Il dolce amaro Emilio Salgari di Paolo Bacilieri

Il dolce amaro Emilio Salgari di Paolo Bacilieri

Quante generazioni di apprendisti tigrotti e corsari d’acqua dolce ha cresciuto la penna di Emilio Salgari? Paolo Bacilieri con "Sweet Salgari" disegna un commosso omaggio all’immaginario, oltre che al vissuto dello scrittore.

Oh da quando ho giocato ai pirati malesi,  quanto tempo è trascorso. (Cesare Pavese, I mari del Sud)

Quante generazioni di apprendisti tigrotti e corsari d’acqua dolce ha cresciuto la penna di Emilio Salgari? Davvero tante e se, per sua stessa ammissione, il cartoonist Paolo Bacilieri non appartiene alla schiera dei folgorati sulla strada per Mompracem  – da Cesare Pavere a Umberto Eco, passando per José Luis Borges ed Ernesto Che Guevara – la sua biografia disegnata Sweet Salgari rappresenta comunque un commosso omaggio all’immaginario, oltre che al vissuto dello scrittore.

SweetSalgari_1Un immaginario che Bacilieri  sceglie, in maniera elegante, di non ri-figurare nelle vignette, ma di utilizzare come colonna sonora verbale, vero e proprio contrappunto letterario della sua ricostruzione (bio)grafica. Così, se l’inquadratura iniziale ci porta sul fiume Po, a Torino, nei luoghi reali in cui Salgari trascorse gli ultimi, desolati,  anni della sua vita,  in parallelo la didascalia ripropone il fiume Gange e l’India immaginaria descritta dallo scrittore nell’incipit de I misteri della jungla nera. Ma il contrappunto virtuosistico raggiunge livelli ancora più sofisticati, come ha rilevato Daniele Barbieri:

Sembra che racconto visivo e racconto verbale stiano seguendo ormai due percorsi differenti; ma nel momento in cui Salgari descrive il suddividersi del fiume, ecco che pure le vignette si suddividono in una serie di volti, e poi ancora paesaggi del Po cittadino, e poi ancora volti. Si finisce la scena – mentre Salgari dice “nulla di più desolante, di più strano e di più spaventevole che la vista di queste sunderbunds” – con una magnifica veduta a volo di uccello di un angolo popolare di Torino, povero ma non miserrimo. (Barbieri Daniele, “Di Paolo Bacilieri ed Emilio Salgari, attraverso lo specchio”)

L’operazione è replicata per tutto l’arco del racconto. In particolare, ritorna nel finale struggente, dove la messa in scena grafica del funerale di Salgari è contrappuntata dal brano letterario de Il Corsaro Nero, con il protagonista che piange l’abbandono dell’amata. In sostanza, è con queste citazioni che Bacilieri marca, fin dagli esordi della storia, la sua presenza di narratore distaccato ma al tempo stesso partecipe, oltre ovviamente che con il suo particolare lavoro grafico.

“È impossibile avanzare, signor Yanez” Il lettore nella gabbia

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C’è un costante senso della misura, nel modo in cui l’autore affastella persone e cose  nelle vignette, affidandosi alla semplicità di un tratto continuo, il cui spessore viene calibrato per dividere le figure e i piani di profondità. È questa compiutezza visiva per accumulo che  lascia l’occhio appagato già dopo poche vignette.

Il racconto sembra progettato in maniera consapevole per frenare l’impazienza del lettore di sapere “cosa accadrà dopo”, costringendolo a concentrarsi sul “qui e ora” della rappresentazione. Un “qui e ora” che indossa molteplici abiti grafici nel corso della narrazione: dalle pagine con vignette ordinate in gabbie regolari a quelle animate da disegni sbordati e straripanti, da quelle esplose in una miriade di microinquadrature dense di dettagli a quelle occupate per intero da una sola, monumentale, splash page. Ogni pagina di  Sweet Salgari richiede, a suo modo, un tempo lungo di lettura. In altre parole, la figurazione estremamente ricca, ma al tempo stesso perfettamente equilibrata, produce nell’occhio la sensazione di partecipare a un racconto del tempo nel tempo, il tempo lungo di una vita intera.

“Cos’hai che ti sgomenti? chiese Tremal-Naik
Le dimensioni del racconto

SweetSalgari_4Non si può negare, come annota ancora Barbieri, che in tutta questa raffinata architettura narrativa, la matita del cartoonist resti sempre sospesa, in maniera ambigua, tra tragedia e ironia.

Forse proprio in questa ambiguità, o meglio contraddittorietà, sta la cifra poetica più autentica di Sweet Salgari, quasi che il contrappunto creato tra parole e immagini corrisponda alla contradditorietà profonda insita nel personaggio di Salgari.

Da un lato c’è lo story-teller generoso che, attraverso i suoi eroi indimenticabili sognava e faceva sognare avventure senza confini, amori senza fine, ideali senza compromessi. Dall’altro, c’è l’umile forzato della penna, vessato per tutta la sua vita dagli obblighi familiari e sfruttato fino alla fine da editori senza scrupoli. A questi pirati imprenditoriali, ben più feroci dei suoi Yanez, Salgari non riuscì mai a ribellarsi, se non con il gesto estremo del suicidio. Ma anche nella rappresentazione di quest’atto disperato, scelto da Bacilieri quale architrave narrativa della storia – e posto in termini drammaturgici in chiusura di  2° atto – , tragedia e commedia continuano a duettare.

