Cronache Tedesche: le storie di Bea Davies

Cronache Tedesche: le storie di Bea Davies

Viaggio nel mondo di Bea Davies, talentuosa fumettista cosmopolita al suo esordio per avant-verlag con un fumetto su Gregor Gog, “Re dei vagabondi”.

Piccolo disclaimer: è vero, la rubrica si chiama Cronache Tedesche e l’idea di base sarebbe quella di parlare di autori e artisti di lingua tedesca. Tuttavia, l’arte e l’opera di una talentuosa artista esordiente come Bea Davies (così come quella di altri fumettisti non tedeschi residenti in Germania) meritano di trovare il loro spazio quando si parla di bei fumetti pubblicati in questo paese. Inoltre, la vicenda di Gregor Gog restituisce uno spaccato culturale e politico molto interessante della Germania tra le due guerre.

Chi è Bea Davies?

BeaDaviesNata in Italia nel 1990 da madre romana e padre coreano-hawaiiano, Bea Davies inizia a studiare illustrazione nel 2010, dopo aver vinto una borsa di studio alla School of Visual Arts di New York. Nel 2015 inizia a studiare Comunicazione Visiva alla Weßensee School of Art di Berlino. Nel 2016 vince il Comic Invasion Berlin Grant che le permette di collaborare con il giornale dei senzatetto berlinesi “strassen|feger”. Dal 2018 è membro della Studienstiftung des deutschen Volkes. Nel 2019 esordisce con avant-verlag con la graphic novel Der König der Vagabunden – Gregor Gog uns seine Bruderschft  (Il re dei vagabondi – Gregor Gog e la sua fratellanza), scritto da Patrick Spät e supportato dalla Rosa Luxemburg Stiftung e dalla Rudolf Augstein Stiftung. Il libro riceve anche una candidatura ai Leibinger Comic Prize 2019. A inizio 2020 Jaja Verlag pubblica il suo secondo volume, A Child’s Journey, raccolta del suo blog samuraisvisualjournal.com. Oltre a fumetti e webcomics, ha realizzato anche libri illustrati e illustrazioni, disponibili presso il sito www.beatricedavies.com.

Gregor Gog, il “Re dei Vagabondi”

Der-König-der-Vagabunden-CoverIl periodo della storia tedesca che va dalla fine della prima guerra mondiale all’ascesa del Nazismo, quello della cosiddetta “Repubblica di Weimar”, fu un momento storico drammatico e al tempo stesso frenetico, segnato da difficoltà economiche enormi e iniziative sociali, politiche e culturali che hanno avuto un effetto duraturo sulla storia non solo tedesca ma mondiale. Basti pensare alla nascita della Bauhaus, l’esperienza politica della USPD di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, l’affermazione dell’arte della caricatura politica di Otto Dix, John Heartfield e George Grosz, o quella della cinematografia grazie a Metropolis di Fritz Lang. Questo periodo è poi uno scrigno di storie dentro la Storia, tanto da ispirare ancora oggi molti autori tedeschi, come ad esempio Volker Kutscher, dal cui Der nasse Fisch (Il Pesce bagnato) è stata tratta la serie televisiva di buon successo Babylon Berlin.

Ed è proprio da una di queste storie che Patrick Spät e Bea Davies realizzano il loro Der König der Vagabunden – Gregor Gog uns seine Bruderschft. In quest’opera i due autori scavano nella vita e nell’esperienza di Gregor Ambrosius Gog, partendo dalla giovinezza, l’arruolamento in marina motivato dalla voglia di viaggiare, i suoi primi scontri con il potere e il suo avvicinamento al movimento anarchico, che coincide con l’incontro con lo scrittore Theodor Plivier. Dopo la fondazione nelle vicinanze di Stoccarda di una comune anarchica influenzata anche dalle idee spiritualiste del “profeta dei Poeti” Gusto Gräser, padre dei movimenti alternativi, Gregor Go inizia un viaggio da viandante, in cui incontra numerosi amici, tra cui il pittore Hans Tombrock e la poetessa e attrice Jo Mihaly.

Da qui inizia l’esperienza di Gog come “Re dei Vagabondi”, primo a battersi per i diritti dei senzatetto, prima con articoli su riviste come Anarchist, Der Syndikalist e Besinnung und Aufbruch, poi con la fondazione nel 1927 della Bruderschaft der Vagabunden (Fratellanza dei vagabondi) e del primo giornale dei senzatetto, der Kunde. Gli anni successivi sono scanditi dalla partecipazione a scioperi, dimostrazioni e scontri con le autorità, passando per un viaggio nell’Unione Sovietica di Stalin che determinerà la sua conversione al Comunismo e l’iscrizione al KPD (Partito comunista tedesco). L’ascesa del Nazismo segna una drastica recrudescenza della violenza nei suoi confronti e verso tutti i senzatetto, costringendolo alla fuga in Svizzera nel 1933. Nonostante Gog muoia solo nel 1945 nell’odierno Uzbekistan, dopo alcuni anni vissuti in Unione Sovietica e nuove persecuzioni, Patrick Spät e Bea Davies decidono di chiudere la storia proprio con la sua prima fuga, che mette di fatto fine alla sua esperienza politica e rivoluzionaria.

