Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue. E First Issue è proprio il nome della rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States!
Come ogni anno, in questa speciale puntata natalizia i True Believers della redazione e alcuni amici ospiti fanno un elenco di quelli che, a detta loro, sono stati i migliori #1 e le migliori serie/miniserie/ run pubblicate nel 2023.
Federico Beghin
Miglior #1
The Penguin #1 di Tom King, Rafael De Latorre, Marcelo Maiolo, Clayton Cowles (DC Comics)
Rappresentato in modo realistico e crepuscolare da Rafael De Latorre, Oswald Cobblepot è al centro di una narrazione che si nutre dei punti di vista dei personaggi che lo circondano. Tom King fa leva sui pregiudizi delle persone nei confronti del Pinguino, che delude continuamente le attese: ci si aspetta che si comporti in un modo e invece…
Miglior serie regolare
Nightwing di Tom Taylor, Bruno Redondo, Adriano Lucas, Wes Abbott (DC Comics)
Un fumetto di supereroi emozionante e convincente! Tom Taylor prende il meglio di Dick Grayson, lo mette su carta e lo valorizza. Bruno Redondo, con il suo tratto pulito, dinamico, dolce ma potente, è perfetto per un comic book solare e positivo come questo, che ha vinto il Premio Eisner per la “Miglior serie regolare” e quello per il “Miglior copertinista”.
Emilio Cirri
Miglior #1
Beneath the trees where nobody sees #1 di Patrick Horvath, Hassan Otsame-Elhaou (IDW Publishing)
Nella sua produzione ormai sempre più dominata da prodotti in licensing di grande successo (in particolare TMNT e Godzilla) e nonostante il ricambio di management con l’addio pesante di Chris Ryall a cavallo della pandemia, IDW publishing trova ancora spazio per alcune produzioni originali inaspettate. Con Beneath the trees where nobody sees, Patrick Horvath costruisce un albo d’esordio da manuale, che unisce in maniera spiazzante le atmosfere della favola cittadina popolata da teneri animali antropomorfi, resa con linee morbide e colori tenui, al gore e lo splatter di un thriller horror con protagonista una insospettabile serial killer, chirurgica come i disegni che non lesinano sangue e budella. Il finale, poi, ci proietta subito verso il numero due, in cui ci si chiede se verrà allo scoperto il segreto della protagonista e se un nuovo serial killer agisce in città.
Miglior miniserie
Doctor Strange – Fall Sunrise di Tradd e Heather Moore (Marvel Comics)
Non bastano poche righe per spiegare l’esperienza extracorporea che si prova leggendo (soprattutto nel lussuoso formato Marvel Treasure) Doctor Strange – Fall Sunrise di Tradd Moore. L’artista, già autore di grandi prove come la Trilogia di Luther Strode e soprattutto il più recente Silver Surfer: Black in coppia con Donny Cates, libera qui tutta la sua potenza immaginifica e il suo estro per trascinare il Dottore in un mondo astrale popolato da maghi e strani esseri in armatura, di lussureggianti foreste e terrificanti inferni rocciosi. Tutto in questo fumetto concorre a creare un’opera di assoluta qualità: una trama dall’afflato mitologico ma anche profondamente intima, un’atmosfera spirituale e metafisica, uno stile grafico ipercinetico, fatto di forme liquide e al tempo stesso possenti, che omaggia e reinterpreta Ditko e Steranko contaminandoli con gusto europeo e nipponico; uno storytelling che si fonda su una costruzione registica magistrale e una gestione delle inquadrature innovativa e coraggiosa, mai confusa nonostante l’assurda quantità di dettagli e la velocità dell’azione; colori ipersaturi (di Heater Moore) che modulano ogni passaggio del racconto, raffreddando o accendendo l’azione narrativa. Fall Sunrise è una masterclass di fumetto (e qualcuno, qui in Italia, ci ha fatto proprio una lezione, in cui ogni tavola dovrebbe essere sezionata e studiata attentamente. Un’opera che dimostra la potenza artistica del mezzo e dei supereroi quando affidata alle mani di un talento sconfinato che non smette di stupire.
Menzione d’onore: Immortal Sergeant (Image Comics)
Qui la recensione
Marco Marotta
Miglior #1
W0rldtr33 #1 di James Tynion IV, Fernando Blanco, Jordie Bellaire, Aditya Bidikar (Image Comics)
La nuova serie horror del prolifico Tynion IV prende chiara ispirazione dal romanzo It di Stephen King, laddove la vicenda ruota attorno al risveglio di un’impalpabile entità malvagia dedita a seminare morte e a un gruppo di amici che deve riunirsi per fermarla, come già fatto in passato. Stavolta il tutto è però calato in un contesto moderno, richiamando suggestioni e paure più vicine alla sensibilità contemporanea, come l’iper connessione garantita dai social network e gli effetti che ciò può avere sui più giovani. L’entità si diffonde infatti attraverso internet e i moderni apparecchi tecnologici. Il primo numero della serie non risparmia colpi di scena fin dai primi momenti e presenta un cast di personaggi variegato, mettendo in chiaro fin da subito quello che il lettore deve aspettarsi: un racconto teso e in grado di tenere col fiato sospeso. I disegni di Fernando Blanco si distinguono poi per uno stile ruvido, a tratti underground.