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Lo stesso conflitto tra ideale e reale, viene ribadito sfalzando i piani temporali, rimodulando la linearità  cronologica degli eventi attraverso la tecnica del flashback/flashforward. Così la camminata che porta il vecchio Salgari dalla sua casa ormai miserrima di Torino fino al boschetto di Val San Martino dove si suiciderà, diventa agli occhi del lettore una laica Via Crucis dei ricordi. Alle scene del presente si alternano altre del passato dello scrittore, dall’infanzia sognatrice alle velleità della carriera marinaresca, dal mestiere giornalistico all’illusione del successo letterario. Si tratta di mini-racconti slegati temporalmente gli uni dagli altri, in cui Bacilieri sembra, implicitamente, far suo l’assunto del filosofo canadese Jane Forsey:

Alcuni elementi della nostra esperienza talvolta potrebbero sembrar assumere la forma di una storia, ma questo accade per specifici episodi piuttosto che per il corso della nostra intera vita, e nemmeno sempre. (Jane Forsey, “Art and Identity. Expanding Narrative Theory “)

La logica della narrazione matrioska permette a Bacilieri di costruire la sua interpretazione del personaggio, come un affastellamento di memorie contraddittorie. Intime illusioni e pubbliche delusioni definiscono il ritratto di un Salgari sfaccettato, per quanto sempre raffigurato come una sorta di ironico Charlot con i baffi a manubrio e il cappello a paglietta, figlio del suo tempo tanto nella sua grandezza letteraria quanto nelle sue umane debolezze.

“Guarda lassù! Il Corsaro Nero piange”
Tra crudeltà e dolcezza

Un ritratto impietoso? Si, certo, a tratti (di china) crudele ma anche commosso, come le sei splash page, che cadenzano i salti da un tempo a un altro, con Emilio Salgari raffigurato in età diverse sempre intento a scrivere. SweetSalgari_6Un racconto nel racconto: dal bimbo sognatore al giovane cronista; dallo scrittore in ascesa all’anziano “travet della letteratura”. Il protagonista appare via via più chino sulla scrivania, più piegato e piagato dalla necessità, fino a rinchiudersi su se stesso, quando il finale amaro della sua vita l’ha già scritto il destino.

Eppure faremmo un torto all’aggettivo dalla duplice connotazione “dolce”/ “sweet” presente nel titolo dell’opera, se non riconoscessimo che il ritratto, per quanto doloroso, vanta anche accenti lirici. Si è già detto, ad esempio della sequenza conclusiva del funerale dello scrittore, dove il gioco del contrappunto tra prosa letteraria e narrazione visiva viene ribaltato, facendo irrompere l’immaginario fantastico nella cronaca reale. Ma ancor prima, già dopo una trentina di tavole, Bacilieri suggerisce un legame di empatia con l’io sognante dello scrittore, raccontando un momento d’infanzia di Salgari, con uno stile a metà strada tra il Paperino di Barks e il Tintin di Hergé.

In particolare la vignetta in cui il piccolo protagonista affronta le rapide del ruscello, con un cagnolino come mozzo e un catino di legno come vascello, è forse la più sensazionale e tenera dell’intera biografia disegnata. Quell’inquadratura frontale, con la sua essenziale poesia grafica, ci ricorda che ad inventare il gioco dei pirati malesi fu un bimbo di nome Emilio Salgari.

Abbiamo parlato di
Sweet Salgari
Paolo Bacilieri
Coconino Press, 2012
160 pagine, brossurato, bianco e nero – € 17,50
ISBN: 9788876182068

Bibliografia dell’articolo
Barbieri Daniele, “Di Paolo Bacilieri ed Emilio Salgari, attraverso lo specchio” dal blog dell’autore. Guardare e Leggere, (link: www.guardareleggere.net/wordpress/2012/04/10/di-paolo-bacilieri-ed-emilio-salgari-attraverso-lo-specchio)
Barbieri Daniele,  “Del freddo e del caldo o di Chris Ware e Paolo Bacilieri”, dal blog dell’autore. Guardare e Leggere, (link: www.guardareleggere.net/wordpress/2010/09/23/del-freddo-e-del-caldo-o-di-chris-ware-e-paolo-bacilieri)
Bosetto Paola, “Emilio Salgari, la vita a fumetti rivela il genio e la tragedia” in L’Arena, 15.05.12
Forsey Jane, “Art and Identity. Expanding Narrative Theory” in “Philosophy Today”, 47 (2), 2003.
Gallo Claudio, Bonomi Giuseppe, Emilio Salgari la macchina dei sogni, Milano, Rizzoli.
Plazzi Andrea, “Intervista a Paolo Bacilieri” dal blog di Andrea Plazzi, (link:  andreaplazzi.wordpress.com/2010/01/13/paolo-bacilieri)

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