“Non sono come voi. Io sono stato uno stupido tutta la vita”
[Guy Montag]
Fahrenheit 451 di Víctor Santos ripropone la storia originale di Ray Bradbury: Guy Montag è un pompiere in un tempo in cui questi non intervengono per domare gli incendi, ma per appiccarli, soprattutto per incendiare e cancellare i libri che, non a caso, bruciano alla temperatura di 451 gradi Fahrenheit. Il protagonista, dopo un fatale incontro con una vicina di casa, inizia un cammino di (letterale e metaforica) rilettura, quindi di ripensamento, sulla vita condotta fino ad allora. Da questo momento cruciale prende avvio un cambiamento che lo porta a scontrarsi con le abitudini e la società nella quale era precedentemente integrato.
Anche se l’autore segue il grande classico, non manca di declinare la sceneggiatura secondo esigenze del tempo presente. Basti pensare alla sequenza delle tre vignette di pag. 74, nelle quali un vecchio professore espone tre condizioni fondamentali affinché un libro possa essere d’aiuto: la prima è “la qualità dell’informazione”; la seconda “il tempo per processarla”; la terza, “il diritto di operare secondo quanto ci ha insegnato l’interazione tra le altre due cose” precedenti.
Se si considera che ogni elemento presente in un’opera è frutto di una scelta, l’aver dedicato spazio a una riflessione simile – al di là dell’aderenza più o meno fedele al testo di partenza – è un dato significativo: in un tempo in cui l’ausilio fornito dalla lettura è eroso da fake news, dalla velocità e dalla contrazione del tempo necessario per mettere a frutto le informazioni apprese, le tre indicazione del vecchio professore propongono le condizioni indispensabili per una lettura significativa.
Questo breve caso dimostra che la storia segue il modello originale, accogliendo anche riflessioni attuali, come attuale resta l’avventura concepita da Ray Bradbury.
I disegni sono massicci e taglienti: i corpi mostrano la loro originaria forma poligonale e geometrica, caratteristiche evidenti soprattutto nel tratto delle mani dei personaggi. Stesso trattamento vale per i volti, che si presentano più tondi e meno squadrati, ma in armonia con tutto il resto. Sfondi cromatici o caratterizzate da ombre confermano la natura geometrica e robusta del disegno. Risulta efficace e peculiare la scelta di usare uno stesso soggetto in più griglie, ma per diverse azioni: per fare un esempio, si trova il volto del protagonista – quindi una solo volto – diviso fra due gabbie, alle quali appartengono rispettivamente due diverse battute. In questo modo, una sola espressione o movenza viene impiegata per azioni diverse e successive, contribuendo alla fissità di corpi e volti anche nella prosecuzione cinetica della storia.
I colori sono forti e decisi, ma non caricaturali o surreali. Spesso, gli sfondi presentano gradazioni cromatiche di una stessa tinta.
In conclusione, si tratta di una traduzione lineare e canonica del classico bradburyano, che lambisce anche tematiche del presente, con un’estetica cartoonesca, simile a certi prodotti animati popolari statunitensi, caratterizzati da personaggi e da disegni squadrati e robusti.
Abbiamo parlato di:
Fahrenheit 451
Víctor Santos
Traduzione di Sara Ragusa
Tunué
160 pagine, cartonato, colori – € 19,90
ISBN: 9788867906222