Novembre 2011, Davvero nasce nel web. Novembre 2012, Davvero arriva nelle edicole. Per capire fino in fondo tutto lo spessore di questo fumetto dobbiamo ripercorrere la sua evoluzione e andare oltre.
Facciamo il caso che un’autrice abbia un’idea, una storia da raccontare. Nessuna landa desertica, nessun paesaggio sconfinato. Non la storia di un supereroe e i suoi super problemi. Semplicemente la storia di una ragazza: Martina, appena maggiorenne, una famiglia della media borghesia bresciana alle spalle, le sue amicizie a volte complici, a volte superficiali e distanti.
Ma una storia comincia da una contraddizione, dall’opporsi di forze parallele. In questo caso è la quotidianità stessa della protagonista, i suoi ritmi cadenzati, le ore perse, le abitudini, i rapporti scontati, che creano lo scacco e muovono gli eventi.
Può funzionare una storia del genere nello scenario del fumetto italiano? È possibile trovare un editore disposto a rischiare sulla pubblicazione di una storia ambientata in terra italica dalle tematiche tipiche degli shojo manga?
È infatti a questo genere, collaudato in Giappone, che guarda esplicitamente Paola Barbato, sceneggiatrice e scrittrice, intercettando un vuoto nell’editoria fumettistica nostrana. Ma le novità spaventano, la crisi economica e del settore immobilizza. Davvero è una scommessa a cui la Barbato non vuole rinunciare. Il web diviene il luogo in cui il fumetto prende forma.
L’idea diventa condivisione e coinvolge sempre più persone disposte a crederci: Matteo Bussola alla cura grafica della serie, Oscar Celestini alla supervisione e ai colori, Manfredi Toraldo all’impaginazione e lettering e Thomas Pistoia alla realizzazione del sito, con qualche dritta di Marco “Makkox” D’Ambrosio .
Nessun nome celebre viene chiamato alle matite a fare da traino e, per comporre il parco dei disegnatori, viene indetta una vera e propria audizione che parte da un annuncio sui social network. Sono in duecento a rispondere, proponendo le loro tavole di prova: ne viene fuori una squadra di giovani professionisti non ancora affermati.
Tutto è pronto e, il 7 novembre del 2011, nasce www. davvero.org., un progetto no-profit, un fumetto on-line scritto e voluto da Paola Barbato. Ho cominciato a leggere Davvero fin dal primo episodio, mosso da una curiosità creata ben prima della sua pubblicazione. La storia, come abbiamo detto, racconta qualcosa di semplice, riconoscibile; non è un caso il titolo, quel “Davvero”, che ritroviamo scritto a penna a contorno della storia nei post-it gialli (come nella cameretta di una qualsiasi studentessa) da cliccare nella home page.
In sei tavole, con cadenza bisettimanale cominciamo a conoscere i protagonisti. Martina appare apatica, insoddisfatta, incapace di riconoscere il valore delle cose che ha e della sua vita facile. Intorno a lei c’è la famiglia, un fidanzato, le amicizie, l’università. Le giornate della ragazza, passano nella noia, cercando di sfuggire ad ogni responsabilità. I genitori, cominciano a preoccuparsi, pongono domande a cui la protagonista sfugge o dà risposte inadeguate… scene di un normale scontro generazionale che sfocia in una sfida, lanciata dal padre, Fausto, che con 20000 euro spinge la figlia ad andarsene per provare ad arrangiarsi da sola. Martina prende i soldi e va via sbattendo la porta più per orgoglio che per convinzione. Prende un treno verso Milano. La nostra eroina del quotidiano, si ritrova sola ad affrontare i problemi reali, giorno per giorno incontra nuove persone e la storia si fa corale, la fine di ogni puntata mostra come la cifra di 20000 euro si assottigli, un countdown che scandisce ogni passaggio che Martina compie verso l’indipendenza. Il banale del quotidiano sorprende, la storia incontra consensi, riesce a creare suspance fino all’attesa per le vicende future. I tempi della narrazione hanno un preciso e voluto ritmo interno, determinato dall’impostazione delle tavole, spesso libere e adattate di volta in volta a seconda del passaggio narrativo. Episodio dopo episodio conosciamo i tratti e gli stili di ogni disegnatore con piacevoli scoperte di bravura e originalità.
