I Diari di Lucca – 2a parte

I Diari di Lucca – 2a parte

30-31 Ottobre 2004 Pure se in ritardo, continuano le cronache dai tendoni di Lucca Comics & Games. Fumetti, fumetti e ancora fumetti...

Sindrome di Peter-Pan?La seconda giornata rimane per me ancora una occasione di esplorazione, nella convinzione che qualcosa, non si sa come, mi sia sfuggita. Alla terza, mi sento padrone della situazione, almeno fino a che non entro nel settore Lucca Games, dove riesco solo a camminare imbambolato tra la folla.

Ma il sabato e la domenica sono anche i giorni in cui tutti quanti (o quasi) coloro che di venerdi non sono potuti arrivare, fanno la loro comparsa. Quindi altri giri tra gli stand, altri saluti, altri (sparuti, personalmente parlando, ma non abbastanza) acquisti. Le novità presentate sono veramente molte, tanto che qualcuno un po’ teme la cannibalizzazione da troppa offerta. Molti, certo, sono volumi autoconclusivi, hanno una vita editoriale tutto sommato lunga, ma anche le serie non mancano. Un ritaglio nel cuore me lo lascia Adastra in Africa, di B.W. Smith, che presenta disegni eccezionali, un bianco e nero denso di tratti e fascino. Se mantiene a livello di storia quanto promette solo sfogliandolo… Altre gioie per gli occhi, i volumi Coconino Lo spinacio di Yukiko, e naturalmente Appunti per una storia di guerra di Gipi. Quest’ultimo sembra inarrestabile al tavolo, disegnato e autografando un volume dietro l’altro. Il primo giorno, mi sono soffermato a “spiarlo” mentre stava disegnando per una dedica sul suo Esterno Notte. Finito con il pennarello fine, “imbraccia” il pennello, lo intinge nell’acqua e nel colore, e spande un celeste-grigio negli spazi, con movimenti che sembrano tanto casuali quanto naturali, e che poi risultano tutti orientati verso l’obiettivo comune del disegnare. Sopresa assoluta, una volta finito posa il pennello e mette via l’albo: il disegno non gli piace, lo vuole rifare! Interviene l’interessato che invece gradisce – e lo capisco benissimo – e si vuole prendere quell’albo. Ma c’é un problema, il colore si è sparso sulla pagina di fronte! Gipi non si scompone, e si mette a disegnare per coprire la macchia anche sull’altra pagina. Ragazzo fortunato! Nel frattempo, ‘autore scambia due parole con una coppia di circa 50 anni, venuta da Treviso quasi solo per vedere all’opera lui, e magari comprare un originale (perché prevedo una fine simile per me?). Hanno visto una mostra dalle loro parti con una sua opera esposta, e tanto è bastato per far scattare la passione. È bello vederli, sembrano innamorati anche senza stare abbracciati, è bello immaginarli commentare assieme lo stesso quadro, lo stesso fumetto, pensare che si sono presi la briga assieme di fare questo viaggio. Forse dovrei smetterla di essere tanto romantico!

A proposito di autori, Maurizio Manfredi è una persona che potrebbe farmi slogare la mandibola dalle risa: gesticola, urla, ti guarda con due occhi spalancati e lancia i suoi albi di Superanarchico sul bancone per farli vedere, tastare, annusare ai passanti, esaltandosi ma senza prendersi troppo sul serio. Molti fuggono o quasi, i più fortunati si lasciano convincere a comprare i suoi fumetti (e ne vale la pena). Io rido come un matto, è irrefrenabile. Una persona con cui passare una cena per rifarsi dalle brutture della vita!

Dal secondo giorno, si evidenzia nel frattempo l’unico vero errore logistico di questa Lucca, la cui organizzazione mi sembra anni luce avanti rispetto agli ultimi tempi: la coda per i disegnatori Bonelli, che quasi taglia in due il tendone degli editori. Non ho voluto controllare, ma spero non sia come gli anni scorsi, dove alla fine di tutta quella fila ti beccavi una tavola pre-stampata su cui l’autore appone la firma e due ritocchi a pennarello: secondo me, non vale la pena! Disegnare sarà faticoso, ma a me questa cosa ha sempre deluso tantissimo.

Bella l’offerta anche di pubblicazioni indipendenti, di autoproduzioni, dai Self Comics (con un paio di albetti disegnato da Luca Genovese), a I cani fanno fumetti, fino al meravoglioso Fumetti disegnati male, dietro il quale non potevano celarsi che i folli F.lli Mattioli. Peccato vedere anche l’ultimo numero dell’Almanacco, che non ha avuto il meritato successo: a chi non lo ha comprato, posso solo dire “Siete ciechi”.

Ci sarebbe da raccontare di una cena dove i vostri cari redattori si sono incontrati per la prima volta in gran numero, ma è già mezzanotte: ci vediamo domani.

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