
Dream Factory è ambientata in una Londra di fine Ottocento immersa in una sorta di perenne inverno e dominata da una grande fabbrica che sembra determinare la vita stessa della città. La Dream Factory sembra anche essere il luogo in cui trovare risposte alle costanti sparizioni di bambini che si verificano nei villaggi circostanti. Anche il fratello della giovare Indira, che lavora nelle miniere di carbone, è scomparso e la ragazza punta alla fabbrica, disposta a tutto pur di ritrovarlo.
La fascinazione per l’estetica e l’ambientazione costruiscono una fiaba nera dai tocchi sociali che fa del tema dei legami e di quello della memoria i suoi pilastri portanti. La lettura però in alcuni passaggi – soprattutto nei capitoli finali – si scontra con una certa arzigogolosità delle situazioni. Intrecci, personaggi e azioni si arrotolano in una complessità che in alcuni passaggi è poco immediata, così come alcune sequenze sulla tavola lasciano al lettore la sensazione di aver saltato una o due vignette.
Se è poi evidente quanto la componente visiva sia il maggior punto di forza dell’opera, il formato editoriale scelto, la cui dimensione è di poco più grande del classico tankobon, risulta sacrificarne la resa, soprattutto nelle sequenze e nelle pagine dove le vignette diventano numerose e quindi di dimensioni veramente ridotte.
Abbiamo parlato di:
Dreams Factory
Jerome Hamon, Suheb Zako e Lena Sayaphoum
Traduzione di Luca Blengino
Star Comics, 2025
144 pagine, brossurato, colori – € 8,90
ISBN: 9788822641434