Al terzo mese di pubblicazione Davvero raggiunge i diecimila i visitatori unici mensili. Il fumetto si snoda sul web e questo permette il contatto diretto con il pubblico che esprime pareri, si appassiona alla vicenda, patteggia per questo o quel personaggio, esprime giudizi sui disegnatori. Questo aspetto è tenuto in gran conto da Paola Barbato che ne fa un punto di forza, si innescano discussioni che agevolano il passaparola, il desiderio di partecipazione fino ad arrivare al virale. Nella puntata numero 69 troviamo ai disegni Corrado Roi con il suo stile inconfondibile ed essenziale che dà alle narrazione della puntata un tono sorprendente e onirico. L’episodio 70 è l’ultimo; incontriamo tutti i tratti e gli stili dei disegnatori in un lavoro collettivo che fa il focus su ogni personaggio lasciando aperta ogni trama, perché la storia continua. La scommessa è vinta, Davvero, con tutte le sue caratteristiche, funziona e la Star Comics decide di pubblicarlo.
Davvero n.1 in edicola
Il 22 Novembre 2012 arriva nelle edicole il primo volume di una miniserie di 12 numeri. Il formato è quello bonellide, ma presenta caratteristiche peculiari già dalla copertina ad opera di Andrea Meloni. La prima volta che l’ho vista sul web mi ha lasciato perplesso, era in realtà la mia vista abitudinaria a rimanerne sorpresa, non abituata ad una tale impostazione. Ritrovare la copertina tra gli scaffali mi ha fatto capire che l’idea è vincente. Davvero spicca tra gli altri fumetti, attira l’attenzione, sorprende e in qualche modo la copertina riesce ad essere evocativa, introduttiva all’atmosfera ed è essa stessa parte della storia che si sta per leggere; un disegno a tutta pagina, un fermo immagine di Martina, la protagonista, seduta con lo sguardo perso, il pacchetto di soldi in mano, una colorazione quasi pittorica che esprime al meglio lo stato d’animo della ragazza. Il logo della serie non è il nome della protagonista, non si apre nella parte superiore, ma è posto in un angolo nel famoso post it con la scritta a penna che ha caratterizzato la serie sul web. Altra sorpresa che il cartaceo di Davvero ci riserva è il frontespizio, affidato a Fabio Detullio, che ogni mese sarà differente e citerà una serie televisiva; per questo primo numero l’omaggio è a Touch, il telefilm statunitense creato da Tim Kring per la Fox.
La serie riprende le vicende di Martina dall’inizio ma, rispetto alla versione on line, aggiunge elementi nuovi definendo in modo più dettagliato i personaggi e le loro motivazioni. La prima pagina mette il lettore davanti al fatto compiuto, Martina esce sbattendo la porta di casa. Da questo momento i tempi del racconto si dilatano e contraggono.
Si dilatano nell’introdurre i personaggi di contorno, le loro vite, i contesti da cui la protagonista si sta allontanando, attraverso dei fermo immagini in stile foto polaroid che ne fissano sguardi ed espressioni come ad illustrare i pensieri davanti agli occhi del lettore.
Si contraggono a partire dal flashback che introduce la madre, e il lettore, all’accaduto, in un vortice che porta il lettore a conoscere la reazione di ciascun personaggio. Ogni cambiamento è scandito dai pensieri della ragazza, che riscopre un mondo dai paesaggi a lei sconosciuti, fino all’arrivo nell’appartamento in cui il ritmo si fa sincopato e si identifica con i volti dei nuovi protagonisti, con le porte che chiudono stanze sconosciute. La casa diventa luogo di grande tensione narrativa, claustrofobico e caotico. Efficaci in tal senso le tavole, illustrate da Walter Trono, in cui una semplice porta o un rumore sono elementi che creano un cambiamento di tono e suggestioni che strizzano l’occhio al thriller. Ogni tavola contribuisce a delineare il senso panico e di straniamento di Martina, una tensione emotiva che cresce inevitabilmente nel lettore insieme all’affezione per le vicende.
