Uno dei filoni narrativi più interessanti che contraddistinguono la serie di Dampyr fin dai suoi albori è quello legato al folklore e alle tradizioni regionali italiane, usate in più di un’occasione per raccontare storie nelle quali Harlan e soci hanno visitato molti luoghi della Penisola in caccia dei Maestri della Notte.
Nello staff di autori del personaggio, Claudio Falco è sicuramente uno degli sceneggiatori più prolifici in questo ambito e ne Il condottiero di Calabria usa come spunto la comunità arbëreshe, ossia gli albanesi d’Italia, una minoranza etnico-linguistica storicamente stanziata nel sud del Paese.
Legandosi a questa realtà locale, Falco porta il Dampyr a Civita, in provincia di Cosenza, sulle tracce del Maestro della Notte Vrana – storicamente conosciuto come il Cavaliere d’Altafoglia -, antagonista più affine come spirito e morale a Draka, padre di Harlan, piuttosto che alle sanguinarie e spietate creature della stirpe con cui il protagonista ha solitamente a che fare.
Il racconto è solido, ben bilanciato tra azione e sequenze in cui si approfondiscono storia e folklore locale, con agganci alla realtà odierna calabrese ben inseriti a supporto della trama.
Ai disegni abbiamo l’esordio di Francesco De Stena, subito a suo agio nelle atmosfere oscure della serie con uno stile ricco di neri e molto dettagliato negli sfondi e nella resa dei personaggi. Se un piccolo appunto si può muovere al disegnatore è forse nella eccessiva rigidità ancora presente nelle espressioni dei personaggi, non sempre efficaci nel trasmettere gli stati d’animo.
Abbiamo parlato di:
Dampyr #239 – Il condottiero di Calabria
Claudio Falco, Francesco De Stena
Sergio Bonelli Editore, febbraio 2020
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,90 €
ISSN: 977159000200260239