“Qualcuno dirà che la storia che segue non doveva essere raccontata… Altri diranno che certi argomenti non hanno posto su un albo a fumetti…forse avranno ragione! Ma noi non lo crediamo… perché abbiamo visto delle persone gentili, degli esseri umani, distrutti… ridursi peggio degli animali… gettarsi nell’inferno delle agonie! Li abbiamo visti… Siamo irati… E questa è la nostra protesta!”
(Denny O’Neil e Neal Adams, introducendo la storia I drogati non volano)
Quando la Planeta De Agostini prese in mano i diritti della DC Comics, diede inizio ad un’operazione che definirei “macina carta”, stampando l’inverosimile del mondo supereroistico di Superman e compagni: spillati, brossurati, cartonati, cofanetti contenenti più volumi, talmente grandi che per sfogliarli bisognava essere reduci da almeno un anno di palestra, ristampe di serie complete in volumi pesanti come la bibbia, insomma una folle ristampa di tutto il DC Universe da riempire gran parte delle fumetterie d’Italia.
Ma, se agli occhi di molti appassionati sarà stato un sogno lungo un paio d’anni, a livello editoriale e qualitativo c’era parecchio da ridire: gli errori di traduzione erano frequenti e talvolta la qualità di stampa non era il massimo della vita rispetto alla confezione in cui veniva presentata che, comunque, era sempre un bel vedere.
Anche la saga Green Lantern & Green Arrow ha avuto la sua bella edizione della Planeta; se in un primo momento avevo scelto di includere nel meglio dei 300 libri solo il secondo dei due volumi della saga, pubblicato dalla casa editrice Play Press nel 1992 (in cui c’erano le storie incentrate sulla tematica della tossicodipendenza), rileggendo recentemente tutto il ciclo ho ritenuto opportuno che tutte le storie del duo in calzamaglia verde fossero meritevoli di attenzione.
Sono storie dense di una carica emotiva eccezionale. Emozioni che possiamo provare grazie alla bravura di Denny O’Neil che accosta un personaggio come Hal Jordan-Green Lantern a un personaggio complesso come Oliver Queen-Green Arrow, puntando così gran parte della saga sulla diversità delle loro personalità; vediamo quella di Green Lantern, onesta rispettosa delle leggi e ligia al dovere entrare spesso in conflitto con quella dichiaratamente anarchica di Green Arrow.
Se il primo è portato alla collaborazione con le autorità, il secondo è pronto all’azione diretta per il cambiamento radicale, portando così i due a scontrarsi diverse volte nell’arco delle storie. Ma l’innato senso ribelle di Green Arrow avrà la meglio anche su Green Lantern tanto da indurlo a guardare oltre la cieca obbedienza che questi ha verso il Corpo delle Lanterne verdi per schierarsi dalla parte dei bisognosi. Perché l’arma vincente di questo volume non è solo l’azzardata scelta d’accoppiare i due eroi, ma di fargli vivere storie impregnate di un realismo che quasi non ha niente a che vedere con gli eroi in calzamaglia.
Perché in storie come I drogati non volano e Hanno detto che mi ucciderà… ma non hanno detto quando, gli eroi c’entrano poco. E O’Neil lo sa bene nel momento in cui affronta il tema della tossicodipendenza tra i giovani, quando a provare l’esperienza disarmante dell’eroina è proprio la spalla di Green Arrow, Speedy che abbandonato dal suo mentore trova rifugio nella droga. Un nemico che nemmeno i poteri dell’anello di Geen Lantern possono risolvere, perché qui a seminare morte per le strade di Star City non è un essere di un altro pianeta o uno dei tanti criminali pazzoidi, ma l’avidità e la bestialità dell’uomo di creare profitto sulla pelle dei più deboli.
Mai prima di queste storie il lettore aveva assistito alla disarmante sconfitta dei loro eroi, fragili e inermi allo stesso tempo. Sconfitta racchiusa in quel pugno liberatorio con cui Speedy colpisce Green Arrow, suo amico e mentore assente, un eroe che occupato a salvare il mondo non è riuscito a capire la sofferenza di chi gli stava accanto.
Una sofferenza resa superbamente dai disegni di Neil Adams, l’artista che forse più di tutti ha influenzato la nuova generazione di comics che andava formandosi a ridosso degli anni ’90.
Nei suoi disegni c’è davvero tutto quello di cui un grande fumetto ha bisogno: virtuosismo e azione, dinamismo, espressività e plasticità ma sopratutto uno stile formidabile che lo pone sul podio dei più grandi artisti del genere, secondo solo a Jack Kirby.
Un capolavoro in cui gli autori, attraverso gli occhi dei loro (anti)eroi, intraprendono un viaggio in un paese fatto di gente sfruttata e umiliata, in cui razzismo e intolleranza hanno radici profonde e in cui non vi è posto per quei piccoli eroi che vogliono salvare il mondo da chi ogni giorno lo sfrutta per profitto.
Così facendo, O’Neil e Adams lanciano il loro messaggio per un mondo migliore, un mondo che appartiene a tutti e che tutti hanno il diritto di proteggere e amare.
Curiosità
Fu l’editor Julius Schwartz ha chiamare i due autori per affidarli le sorti della testata dedicata a Green Lantern al tempo in netto calo di vendite.
Le storie I drogati non volano e Hanno detto che mi ucciderà… ma non hanno detto quando ricevettero una lettera d’encomio da parte dell’allora sindaco di New York John V. Lindsay.
Nella saga compare anche il personaggio di Black Canary che permette a O’Neil affrontare dei temi femministi.
Edizione consigliata
Volume cartonato, formato grande e buona qualità di stampa; introduzione dello sceneggiatore Dennis O’Neil (una datata 1983 e l’altra risalente al 2000) e dell’artista Dick Giordano, uno dei grandi inchiostratori degli anni ’70 e ’80. Alla fine delle storie vengono riproposte tutte le cover del ciclo di storie più le varie ristampe. Forse un po’ caro ma è una giusta spesa per una saga imprescindibile.
Altre edizioni
La Play Press pubblicò l’intera saga nel 1992 in un paio di albi brossurati dal tipico formato americano.
Nel 2014 il quotidiano Il sole 24 ore ha ripubblicato la saga di O’Neill e Adams nel ciclo di volumi DC Comics Story, in collaborazione con la RW Lion.