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“Dream Factory”: una fiaba nera dall’aspirazione animata

21 Ottobre 2025
Jerome Hamon e Suheb Zako cercano di portare su carta una fascinazione da film animato con un racconto steampunk a tratti farraginoso.
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Dreamsfactory 1200pxScritto dal francese Jerome Hamon per i disegni di Suheb Zako – che ha collaborato anche alla storia – e i colori di Lena SayaphoumDream Factory è un dark fantasy con un’estetica e una regia che sembrano voler evocare nel lettore la sensazione di calarsi in un’opera animata, guardando al manga e a una colorazione in cui la luce è usata con una forza e una dinamica incredibili. Il character design dei personaggi è costituito da tratti morbidi, inoltre la regia molto dinamica spesso crea pagine dalle numerose vignette, in cui le inquadrature generano veri e propri zoom e carrellate, e sfrutta sequenze mute, elementi che contribuiscono ad alimentare la sensazione già accennata.

Dream Factory è ambientata in una Londra di fine Ottocento immersa in una sorta di perenne inverno e dominata da una grande fabbrica che sembra determinare la vita stessa della città. La Dream Factory sembra anche essere il luogo in cui trovare risposte alle costanti sparizioni di bambini che si verificano nei villaggi circostanti. Anche il fratello della giovare Indira, che lavora nelle miniere di carbone, è scomparso e la ragazza punta alla fabbrica, disposta a tutto pur di ritrovarlo.

La fascinazione per l’estetica e l’ambientazione costruiscono una fiaba nera dai tocchi sociali che fa del tema dei legami e di quello della memoria i suoi pilastri portanti. La lettura però in alcuni passaggi – soprattutto nei capitoli finali – si scontra con una certa arzigogolosità delle situazioni. Intrecci, personaggi e azioni si arrotolano in una complessità che in alcuni passaggi è poco immediata, così come alcune sequenze sulla tavola lasciano al lettore la sensazione di aver saltato una o due vignette.
Se è poi evidente quanto la componente visiva sia il maggior punto di forza dell’opera, il formato editoriale scelto, la cui dimensione è di poco più grande del classico tankobon, risulta sacrificarne la resa, soprattutto nelle sequenze e nelle pagine dove le vignette diventano numerose e quindi di dimensioni veramente ridotte.

Abbiamo parlato di:
Dreams Factory
Jerome Hamon, Suheb Zako e Lena Sayaphoum
Traduzione di Luca Blengino
Star Comics, 2025
144 pagine, brossurato, colori – € 8,90
ISBN: 9788822641434

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Paolo Ferrara

Paolo Ferrara

Nato a Bologna, classe 1977, svolge diversi mestieri e frequenta corsi di fumetto, teatro, doppiaggio e un Master in Tecniche della Narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Insegna storytelling per varie realtà e associazioni e ha una cattedra di Storytelling per i Media presso IAAD Torino e Bologna.

Come freelance sceneggia (per cortometraggi, Mediaset, videogame per Tiny Bull Studios e qualche fumetto web), ha pubblicato opere di narrativa e narrativa per bambini ( Saga Edizioni, Epika Edizioni, La Strada di Babilonia, Delos Books, Milena Edizioni e Kalimat Group – editore degli Emirati Arabi Uniti- ).

Da più di 15 anni è conduttore e autore radio/podcast ( RadioOhm / SonoCoseSerie) e collabora come recensore e articolista per diverse riviste digitali e non (tra cui Lo Spazio Bianco).

È sceneggiatore della serie Chimere sull'app Jundo Comics e ha diversi progetti in arrivo in vari media: qualunque cosa pur di raccontare storie.

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