Mauro Padovani dovreste conoscerlo: è uno di quei personaggi che rendono più bello, vario e imprevedibile il mondo del fumetto italiano. Persi dietro a reciproche antipatie tra editori e autori, alle prove di scarsa professionalità e di mentalità provinciale dell’editoria fumettistica, rischiamo di dimenticare che c’è anche gente come Mauro, che ama fare fumetti, ama disegnare e scrivere le sue storie, a prescindere dalle leggi di mercato o dalla scarsa propensione al rischio imprenditoriale.
Padovani, dopo la fine della collaborazione con la Phoenix di Palumbo e Brolli, ha deciso di pubblicare le sue opere con le proprie mani e a proprie spese, vivendo il fumetto come una passione, una piccola fuga da tenere buona per il dopolavoro. Non sono certo qui a dire che tutti dovrebbero fare così, sarebbe una visione romantica, certo, ma ingenua del mondo del fumetto. Ma è estremamente consolante e liberatorio sapere che si può vivere questa arte anche in questo modo.
È consolante quindi sapere che Padovani un po’ del meritato successo l’ha ottenuto, anche se per farlo ha dovuto guardare al di fuori dei confini italiani, tra Francia, Belgio e Olanda, con qualche puntata oltreoceano.
L’immaginazione di Mauro Padovani è fatta di vecchi film pulp e horror, e di un bel po’ di sana perversione, vissuta con autoironia, senso della misura e schiettezza. Così parlare con lui della sua passione per il bondage o il sadomaso a fumetti, oltre che incredibilmente divertente, è anche un modo per vedere certe espressioni della sessualità con occhi diversi e privi di pregiudizi.
Bullet & Justine in questo senso risulta uno dei suoi lavori più leggeri, a detta dello stesso autore più commerciale: non per questo egli rinuncia ad azione, violenza, sesso e scene forti. Ma Padovani non colpisce solamente per l’effetto shock, anzi, egli sa cosa vuole raccontare e soprattutto sa come raccontarlo; conosce bene i tempi di lettura di un fumetto e li scandisce con cura. Non dimostra certo bravura da fuoriclasse nel disegno, ma ha comunque un segno forte, chiaro, pulito e soprattutto funzionale.
Vampiri impazziti, moderni cavalieri templari, un killer orientale con una vendetta da portare a termine e l’immortalità davanti a sé, poliziotti omosessuali, poliziotti corrotti, sparatorie “tarantiniane”: elementi gettati in un unico calderone, con il risultato non di disorientare il lettore o di distoglierlo dalla trama, ma anzi di appassionarlo e tenerlo incollato alle pagine del volume, aspettando un seguito assolutamente necessario. Infatti, la storia narrativamente si sviluppa in autonomia, ma serve chiaramente a presentare tutti i personaggi e a metterli in posizione come tanti tasselli di una storia più ampia a venire, certamente ancora più violenta e sanguinolenta.
Vista la quantità di contributi in forma di pin-up presenti (Palumbo, Camuncoli, Baggi, Borgioli), Padovani si è già guadagnato la stima e la simpatia di molti autori, e sicuramente lo merita. Se la sua iniziale natura di autoproduzione lo rendeva di difficile reperimento, questa ristampa vi permette di poter facilmente leggere questo bel volume, ennesima, e speriamo non invisibile, dimostrazione delle potenzialità sommerse del fumetto italiano, capace di creare storie diverse dallo standard popolare senza necessariamente scegliere la strada dell’autobiografia o della “cultura alta”.
Abbiamo parlato di:
Bullet & Justine #1 – L’inizio e la fine
Mauro Padovani
ProGlo Edizioni, 2012
106 pagine, brossurato, bianco e nero – 9,00€
ISBN: 978-88-97663-05-8
Riferimenti:
Il blog di Mauro Padovani: bulletandjustine.blogspot.fr