Miglior miniserie:
No/One di Kyle Higgins & Brian Buccellato, Geraldo Borges, Mark Englert, Hassan Otsame-Elhaou (Image Comics)
La nuova serie del Massiveverse, scritta da Kyle Higgins e Brian Buccellato, si distingue per i toni decisamente più noir rispetto agli altri titoli di questo universo narrativo. In effetti, è assimilabile più a un thriller, che richiama nelle atmosfere alcune opere di Frank Miller, piuttosto che a una storia supereroistica di stampo classico. Altra peculiarità è uno sviluppo narrativo meno lineare, più criptico, a suo modo. Gli antefatti della vicenda vengono svelati poco a poco e il ruolo che alcuni personaggi ricoprono diviene più chiaro solo col passare degli albi, come un puzzle di cui inizialmente non si riesce a intuire l’immagine ma che assume lentamente contorni sempre più definiti. Un approccio alla narrazione particolarmente efficace nel conquistare l’interesse del lettore. I disegni di Geraldo Borges, dal tratto pulito e dettagliato, si accompagnano a uno storytelling asciutto.
Ferdinando Maresca
Miglior #1
Hexagon bridge di Richard Blake (Image Comics)
Nel 4040 un gruppo di scienziati riesce ad aprire un varco verso una dimensione parallela, attraversato da una coppia di cartografi decisi a realizzare una mappatura di questa nuova realtà. Richard Blake scrive e disegna questa miniserie scegliendo di fornire immediatamente le coordinate principali del suo mondo fantastico, catturando fin dalle prime pagine l’attenzione del lettore. Grazie a un approccio minimale, la storia si dipana lentamente seguendo una sceneggiatura essenziale che si arricchisce, pagina dopo pagina, di nuovi elementi che la rendono affascinante e complessa. Una menzione speciale alla parte grafica dalle raffinate linee sottili che definiscono personaggi e ambienti inter dimensionali in dissoluzione, in sequenze dalla vocazione onirica immerse in un tempo che sembra sospeso.
Miglior serie
Phantom road di Jeff Lemire, Gabriel H. Walta, Jordie Bellair, Steve Wands (Image Comics)
Dominic Murphy è un camionista che osserva il mondo attraverso il parabrezza del suo camion, mentre ripensa alla sua problematica vita di bambino. Jeff Lemire conduce nel mondo ordinario del suo protagonista instillando nel lettore un senso di monotona quiete destinato ad interrompersi bruscamente con l’ingresso di Dominic in un mondo straordinario abitato da creature deformi e violente. La trama, contaminata da elementi mistery ed horror, prende così decisamente quota, spingendo il protagonista, in un crescendo di violenta tensione, ad abbandonare la sua comfort zone. I disegni di Gabriel Walta ben si amalgamano al tono del racconto andando a sottolineare la sensazione di trovarci catapultati all’interno di un episodio di Ai confini della realtà.
Filippo Torta (Fumettocrazia)
Miglior #1
Rare Flavours #1 di Ram V, Filipe Andrade, Andworld Design (BOOM! Studios)
Il cibo ha un ruolo fondamentale nelle nostre vite e nelle nostre storie, un ruolo talmente importante che addirittura un demone riemerge dalle ombre per assaporare un’ultima volta e preservare la memoria dei sapori e delle storie più speciali. Il celebrato duo dietro Le molte morti di Laila Starr ritorna in India questa volta seguendo le vicende di un corpulento crapulone, il cui aspetto non può farci non pensare ad Amahl Farouk, il Re delle Ombre antagonista degli X-Men, e di un disilluso documentarista in un numero uno in cui, nonostante i toni caldi e le linee morbide dell’artista portoghese, la tensione è sempre presente ma che, ciononostante, richiama la nostra voglia di un buon pasto in compagnia delle persone che amiamo.
Miglior serie
X-Men Red di Al Ewing, AA.VV. (Marvel Comics)
X-Men Red è per il secondo (e purtroppo ultimo) anno di fila la miglior serie ongoing della Marvel e la perfetta amalgama di tutti gli elementi necessari a un fumetto di supereroi: una protagonista straordinaria ed eroica, ma non per questo priva di dubbi ed incertezze, un cast allargato di personaggi ben descritto e graficamente intrigantissimo, un conflitto avvincente e l’utilizzo della continuity non come ancora ma come fondamenta su cui costruire nuove storie che evolvono mantenendo lo spirito dei predecessori.
Al Ewing si conferma come miglior scrittore Marvel contemporaneo con un lavoro certosino sui personaggi, che riesce a valorizzare anche quando appaiono in pochissime vignette, e con un racconto che non è solo avventura e lotta del bene contro il male ma anche meta commento sul medium in cui opera e sulle possibilità che può avere.
