Ex Machina vol. 2 – Il Marchio

Ex Machina vol. 2 – Il Marchio

Ennesimo esempio della freschezza creativa dello sceneggiatore Vaughan, che dopo Y L'ultimo Uomo e Runaways prende spunto da una nuova, originale trovata narrativa per dar sfogo alle sue sceneggiature luminose e ricche di realismo.

Copertina del volumeRicordo che dopo la tragedia dell’11 Settembre 2001 si parlo’ spesso delle ripercussioni che essa avrebbe generato nel fumetto popolare statunitense. I comics di supereroi vivevano in quel periodo la new wave revisionistica lanciata da Warren Ellis e felicemente ripresa da Mark Millar, in particolare con le serie Stormwatch e Authority. Inutile dire che l’effetto immediato più evidente fu la censura voluta dalla DC Comics/Aol/Warner Bros, proprietaria della linea Wildstorm che pubblicava le serie citate; censura e ritardi inspiegabili che terminarono di fatto la collaborazione tra Millar e la DC.
Nei fumetti di supereroi, pero’, qualcosa stava effettivamente cambiando. Sempre più “politicizzati”, i super-tizi stavano prendendo in mano il mondo, cospirando e agendo in nome di dirigenze politiche più o meno dichiarate. Il culmine attualmente insuperato è, a mio parere, la serie Ultimates del già citato Mark Millar (e del disegnatore Bryan Hitch, già all’opera proprio su Authority) per la Marvel Comics.

Brian K. Vaughan e Tony Harris realizzano il passo successivo con la nuova serie Wildstorm Ex Machina, autentico successo di pubblico e di critica in Usa, nonché ennesimo esempio della freschezza creativa dello sceneggiatore Vaughan, che dopo Y L’ultimo Uomo e Runaways prende spunto da una nuova, originale trovata narrativa per dar sfogo alle sue sceneggiature luminose e ricche di realismo.
Anche l’infelice Straczynski sulle pagine de L’Uomo Ragno si interrogo’ su una strana faccenda: con tutti i supereroi che ci sono in giro, come è possibile che nessuno di loro abbia potuto fermare la minaccia terroristica di Al Qaeda? Per una strana ragione, dagli anni ’80 i fumetti di supereroi hanno abbandonato la propria innocenza per confrontarsi con la vita reale, con le implicazioni su scala planetaria delle proprie azioni e, soprattutto, della propria sostanziale impotenza. Molti comics si sono posti la medesima domanda, fino al limite di rendere impossibile, per un certo periodo o per sempre, recuperare la verosimiglianza o dimenticarla per sempre in nome della finzione fantastica. La quotidianità, la cronaca e la politica hanno posseduto il genere, immobilizzandolo per anni, fino all’arrivo della nuova generazione di autori che lo ha recentemente risvegliato, trasformandolo una volta per sempre: Ellis, Ennis, Morrison, Bendis, Milligan, Millar, Brubaker, Rucka, … Vaughan.

Ex Machina nasce dalla tragedia dell’11 Settembre. Supereroe dubbioso e moderno, Hundred possiede il potere di parlare alle macchine. Deciso a fare qualcosa di concreto per l’America, si candida a sindaco di New York City e vince soltanto grazie alla tragedia terroristica: salva una Torre e centinaia di vite e scalza Giuliani dal governo cittadino.
Ancor più in questo secondo volume che nel primo, Vaughan gioca con i nomi, le emozioni e le aspettative dei lettori in modo intelligente e diretto: vedere una delle Torri Gemelle ancora intatta accanto a un fascio luminoso che sale al cielo al posto della sorella distrutta smuove qualcosa nel lettore. È in questo secondo volume che l’autore ci rivela come sono andate le cose, che Hundred è riuscito laddove l’impotenza del mondo reale ha fallito. Il nome della serie, con evidente richiamo al teatro classico, ci ricorda che esistono forze al di sopra della nostra comprensione e che tali forze, purtroppo, non sono quelle dei supereroi, ma del mondo politico che realmente tiene in pugno il mondo intero.
Tuttavia Vaughan si sofferma sulla realtà locale di N.Y., tra matrimoni gay, pubblica istruzione, sicurezza, in un mix equilibrato tra fantasia e attualità, un mix unico per un fumetto di questo tipo. Lo sceneggiatore è abilissimo a far recitare i personaggi, a caratterizzarli senza didascalismi, con naturalezza e fluidità. Sono persone vere con una precisa visione politica, con un punto di vista chiaro e a volte coraggioso, che Vaughan mette in mostra senza timore (tradendo una sensibilità decisamente democratica e progressista).
Nel mix, naturalmente, non mancano le riflessioni sul significato del potere, della funzione dei supereroi nella società, senza tuttavia raggiungere l’escalation parossistica di Ultimates o di Authority. è come se Vaughan volesse giocare la stessa partita su un terreno differente, nuovo, più umano e comprensibile e per questo tanto più complesso da rendere. Una sfida vinta, che lascia aperte infinite, inedite possibilità narrative.

Il realismo spinto della serie vorrebbe giovarsi dei disegni fotografici di Tony Harris. Il disegnatore non nasconde le proprie fonti ma non per questo riesce a convincere appieno. Al contrario, lo stile utilizzato, associato a una colorazione troppo lucida, ottiene un effetto opposto a quello sperato, scivolando dal realismo a un finto-gelido-immobile che perde efficacia pagina dopo pagina. La messa in scena risulta statica, le espressioni facciali e la mimica sono forzate e inespressive, la forza iconica del fumetto è ridotta al minimo e in molti casi addirittura avvilita. Un trattamento da fotoromanzo che non solo non risulta efficace per il fumetto, ma che soprattutto ridimensiona la qualità di un disegnatore che tanto di buono aveva mostrato nelle prove meno mature ma più istintive e schematiche dei primi volumi di Starman della DC Comics (a suo tempo pubblicati dalla Play Press).
La piattezza della parte grafica, tuttavia, non può nascondere la forza di un fumetto che riesce davvero a intrattenere e a comunicare al lettore con intelligenza, freschezza e leggerezza, aprendo la strada a territori narrativi inediti dei quali il fumetto popolare statunitense sembra essere ricco, negli ultimi decenni. Peccato che, da questo punto di vista, il fumetto popolare italiano appare del tutto impermeabile e sordo, ripiegato com’é su una visione del mondo astratta e immobile. Unica eccezione recente, forse, le storie di Nathan Never realizzate da Vietti, ma questa è una storia che meriterà altri, futuri approfondimenti.

Abbiamo parlato di:
Ex Machina vol. 2 – Il Marchio
Brian K. Vaughan e Tony Harris
Magic Press, 2006
144 pagg. col. bros. – 11,00euro

Riferimenti:
Sito della Magic Press: www.magicpress.it
Il sito ufficiale di Brian K. Vaughan: www.bkv.tv

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