher Cantwell, Alex Lins, Jacob Edgar, Marcelo Maiolo (DC Comics, settembre 2024)
Può Plastic Man, che da sempre ha fatto della comicità slapstick e narrativa il centro delle sue storie, essere invece protagonista di un fumetto in cui il body horror affianca il dramma ed entrambi vanno a braccetto con un’amara ironia dei testi? La risposta è affermativa se a scrivere la miniserie è Christopher Cantwell, a disegnarla è Alex Lins e la stessa è pubblicata sotto l’etichetta Black Label di DC.
La leggerezza delle avventure dell’ex malvivente Patrick Eel O’Brian si trasforma sin dalle prime pagine nell’amaro racconto di un’esistenza misera di un uomo meschino a cui è capitato di acquisire superpoteri e che nasconde nella costante sdrammatizzazione delle proprie relazioni personali un egoismo e una incapacità di altruismo ed empatia. Il fatto che quegli stessi poteri che, di fatto, gli hanno permesso di elevarsi a ruolo di eroe, adesso lo stanno portando alla morte, potrebbe forse far comprendere a Plastic Man i tanti errori personali commessi e indurlo a provare a recuperare i rapporti con la sua famiglia, ma forse è troppo tardi per tutto ciò.
Cantwell spinge l’acceleratore narrativo sull’approfondimento dei rapporti interpersonali dell’eroe e sulla frustrazione dello stesso nei confronti dei suoi compagni di squadra della Justice League. Al contempo Lins con il suo stile liquido e grottesco crea tavole intrise di un body horror appena smussato dalla propria cifra autoriale lontana dal realismo. Da evidenziare, in questo esordio, anche le due sequenze disegnate da Edgar, in cui lo stile cartoonesco dei disegni fa risaltare ancora di più l’amarezza dei testi e delle situazioni.
David Padovani
Universal Monsters: Frankenstein #1 di Michael Walsh (Image Comics, agosto 2024)
Dopo Creature from the Black Lagoon Lives! e Dracula, una nuova miniserie si aggiunge agli Universal Monsters di Image Comics e Skybound: è la volta di Frankenstein di Michael Walsh, affiancato da Toni Marie Griffin per la colorazione e Becca Carey per il lettering. L’artista di The Silver Coin, nella postfazione del primo albo, si dichiara appassionato di ogni genere di horror, ma specifica una predilezione per il body horror. Subito dopo afferma di apprezzare molto la storia del mostro di Frankenstein sia nella forma del romanzo originale che degli adattamenti cinematografici. Proprio a un film, quello di Universal Studios del 1931, si è rifatto per il suo fumetto, nel quale ha intenzione di analizzare le varie parti del corpo, della mente e dell’emotività della Creatura, episodio dopo episodio.
L’esordio, The Hands of a Father, è caratterizzato da una narrazione veloce, a tratti silenziosa e poi fragorosa, durante la quale i lettori, immedesimandosi in un bambino infiltratosi nel laboratorio dello scienziato pazzo, possono incontrare il mostro.
Della colorazione colpiscono particolarmente le vignette accese da un verde acido che non lascia presagire nulla di buono, assecondando una messa in scena attenta a non svelare tutto e subito. Infatti Walsh somma tanti rettangoli orizzontali lunghi e stretti, in cui cerca di dare risalto a ogni singola azione dei personaggi coinvolti. Una scelta che non rallenta il ritmo, ma invoglia a proseguire la lettura anche nell’incipit di una storia arcinota.
Federico Beghin
Minor Arcana Book 1 di Jeff Lemire (BOOM! Studios, settembre 2024)
Ritornare a casa nei luoghi della nostra infanzia non rappresenta sempre un viaggio verso un approdo sicuro. Theresa rientra a Limberlost, una piccola città della periferia americana, per prendersi cura della madre malata di cancro, una sensitiva truffaldina e alcolizzata dal carattere manipolativo e narcisistico. Questo potrebbe già bastare a fornire qualche indizio sullo stato d’animo della protagonista, che viene ulteriormente complicato dal riemergere di ricordi e frammenti di vita.
Jeff Lemire continua ad esplorare il mondo emotivo dei suoi personaggi, tematica ricorrente nella sua produzione autoriale, che si dimostrano sempre sinceri e autentici nella loro complessità. Persone comuni chiamate ad affrontare fatiche emotive e le molteplici sfide quotidiane che donano una particolare tridimensionalità alle loro figure. Nel creare una struttura narrativa che va a realizzare un fumetto collocabile nella categoria degli slice of life, Lemire presenta, in questo primo numero, una storia appassionante che, oltre a un perfetto studio dei personaggi, nel prologo e nel cliffhanger finale si arricchisce di elementi soprannaturali. L’approccio artistico utilizzato in Minor Arcana rimanda a opere precedenti come Essex County e Sweet Tooth, grazie all’utilizzo di un tratto asciutto che ben caratterizza e coglie le sfumature dei diversi interpreti, immersi in ambienti dai colori spenti che accentuano il senso di malinconia generale e il particolare disagio della protagonista.
Ferdinando Maresca
Aliens vs. Avengers #1 di Jonathan Hickman, Esad Ribic, Ive Svorcina (Marvel Comics, agosto 2024)
Ammettiamolo: se il team creativo non fosse stato così di peso e memore di passate grandi punte di bellezza, Aliens vs. Avengers sarebbe finito nella pila di letture da fare chissà quando. Ma, a lettura avvenuta, questo primo numero di Aliens vs. Avengers fa balzare la miniserie tra le più interessanti del 2024 Marvel, in cui quasi solo l’Universo Ultimate ha offerto storie degne di nota.
Il merito è, mai come in questo caso, della sinergia del team autoriale: quando Hickman, Ribic e Svorcina si incontrano, si sviluppano energie arcane che permettono cose impossibili, come trasportare gli Xenomorfi nell’universo Marvel in maniera credibile e coerente. Hickman crea una storia solida, che grazie all’espediente del futuro alternativo permette di introdurre con naturalezza la minaccia aliena nel mondo dei supereroi. L’autore, maestro nella costruzione di mondi e delle loro regole, riesce qui a creare anche un’atmosfera distopica, inquietante, nel pieno rispetto sia della tradizione Marvel che di quella della saga ideata da Ridley Scott, senza mancare di recuperare alcuni suoi pallini (l’importanza di Bruce Banner e T’Challa dai suoi Avengers, quella di Valeria Richards nei Fantastici Quattro, ma anche l’amore per Spider-Man). In questo è fondamentale l’arte di Ribic, che definisce ambienti e architetture imponenti ed epici, creando anche spazi nascosti e angoli morti in cui gli alieni assassini prosperano, mentre i colori di Svorcina danno un tocco lugubre e mortifero. C’è poi grande attenzione agli sguardi, alle espressioni, scolpite come su pietra e che assumono spesso una dimensione teatrale. Con un potenziale trash a livello esponenziale, Aliens vs. Avengers ribalta tutte le aspettative, dimostrando come questo genere di storie, quando nelle mani delle persone giuste, possono rinnovare e rafforzare mitologie che sembravano ormai cristallizzate, creando nuove e inedite possibilità.
Emilio Cirri
Per questa puntata è tutto. L’appuntamento è per ottobre con First Issue vol. 2 #7 (#126).
Stay tuned!