Giorgio Ceragioli (Fumettocrazia)
Miglior #1
Birds of prey #1 di Kelly Thompson, Leonardo Romero, Jordie Bellaire, Clayton Cowles (DC Comics)
Dinah Lance deve intrufolarsi di nascosto a Themyscira per salvare sua sorella Sin: una missione impossibile senza la giusta squadra. Birds of Prey si apre con il più classico episodio di assemblaggio team con la protagonista intenta a reclutare le componenti di questa nuova iterazione del team al femminile creato da Chuck Dixon nel 1996, che fin da subito stupisce per la freschezza dei dialoghi e la dinamicità dell’azione. Se la struttura narrativa infatti non presenta sorprese o innovazioni particolari è nei dettagli che questo #1 incanta: Thompson, reduce dal miracolo editoriale di Captain Marvel, è capace di delineare alla perfezione le protagoniste del cast con pochi, a volte pochissimi, scambi di battute. Ciò che rende però questo albo un debutto elettrizzante è soprattutto il lavoro di Romero e Bellaire, rispettivamente a tavole e colori, che donano fin da subito un’identità unica fatta di linee morbide ed essenziali su cui la colorazione piatta restituisce una affascinante estetica retrò. Un debutto esplosivo per quella che è già oggi una delle migliori ongoing di casa DC Comics.
Miglior serie
Peacemaker tries hard! di Kyle Starks, Steve Pugh, Jordie Bellaire, Becca Carey (DC Comics)
Starks ci racconta delle grandi fatiche che Christopher Smith deve compiere per diventare l’eroe che ha sempre sognato di essere tra scontri con villain di serie C e strani team-up con eroi dispersi negli angoli più bui dell’archivio DC.
Peacemaker ha chiuso con la Suicide Squad, è ora il tempo di essere un vero eroe: ma sarà così facile?
La miniserie punta forte sulla risata, forte anche della ridefinizione cinematografica e televisiva del protagonista in salsa comedy merito della coppia James Gunn- John Cena, grazie alle tavole di Pugh dove l’espressività sopra le righe dei personaggi e le coreografie da WWE esaltano i toni caciaroni di questo nuovo Peacemaker. Sotto questo strato di abbagliante demenzialità però Starks trova il modo di scoprire il cuore del protagonista che grazie all’aiuto di una improbabile nuova figura paterna riesce finalmente a mettere una pietra sopra al proprio passato tormentato. Peacemaker tries hard! è una gemma che vi farà ridere a crepapelle e piangere a dirotto nella stessa pagina, provare per credere.
David Padovani
Miglior #1
Superman #1 di Joshua Williamson, Jamal Campbell, Ariana Maher (DC Comics)
Classicità innovativa appare essere la parola d’ordine di questo nuovo corso per l’eroe di Metropolis, voluto da Joshua Williamson e Jamal Campbell, specchio di quella Dawn of DC, rilancio del multiverso supereroistico della casa editrice partito a inizio 2023.
Williamson imposta nella sceneggiatura un albo di debutto efficace per la linearità della trama e per le novità inaspettate messe in campo, tra cui un regalo inaspettato da parte di Lex Luthor che, letteralmente, rimane nella testa di Superman per tutta la durata del numero. La “nuova alba” del personaggio è cromaticamente presente in tutte le pagine, i cui toni caldi si spostano dal tramonto all’alba avvolgendo le atmosfere di ogni sequenza, con lo stile di Campbell perfetto per esaltare la fisicità dell’eroe e la sua imponenza anche quando è “celata” nei goffi panni di Clark.
Miglior serie
Gotham City Year One di Tom King, Phil Hester, Eric Gapstur, Jordie Bellair, Clayton Cowles (DC Comics)
Si cala negli amati panni di uno scrittore hard-boiled Tom King per raccontare l’anno uno della metropoli batmaniana. Come un novello Raymond Chandler, lo sceneggiatore decide di usare tutti gli elementi e i cliché del genere per connotare sia l’albo d’esordio di Gotham City – Year One, sia il protagonista, il detective privato Sam “Slam” Bradley. In una narrazione rigorosamente in prima persona – come si confà al genere – portata avanti attraverso didascalie di pensiero, King usa il suo tipico stile dialogico secco e sincopato per introdurci a un racconto duro e realistico, assolutamente aderente ai canoni letterari scelti, che ha il suo fulcro in personaggi ambigui e tutti da scoprire.
Phil Hester traduce in immagini l’atmosfera hard-boiled in modo più che efficace grazie al suo stile tipicamente sintetico e spigoloso, in cui corpi e ambienti sono costruiti per giustapposizioni volumetriche di masse di pieni e vuoti e in cui l’uso della silhouette diventa meccanismo narrativo per rappresentare in poche vignette scontri e violenza, grazie anche all’ottima inchiostratura fornita da Eric Gapstur.