Una voce nella notte: “Hanno ritrovato la macchina”

Una voce nella notte: “Hanno ritrovato la macchina”

Gipi intreccia una storia noir che parte lentamente per sorprendere il lettore con colpi di scena che la conducono in una direzione sempre diversa.

Che Gipi, al secolo Gianni Pacinotti, sia un grande autore, è ormai cosa nota a tutti coloro siano appassionati di fumetto. Ma che ogni sua storia sia riuscita sinora a non deluderci mai, non è un qualcosa che va dato mai per scontato.
Anche questa volta, con il secondo episodio di Baci Dalla Provincia, riesce a conquistare il lettore, con una storia che proprio nella sua semplicità trova il suo punto di forza.

“Hanno ritrovato la macchina”. Una voce, proveniente dalla cornetta di un telefono, nel cuore della notte, dà l’inizio alla storia. Il destino costringe due uomini, un tempo amici, a rincontrarsi nel presente per fare i conti con la realtà proveniente da un passato indelebile. Il risultato non è detto che sia una felice rimpatriata…
Un noir mai scontato, genere con cui l’autore si cimenta per la prima volta. Il racconto di Gipi non ha nulla da invidiare ad altre storie di questo genere: la sceneggiatura sembra a tratti procedere lenta, ma viene poi sconvolta da vari colpi di scena che portano il lettore in una direzione sempre diversa da quella che sembrava ovvia.

Cosa rende speciali le storie di Gipi? Come è possibile che si rimanga tanto affascinati dai suoi racconti? Innanzitutto l’impostazione narrativa mette il lettore nella posizione non di leggere semplicemente, ma di osservare la storia, come un altro protagonista presente all’interno delle singole vignette. Chi legge, guarda cosa sta succedendo e finisce per venire risucchiato nel volume, riuscendone ad uscire solo all’ultima pagina.

Commento a parte meritano i disegni di questo autore. Come ha dichiarato più volte (l’ultima, nel ricevere il premio Attilio Micheluzzi per il “Miglior disegno per un libro a fumetti” con Questa è la stanza) cambia spesso stile anche a seconda della storia che vuole raccontare. In questo caso la bicromia, che fa uso di mezze tinte ad acquerello grigio-celesti, rende benissimo l’atmosfera della storia, filtrando le immagini con una “nebbia” che enfatizza la sensazione di ansia che pervade il racconto, permeando le vignette di un senso di indefinito.
La divisione delle vignette non è mai regolare e tra le pagine trovano spazio veri e propri affreschi, quasi a voler mettere nella narrazione una pausa utile a individuare dove e in che momento si sta svolgendo la vicenda. Il suo stile probabilmente non risulta immediato al lettore occasionale, magari abituato a manga o seriali italiani, ma indubbiamente riesce a conquistare tutti, proprio per la simbiosi che gode con la narrazione.

Il racconto viene pubblicato sulla collana Ignatz, che pubblica ad episodi, quasi in contemporanea alla loro ultimazione, le opere degli autori della Coconino Press. Fortemente voluta da Igort, si sta dimostrando una scommessa vincente, riuscendo a proprorre con maggior frequenza le produzioni di grandi autori, costruite ad hoc per questo tipo di serializzazione.

Pensando a questo volume, un unico rimpianto: il fatto che Gipi, e tanti autori come lui, debbano essere conosciuti nel nostro paese solo a chi frequenta il cosidetto “fumetto d’autore”, definizione inappropriata e, per certi versi, priva di significato.

Abbiamo parlato di:
Hanno ritrovato la macchina (Baci dalla provincia #2)
Gipi
Coconino Press, 2006
32 pagine, spillato, bicromia – 8,00€

Riferimenti
Il sito della Coconino Press: www.coconinopress.com
Il blog di Gipi: www.bacidallaprovincia.com

1 Commento

1 Commento

  1. Giuseppe Saffioti

    24 Dicembre 2013 a 10:58

    segnato sull’agenda nella voce: cose da recuperare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *