Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #88 ci occupiamo di alcune delle novità uscite tra il 22 e il 30 giugno 2021.
Marvel Comics
Nato sulle pagine di Immortal Hulk per mano di Al Ewing, lo sgangherato e disfunzionale supergruppo Gamma Flight ha fatto sin da subito breccia nei cuori dei fan, presentandosi prima come nemico e poi come alleato del gigante di Giada. Proprio per questo e a seguito degli eventi narrati negli ultimi numeri della testata principale, il Dotoor Leonard Samson (nel corpo di Sasquatch), Puck, Titania, l’Uomo Assorbente, la dottoressa Charlene McGowan e un orribilmente mutato Rick Jones diventano protagonisti di una miniserie di cinque numeri scritta dallo stesso Ewing coadiuvato dall’esordiente Crystal Frasier e dal disegnatore Lan Medina.
Braccati dalla legge e dalla Alpha Flight di Henry Peter Gyrich, i protagonisti si ritrovano a contrastare l’eredità della Base Ombra del generale Fortean (sconfitto in Immortal Hulk #24) ma anche una nuova genia di minacciosi Mutati. Il punto forte dell’albo non sta però in una trama sostanzialmente lineare e classica, pur riservando alcuni piacevoli colpi di scena e inserendosi nel grande affresco di Ewing, quanto nella caratterizzazione dei personaggi: le relazioni, spesso conflittuali, tra i membri della squadra donano dinamicità al racconto, mettendo in luce aspetti accennati ma non ancora approfonditi nella serie madre, come ad esempio la sofferenza di Rick Jones e del giovane Del Frye. Dialoghi brillanti e mai scontati fanno percepire l’affetto e la comprensione nei confronti di queste figure da parte di Ewing, a cui si aggiunge la voce fresca di Frasier, soprattutto quando Charlene McGowan entra in scena e parla della sua sessualità. Lan Medina fa un lavoro discreto, scegliendo una narrazione tradizionale che dà il suo meglio nelle scene d’azione e in quelle più dinamiche, non riuscendo invece a riprodurre l’impatto emotivo e sinistramente inquietante di Joe Bennet quando si tratta di concentrarsi sui volti, sulla loro recitazione e sugli stati d’animo: questo depotenzia parzialmente la riuscita di alcuni passaggi (come per esempio quello tra McGowan e Samson), che vengono salvati da una buona composizione scenica e recitazione dei corpi.
Nonostante alcune piccole pecche, Gamma Flight rientra alla perfezione nell’ennesimo tassello del grandissimo mosaico costruito da Ewing, e consegna ai lettori un gruppo sempre più affascinante da leggere e da approfondire.
Emilio Cirri
Di seguito, le copertine delle novità Marvel Comics.
DC Comics
Dopo un numero zero atto a tirare le fila della deflagrante conclusione di Dark Nights: Death Metal e a introdurre il nuovo status quo dell’universo (o meglio, Multiverso) DC, la miniserie di Joshua Williamson e Xermanico prende ufficialmente il via con un numero uno col botto, che oltre a mettere tanta carne al fuoco riesce a piazzare colpi di scena con puntualità e con un’ottima costruzione della trama. Pur essendo un tipico numero introduttivo, Williamson è bravo a dare il proprio spazio a ogni elemento della trama che ha in mente, riuscendo a legare assieme l’arrivo nella base della Giustizia Incarnata del Batman dell’universo Flashpoint (ovvero Thomas Wayne) al nuovo status quo dello Psicopirata, la rifondazione del D.E.O. al ritorno di un eroe morto non molto tempo fa, mentre cittadini comuni discutono dell’esistenza di molteplici realtà.
La narrazione, necessariamente episodica, non soffre i difetti e la verbosità del numero zero, mantenendo un buon ritmo e una buona coerenza, capaci di mettere curiosità ai fan senza spaventare potenziali nuovi lettori (e lo dice un nuovo lettore). Guardando un po’ a Scott Snyder e molto a Grant Morrison, Williamson sembra avere le idee chiare sul futuro dell’universo DC e sull’avvento di un Darkseid più potente e feroce che mai.
Xermanico è autore di una prova muscolare che si esalta nelle scene di impatto, in cui personaggi inaspettati entrano in scena lasciando meravigliato lo spettatore. L’artista, oltre a sapere dosare potenza e dinamismo, è bravo soprattutto nella gestione di inquadrature, nel dosare i ritmi per creare la tensione giusta precedente alle rivelazioni più spiazzanti.
La coppia di autori ha in mente grossi progetti per il futuro (multiversale) DC, e Infinite Frontier si presenta come un appuntamento imperdibile capace di offrire grosse soprese.
Emilio Cirri
Nuova miniserie pubblicata sotto l’etichetta Black Label, scritta da Garth Ennis e disegnata da Liam Sharp, Batman Reptilian offre una delle interpretazioni più cupe e ciniche del Cavaliere Oscuro e del suo mondo che si siano viste ultimamente. Un Batman particolarmente diretto e brusco nel suo modo di agire, quello delineato dall’autore, che è chiamato a indagare su degli atroci omicidi che hanno coinvolto alcuni esponenti della sua pittoresca galleria di nemici, in una Gotham City mai così tetra e decadente.
Se la storia non offre per il momento particolari spunti, presentandosi questo primo numero come una mera introduzione, la lettura risulta comunque molto scorrevole e intrigante, grazie allo sferzante stile di scrittura di Ennis. Questo si manifesta in dialoghi taglienti e senza filtri, ai quali non manca tuttavia un’efficace dose di humour, e nella caratterizzazione del protagonista, come già accennato squisitamente diretto e spietato. Ma il vero selling point dell’opera è sicuramente rappresentato dalla parte grafica. I disegni, infatti, fanno sfoggio di uno stile pittorico che ammanta di ombre ogni vignetta, restituendo appieno la decadenza e la cupezza della Gotham immaginata dagli autori. Notevole anche la cura riposta nelle fisionomie e nelle espressioni facciali dei personaggi, che diventano sempre più grottesche e deformate quanto più nero e depravato è il loro animo, come a rappresentarne un riflesso distorto. Infine la colorazione, realizzata dallo stesso Sharp, concorre efficacemente a veicolare le sensazioni che di volta in volta la sceneggiatura tenta di evocare, come nel caso della sequenza d’apertura dove le tonalità mutano da fredde a calde per sottolineare la crescente tensione.
Marco Marotta
Di seguito, le copertine delle novità DC Comics.
Image Comics
A distanza di circa quattro anni da Plastic (storia di un serial killer e di una bambola gonfiabile) ritroviamo la coppia Doug Wagner e Daniel Hillyard alle prese con un racconto bizzarro e dalla forte vocazione splatter. Walter, il protagonista, è un assassino psicotico che ama il suono dei dischi in vinile che ascolta ossessivamente durante i suoi efferati omicidi. Sulle sue tracce troviamo Dennis, un agente governativo che riesce a creare uno strano rapporto con il nostro omicida, una sorta di insolita “amicizia” che gli consente di approssimarsi alla mente e alle motivazioni del nostro killer. Quando Dennis viene rapito da una setta che cerca vendetta per le sue passate investigazioni, Walter corre in suo soccorso dando inizio a una serie di eventi grotteschi e raccapriccianti.
La forza di Vinyl sta in una narrativa dal sapore di commedia dark, ricca di umorismo nero, capace di creare un sottile senso di disagio nel lettore che viene catapultato all’interno di una storia che trova i propri motivi nell’amore, nella lealtà, nella famiglia e nell’amicizia. Sentimenti positivi che qui vengono rappresentati e perseguiti da personaggi sgradevoli e inumani, così infinitamente lontani da noi e al contempo apparentemente ordinari e innocui. Mostri dall’aspetto angelico come Madeleine, il capo della setta che rapisce Dennis, e mostri dall’aspetto blasé e dall’aria innocente come il nostro omicida Walter. Grazie aduna narrazione non lineare che presenta un cliffhanger iniziale, per poi torna a riavvolgere il nastro degli eventi ai giorni e alle settimane precedenti, Doug Wagner riesce a dare struttura e sostanza ai suoi attori, costruendo pagina dopo pagina le loro particolari personalità. Personaggi che si muovono con estrema naturalezza in un mondo che contribuiscono a rendere oscuro e pericoloso, nel quale gli innocenti occupano i posti più bassi della catena alimentare, andando a ricoprire il ruolo delle vittime.
Vestita con il giusto equilibrio tra luci ed ombre, la storia trae profondo nutrimento dall’animo oscuro dei protagonisti che richiamano alla memoria i serial killer (veri o immaginari), i Davidiani di Waco e la comune hippy The Family di Charles Manson.
I disegni di Daniel Hillyard si inseriscono perfettamente nel flusso narrativo, con uno stile dal tratto affilato ed essenziale che ricorda le linee usate da Ryan Ottley in Invincible. Grazie a un più che riuscito character design e alla scelta delle giuste sequenze visive, il disegnatore riesce a dare il giusto peso alle singole tavole infondendo una particolare e disturbante bellezza anche alle scene più efferate trovando un difficile equilibri stilistico.