Ritroviamo in questo primo numero un rapporto interno strettissimo tra la scrittura e i disegni, una regia meticolosa che li fonde piegandoli alla scansione temporale e ritmica della storia.
Nonostante il numero maggiore di tavole in cui si dipana la vicenda rispetto alla versione web, il cartaceo mantiene un ritmo interno incalzante strettamente legato alla funzione disegno. Il lavoro di Trono contribuisce alla creazione di un’attesa da soddisfare che accompagna il lettore pagina dopo pagina. L’uso del chiaro scuro, cambi tonali, tavole libere fino alla splash page, inquadrature quasi filmiche, danno alla storia ritmo e profondità. Ogni vignetta contribuisce a delineare i personaggi e i loro stati d’animo.
Davvero conferma nella sua versione cartacea una lavoro attento e curato in ogni dettaglio che diventa riferimento e rimando e contribuisce a costruire una storia che va ben oltre i discorsi sul genere e i suoi target. A un’analisi attenta notiamo come il fumetto di Paola Barbato coinvolga un pubblico vario per età, sesso, condizione sociale e lavorativa. Basta vedere le pagine Facebook dedicate o la stessa pagina della scrittrice. Un tale successo è da ricercare appunto nei diversi aspetti di un vero e proprio progetto per certi aspetti innovativo che si presta a diversi livelli di lettura.
Innanzitutto una scrittura sapiente: la vicenda ha in sé riferimenti continui, suggestioni, multilivelli di significati da ricercare nell’ipertesto e nei sottotesti. Una lettura per immagini quasi interattiva data da una regia meticolosa per cui il testo e le illustrazioni mescolano i vari linguaggi e superano quello del fumetto in senso stretto toccando come abbiamo visto il filmico o citando le serie tv (non dimentichiamo che Paola Barbato ha già dato prova di sé come sceneggiatrice per una serie televisiva Sky, Nel nome del Male, diretta da Alex Infascelli).
La storia di Martina si espande nel reale virtuale con i profili dei personaggi su Facebook aggiornati quotidianamente in rapporto allo svilupparsi della vicenda. Il lettore è chiamato in causa per ricostruire i vari tasselli del puzzle, ma non solo. In un uso disinibito del Web, sempre il lettore esprime giudizi in un rapporto costante con la scrittrice e i disegnatori, dai quali è chiamato in prima persona a definire i personaggi e caratterizzarli. Il lettore diventa così elemento fondamentale della produzione artistica, se ne sente coinvolto e parte in causa, ne è promotore, e questo rapporto diventa veicolo promozionale della serie nel reale. È il pubblico che volontariamente distribuisce le locandine nelle edicole e testimonia la diffusione del fumetto con foto e video.
In questo aspetto credo che ci sia un tratto di grande innovazione e originalità che contraddistingue Davvero, e una “lezione” da imparare: modalità nuove di comunicazione e un modo efficace di dialogare con il pubblico creando relazioni e rete tra tra le persone, usando appieno tutte le potenzialità del web.
Nel dibattito sulla comunicazione in ambito culturale spesso ci si riferisce all’importanza di una costruzione reticolare tra persone e competenze e istituzioni, e si vede in questa una possibile soluzione alla crisi economica.
Il fumetto Davvero mette in atto questa pratica senza perdere la propria identità artistica ma anzi creando continuamente valori aggiunti. Non rendersi conto di questi aspetti, o non dargli la giusta importanza significa, secondo me, perdere un’occasione fondamentale di innovazione per il mondo del fumetto nostrano.