Der-König-der-Vagabunden-1Spät ricostruisce la storia con dovizia di particolari e grande attenzione alle fonti storiche, ma decide di prendersi alcune libertà narrative per rendere il racconto meno meccanicamente documentaristico e più fluido. Questo non vuol dire tradire la verità storica, che anzi è ricercata con grande impegno e dedizione dall’autore, come dimostrato anche nelle ricche e interessanti note finali del volume. La scelta di romanzare alcune parti del racconto consente a Spät sia di indagare i personaggi, per renderli con sfumature tridimensionali, sia di smorzare alcune parti più retoriche e didascaliche, necessarie per esporre le posizioni politiche e culturali di Gog e dei suoi compagni.
La biografia ricostruita da Spät, pur con alcune flessioni tipiche del genere e alcuni momenti prettamente esplicativi, ha il merito di non trasformarsi mai in agiografia, cercando sempre di scavare nelle contraddizioni del protagonista e degli altri personaggi, nelle contrapposizioni di vedute ideologiche e di caratteri. Lo sceneggiatore dimostra quindi un buon equilibrio tra fedeltà alla storia e licenze romanzesche, lasciando così spazio alla capacità, non solo artistiche ma anche e soprattutto narrative, di Bea Davies.

La grande forza del fumetto sta infatti nell’abilità tecnica e nella creatività narrativa della fumettista: il bianco e nero delle tavole, oltre a ricostruire un’atmosfera di un passato lontano, è sfruttato al meglio per sottolineare eventi ed emozioni, per evidenziare passaggi di scena e cambi di registro. Nella matita di Davies sembrano riecheggiare le lezioni di alcuni dei più grandi maestri del fumetto, in particolare europeo e italiano: addirittura, nella gestione dei bianchi e dei neri sembra di vedere un’ispirazione a Toppi e Buzzelli, mentre in un particolare passaggio di vignette molto evocativo e ben strutturato si vede chiaramente l’omaggio a De Luca (vedi immagine).
Con questo non si vuole certo esagerare, paragonando lo stile della Davies a queste eccellenze, però si percepiscono uno studio e una ricerca molto profondi. Il tratto dell’artista è caratterizzato da molti altri stimoli: parco di tratteggi e tondeggiante, plastico e pieno, il suo tocco riesce a definire personaggi ed ambienti con dovizia di particolari e attenzione alle loro espressioni. La recitazione dei protagonisti è sempre vivida e coinvolgente, l’azione dei corpi sempre fluida e chiara, la costruzione della tavola variegata e sempre equilibrata nel raggiungere il massimo risultato narrativo senza sacrificare l’impatto estetico: anche questo dimostra una grande consapevolezza artistica, capace di unire quasi sempre l’aspetto fumettistico a quello illustrativo, sebbene quest’ultimo sembri prevalere in alcuni frangenti. Oltre a questo, Davies è brava nel ricostruire l’atmosfera dell’epoca, con uno studio attento di abiti, edifici e oggetto che va a supportare e arricchire quello di Spät.

Der-König-der-Vagabunden-2La storia di Gregor Gog, che si inserisce in un ricco filone tedesco di biografie a fumetti, riesce a stimolare il lettore grazie a molte precise informazioni, ma soprattutto lo coinvolge, grazie alla prova convincente di una fumettista che dimostra una grande abilità tecnica e narrativa, con un potenziale davvero interessante da esplorare.

Bonus: A Child’s Journey

A Child's JourneyE se a qualcuno lo stile Gregor Gog sembrasse a tratti troppo accademico o frenato dalla necessità di doversi attenere ad uno stile più realistico, basta sfogliare A Child’s Journey o andare su samuraisvisualjournal.com per poter vedere il vero potenziale di Bea Davies. In questa raccolta di storie dedicate al figlio scritte nel corso degli ultimi sei anni, l’autrice lascia libero sfogo a tutta la sua fantasia, confrontandosi con stili diversi.

E se da un lato si nota ancora qualche incertezza dovuta proprio a questa sperimentazione, dall’altro si vede tutta la duttilità di un’autrice sicuramente non pigra: dalle strisce chiaramente ispirate da Calvin & Hobbes e i Peanuts a tavole più distese disegnate ad acquerello, da pagine ricche del dinamismo giapponese ad altre più plastiche e statunitensi, A Child’s Journey è un viaggio a tratti dolce, a tratti divertente, a tratti grottesco e a tratti commovente nella vita quotidiana di una madre ma anche nella crescita di una fumettista ricca di fantasia. Un piccolo volume in cui molti genitori potrebbero rivedere se stessi e l’amore per i propri figli.

Abbiamo parlato di:
Gregor Gog – Der König der Vagabunden
Patrick Spät, Bea Davies
avant-verlag, 2019
160 pagine, cartonato, bianco e nero – 25,00 €
ISBN: 978-3-96445-015-9

A Child’s Journey
Bea Davies
Jaja Verlag, 2020
112 pagine, cartonato, bianco e nero – 20,00 €
ISBN: 978-3-946642-88-6

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