La coppia Wagner-Hillyard riprende le tematiche e le atmosfere del precedente Plastic in questa nuova miniserie di sei numeri. Strutturata come una commedia dark che non disdegna digressioni splatter, la storia trova il suo punto di forza nella presenza di personaggi dall’animo oscuro e tormentato e dalle particolari dinamiche da essi create, stranamente legate a sentimenti positivi di amore e amicizia.
Ferdinando Maresca
Di seguito, le copertine delle novità Image Comics.
Altri editori
Nel 1989 Little Kentucky in Ohio diventa il ground zero di un evento che cambia il mondo: la buona e la cattiva sorte si palesano nell’universo e da quel momento la fortuna diventa una quantità misurabile, come massa e volume. In tanti possiedono più o meno di questa proprietà, ma solo un piccolo gruppo di prescelti ne ha zero: è a loro che è affidato il destino dell’umanità. Partendo da questa stuzzicante premessa, Matthew Erman e Stefano Simeone imbastiscono una storia che risalta più dal punto di vista squisitamente grafico che non per contenuti. Lo sceneggiatore si impegna a costruire un mondo e le sue regole, ma lo fa spesso in maniera confusionaria e didascalica, affidandosi a eccessive spiegazioni che affossano il ritmo e non servono per altro a dirimere i punti oscuri della vicenda, né a creare aspettativa per quello che potrebbe succedere nel proseguimento della serie. Più brillanti appaiono le interazioni tra i personaggi, in particolar modo le battute messe in bocca al protagonista Artemis Barlow. Anche questi dialoghi risultano però eccessivi durante le scene d’azione e sovrabbondanti al termine dell’albo, quando alcuni concetti iniziano a ripetersi con inutile insistenza.
Al peso della parte scritta si contrappongono la leggerezza e la dinamicità di Stefano Simeone: un tratto energico e sinuoso, un moderato uso del tratteggio a cui si affianca quello parsimonioso e calzante dei retini danno all’albo un sapore moderno dal retrogusto retrò. La costruzione delle tavole segue sempre il flusso dell’azione e del racconto: in particolare nella parte centrale dedicata alla sessione di allenamento degli “sfigati”, Simeone dà il meglio di sé stesso nel rendere ogni scena e ogni movimento sempre proiettate in avanti, deformando e spezzando quando necessario griglia e corpi. Il segno, che unisce egregiamente elementi europei, giapponesi e statunitensi, riesce bene anche nelle scene più statistiche, quando l’inquadratura indugia su espressioni volutamente esagerate per esaltare il contenuto emotivo. La scelta di colori brillanti e sporchi completa un fumetto che, con meno testo e più spazio allo storytelling per immagini, sarebbe risultato più piacevole e divertente.
Emilio Cirri
Godzilla rivals è una serie di albi one-shot, pubblicata da IDW. A inaugurare la testata è Godzilla rivals: vs. Hedorah e, se tutti conoscono il kaiju creato nel 1954, forse meno noto è il mostro in Italia ribattezzato “Hydrax”. Sebbene il capitolo sceneggiato da Paul Allor non metta esattamente in primo piano le due creature, può essere preso come un agile bignami, utile per riassumere la natura dei potenti esseri in conflitto e provare a spiegarne i comportamenti. Mentre sullo sfondo infuria la battaglia, l’autore si concentra sulle miserie umane, in particolare sulla vicenda di due fratelli intenti a salvarsi la vita. La storia è scorrevole e coinvolgente, soprattutto in virtù di una tensione crescente, alimentata da una svolta drammatica e inattesa. Al contempo, i botta e risposta secchi e diretti tra i personaggi e le didascalie senza fronzoli contribuiscono a rendere veloce la lettura.
Un minimalismo di cui più volte si fa portavoce anche E.J. Su, dal momento che il disegnatore raffigura i protagonisti con pochi tratti essenziali. I volti e le posture ricordano quelli che si vedono tra le pagine di Nanairo Inko – Ara dai sette colori di Osamu Tezuka, mentre per la rappresentazione di Godzilla e del suo nemico prevalgono forza e spietatezza, testimoniate dai corpi imponenti e dalle smorfie dipinte sui musi. Un fumetto acceso dalla colorazione brillante di Adam Guzowski, che può risultare interessante per i novizi e per i fan.
Federico Beghin
Di seguito, le copertine delle altre novità.
Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento al 21 luglio 2021 con First Issue #89.
Stay tuned!