Abbiamo parlato di:
Davvero n.1 – Cambiamenti
Paola Barbato, Walter Trono, Andrea Meloni
Star Comics, novembre 2012
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,90 €
Davvero su Lospaziobianco:
– l’appello di Paola Barbato per disegnatori e coloristi (qui)
– la recensione dei primi numeri online (qui), di Ettore Gabrielli
– una analisi approfondita sul genere (qui), di Marco Foti
– la fine della versione online (qui), di Davide Occhicone
– intervista a Mario Del Pennino (qui), disegnatore di due puntate della versione online
– intervista a Antonio Lucchi (qui), disegnatore del numero due della Star Comics, in uscita a dicembre
– intervista a Walter Trono (qui), disegnatore del numero uno della Star Comics
Il sito dell’editore Star Comics
Il sito del fumetto Davvero
loradelconto.blogspot.it
14 Dicembre 2012 a 10:49
quando un fumetto ha sucesso è sempre un bene. ma ho percepito da subito una vicinanza con le fiction italiane che infestano i palinsensti televisivi negli ultimi anni. e la colorazione delle tavole spesso stucchevole. quindi spero che in futuro altri progetti partano nello stesso modo ma con contenuti e qualità grafica un pò più ricercati. scusate la critica sincera.
Davide Occhicone
14 Dicembre 2012 a 10:57
grazie per il commento
ovviamente ti riferisci alla versione online che era a colori, esatto?
e dell’albo cartaceo che ne dici?
Emanuele
14 Dicembre 2012 a 16:08
ma quindi, da quanto ho capito almeno, l’albo in edicola è disegnato da zero da altri autori (affermati per altro)… se così fosse, perdonatemi, ma ci vedo una grossa presa in giro da parte della Barbato… all’epoca in cui partì si era data unicamente la speranza, ai disegnatori che avrebbero partecipato, di avere finalmente un’occasione per “sfondare” … ergo chi si impegnò lo aveva fatto, gratis (e ricordo tutta la polemica al riguardo sul lavorare gratis) solo con quella speranza… e ora che finalmente il progetto è in edicola le tavole vengono affidate a nomi noti?!
spero vivamente che il mi ragionamento sia errato in qualche punto perchè altrimenti non ci sarebbero parole per descrivere il comportamento della Barbato e di chiunque sia responsabile di ciò
Ramf
17 Dicembre 2012 a 13:33
non ti preoccupare, ti basta leggere i nomi degli autori dei numeri successivi (a partire da quello in edicola fra 4 giorni) per renderti conto che il tuo ragionamento è del tutto errato. Praticamente quasi tutti i disegnatori sono stati presi da quelli che hanno lavorato online. Il primo numero non fa cmq eccezione nonostante Trono abbia anche altre pubblicazioni all’attivazione oltre alla sua puntata online di Davvero.
Ramf
17 Dicembre 2012 a 13:37
…ehm *all’attivo. scusate
Emanuele
18 Dicembre 2012 a 23:13
ah ok… infatti il punto era proprio questo… all’avvio del progetto ricordo che si disse: “al momento non verrete pagati ma se vi saranno risvolti in futuro allora lo sarete” … ecco perchè, se così non fosse stato, mi sarebbe parsa come minimo una presa in giro (in realtà sarebbe stata una truffa a voler essere precisi)
ma visto che le cose stanno diversamente allora non vi è niente di cui preoccuparsi :)
Davide Occhicone
17 Dicembre 2012 a 17:43
ciao
sul perchè chi si era impegnato “gratis” lo avesse fatto quello che tu dici è una tua deduzione
non mi risulta che gli autori delle tavole che sono andate online abbiano mai detto quello che dici tu
mi spiego meglio
dici:
all’epoca in cui partì si era data unicamente la speranza, ai
disegnatori che avrebbero partecipato, di avere finalmente un’occasione
per “sfondare” … ergo chi si impegnò lo aveva fatto, gratis solo con quella
speranza
cosa è l’occasione per sfondare?
cosa è “sfondare”?
non mi sembra che nessuno abbia mai detto collaborate al fumetto online vi faremo fare una versione cartacea
e, ti faccio notare, molti potrebbero aver già “sfondato” (avuto una commissione lavorativa) anche non realizzano un albo del cartaceo…