Frances è una giovane donna all’inizio della sua carriera di avvocato all’interno di un grande e rinomato studio legale. La graphic novel di esordio di Hartley Lin, Come la gente Normale, racconta le vicende intorno alle quali si snoda il percorso di crescita e affermazione professionale della protagonista. La narrazione si svolge completamente dal punto di vista di Frances in un alternarsi di dialoghi con i personaggi che le ruotano intorno e di monologhi con sé stessa.
Frances ha un atteggiamento passivo nei confronti di quanto le sta accadendo: da un lato si sente sopraffatta dall’impeto inarrestabile degli eventi, dall’altro, non riuscendo a tornare a riva in questo fiume in piena, si convince che quella sia necessariamente la sua strada, e accetta senza reagire il proprio destino, autoconvincendosi che quanto sta vivendo rappresenti l’unica opzione di vita possibile.
La narrazione è composta per lo più di dialoghi e quindi risulta, in particolare in alcuni passaggi, un po’ lenta. Il racconto affronta le vicende di un periodo di tempo non identificato, che probabilmente abbraccia l’arco di alcuni mesi, forse un anno. I personaggi non cambiano molto durante la narrazione ma piuttosto si adattano agli eventi, come se non avessero altra scelta. La storia non è definibile come divertente in senso stretto, anche se un sottile humor lo si ritrova in alcuni accadimenti, un umorismo amaro, tuttavia, che provoca un sorriso ed una riflessione allo stesso tempo.
Il personaggio di Frances è complesso: si tratta di una donna all’apparenza molto sicura, una professionista che riesce senza troppe difficoltà a farsi strada in uno studio abitato da pescecani, seppur mantenendo un profilo basso e un quasi nullo livello di competitività.
Ciononostante, nelle vignette in cui lo stream of consciousness di Frances è portato in primo piano, si evince quanto la donna sia dura con sé stessa e il livello di ansia che la pervade. In questo senso è chiara l’ambivalenza del personaggio, la cui percezione da parte degli altri, e anche del lettore se si mette nei panni di chi la osserva dall’esterno, è di una donna quasi senza difetto alcuno, forte e con obiettivi chiari. Mentre i pensieri della protagonista su sé stessa e sulla propria vita rivelano una visione di sé completamente opposta. Traspare insicurezza, ansia e scarsa stima di sé. In alcuni momenti questa spaccatura può risultare un po’ forzata, rendendo la protagonista quasi “antipatica”.
Gli altri personaggi che compaiono nella storia sono quasi completamente asserviti al personaggio principale. Ogni relazione che Frances instaura, con il suo capo, con i colleghi, con gli amici, con il suo ragazzo, è volta a sostenere il racconto e il punto di vista della protagonista. Ognuno di loro interpreta un ruolo addosso a cui Frances va a sbattere, segna i bordi della strada su cui sta camminando, e le ricorda ad ogni passo la mediocrità della sua vita.
L’immedesimazione da parte del lettore nel personaggio di Frances non è scontata: si è portati a dare un giudizio sulla protagonista in positivo o in negativo, anche aiutati dalla presenza dell’amica del cuore e coinquilina Vicky, che ricopre il ruolo dello specchio. Vicky rappresenta un modello di donna che si contrappone in maniera netta alla protagonista, nello stile di vita, nella propensione al rischio, nel coinvolgimento emotivo negli eventi, nell’accettazione del cambiamento. Vicky ricopre quindi il ruolo della provocatrice e con le sue parole e i suoi gesti mette in continuazione la protagonista di fronte alla piccolezza della propria esistenza, costituita quasi esclusivamente da lavoro. Potrebbe rappresentare una via d’uscita per Frances, rappresentando lo specchio che le mostra ogni giorno un’alternativa alla sua routine inesorabile. Con un atteggiamento scanzonato, quasi irresponsabile, e il suo lavoro da attrice, Vicky fa dunque da contrappunto al mondo rappresentato da Frances in cui il lavoro ed il senso del dovere prevalgono sulle relazioni e sulla quotidiana serenità.
Mi piace pensare che le due donne interpretino due lati della stessa medaglia, che l’autore ci inviti a riflettere sulla dualità delle nostre personalità. Gli scompensi e i contrasti interni che viviamo sono spesso una lotta tra la nostra parte razionale e dedita al dovere e la nostra parte emotiva e ribelle. È l’equilibrio che manteniamo tra queste a formare il nostro carattere e le nostre attitudini nelle circostanze.
Il titolo dell’opera ci suggerisce che attraverso questi personaggi l’autore intenda tracciare i contorni di un’esperienza più universale, che coinvolge un’intera generazione, quella dei millennials, che si trova spesso nelle condizioni di dare tutto a un lavoro mediocre nell’incertezza che possano sopraggiungere altre opportunità. In quest’ottica, Vicky e Frances rappresentano due modi contrapposti di affrontare la vita, insinuando che tutte le scelte vengono fatte secondo un ordine stabilito e sembrano essere imposte dagli eventi che si susseguono imperituri. Così le due ragazze sembrano non avere scampo rispetto a un destino delineato. La stessa Vicky, che inizialmente sembra esser colei che ha maggior consapevolezza di sé e con la voglia di ricercare la sua felicità, dovrà infine ammettere l’impossibilità di ottenere un vero e sereno raggiungimento dei propri obiettivi professionali. L’unica via sembra quindi essere la rassegnazione a una vita mediocre, come se loro stesse non meritassero una felicità piena, ma solamente potessero anelare un’esistenza di accettazione della mediocrità. La domanda è se con un titolo diverso, come ad esempio quello originale Young Frances, arriveremmo alle stesse conclusioni sul messaggio generazionale dell’opera.
Nei disegni dell’autore ritroviamo il tratto distinguibile delle vignette che lo hanno portato al riconoscimento, ad esempio, quelle presenti sul New Yorker.
In questo caso i balloon hanno uno scopo fortemente visivo, raffigurando il rincorrersi e l’alternarsi dei momenti di dialogo e quelli che rappresentano i pensieri della protagonista.
Se i dialoghi sono la struttura portante del flusso narrativo, lo stile vignettistico è efficace tanto nel rendere gli ambienti e gli spazi dell’azione quanto nel caratterizzare i personaggi.Prendiamo ad esempio il microscopico ufficio in cui Frances si ritrova a lavorare; esso è talmente minuscolo, ai limiti del grottesco, e descrive pienamente la condizione di ansia che soffoca la protagonista. Discorso simile vale per i personaggi, in particolare coloro i quali vivono lo studio legale. Più un personaggio ricopre un ruolo apicale, più l’aspetto cartoonesco è accentuato. Questo stratagemma contrappone il loro esser sopra le righe all’ordinarietà della protagonista, disegnata in uno stile più tendente al realistico.
Abbiamo parlato di:
Come la gente normale
Hartley Lin
Traduzione di Federico Salvan
Edizioni BD, 2020
144 pagine, cartonato, bianco e nero – 15,00 €
ISBN: 9788832758573