Atomic Rocket Comics: un universo multimediale

Atomic Rocket Comics: un universo multimediale

Intervista a Francesco Brunotti, uno degli ideatori del nuovo promettente progetto Atomic Rocket Comics, che fa della multimedialità il suo vero punto di forza.

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Francesco Brunotti si laurea al DAMS a Bologna: inizia il suo percorso come fotografo, per poi approdare nel ramo della regia e della motion graphics, quasi sempre come freelance, collaborando con diversi studi a agenzie legate al campo della grafica e  della pubblicità. Pur avendo lavorato anche come regista e montatore di video live action, si afferma principalmente nell’area appunto della motion graphics, realizzando svariati videoclip musicali per gruppi italiani ed internazionali, utilizzando tecniche miste che spaziano dalla collage animation alla 2D / 2.5D animation, passando anche per altre tecniche quali il time lapse e lo stop motion. I suoi lavori sono stati selezionati da Vimeo, e sono stati pubblicati su riviste quali IDN Magazine di Honk Kong, e presentati su svariati siti musicali internazionali. La sua grande passione per i fumetti lo porta a fondare insieme al suo collega e collaboratore di lunga data Roberto Papi la ATOMIC ROCKET COMICS, un progetto originale basato sulla storia di una casa editrice italiana di fumetti degli anni 60, andata distrutta dalla censura e dal perbenismo dell’epoca.

papiRoberto Papi dopo i classici studi artistici di Istituto d’Arte e scenografia presso l’Accademia di Belle Arti, riesce ad essere discente del Maestro Carlo Rambaldi, dove amplia le sue conoscenze in campo scenografico e apprende le tecniche e i segreti del mondo degli effetti speciali. Dal 2000 è prima socio e poi titolare della Logical Art, ditta operante nel mondo dello spettacolo a 360 gradi, con cui concretizza le sue passioni e i suoi sogni professionali. Nel suo percorso artistico firma scenografie per film, spot, videoclip, progetta e realizza scenografie per eventi promozionali, realizza elementi scenici per musei, shooting fotografici ecc. tutto ciò alternandosi con la professione di docente scolastico di arte e disegno. Da qualche anno è coautore del progetto multiforme Atomic Rocket Comics, realizzato insieme ad un suo stretto collaboratore, Francesco Brunotti, con il quale ha ideato e realizzato un mondo che omaggia il i fumetti, fotoromanzi e l’audio visivo in generale, in voga negli anni ’60 – ’70 italiani.

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Ciao Francesco e grazie per averci concesso questa intervista. Ci spieghi innanzitutto come nasce l’idea e in che cosa consiste il progetto Atomic Rocket Comics?
Prima di tutto, per descrivere il progetto nella giusta maniera, credo sia importante un po’ di storia “generale”, che è appunto quella a seguire, come spieghiamo nell’introduzione presente sul sito:

«alla fine degli anni ’60, la casa editrice Atomic Rocket Comics si dedicò ad un progetto artistico a tutto tondo, che percorreva i riferimenti educativi ed estetici in voga all’epoca, riferendosi ai più colorati stilemi provenienti da oltreoceano, ma anche alla tradizione nazionale del fumetto nero. E così, tramite la realizzazione di giornalini a fumetti e fotoromanzi, e una miriade di gadgets per la nascente industria dell’intrattenimento, la Atomic Rocket produsse storie di supereroi mascherati dal contenuto estremo e crudele, il tutto legato da un gradevole senso estetico. Purtroppo il perbenismo dominante nel nostro Paese ritenne insostenibile tale prodotto che aveva la forza e l’impatto di un vero e proprio incendio culturale. E fu proprio un incendio (doloso) ai danni del quartier generale e dei magazzini della casa editrice a innescare un tracollo economico che portò a un rapido fallimento e alla scomparsa nell’anonimato di tutto il team artistico, lasciando dietro di sé, negli anni a seguire, un alone di mistero.

Cosa è successo a tutti i personaggi che orbitavano intorno alla casa editrice? A tutt’oggi non è dato saperlo. Sappiamo solo che il capo della casa editrice, Mr. X, è riuscito in qualche modo a salvarsi dal tragico incendio, mentre molti dei figuranti e attori/attrici che interpretavano i personaggi della Atomic sono sprofondati in un vortice di disperazione e nichilismo, o sono incappati in destini ancora più tragici e mortali, in alcuni casi. Ma quello che appunto sembrava destinato a diventare un oblio senza fine per la casa editrice, ha subito un inaspettato e fortuito cambio di rotta, quando un manipolo di collezionisti si è messo alla ricerca di materiale che potesse tener viva l’esistenza di questa leggenda editoriale. Avventuratisi tra ciò che rimane di quella casa editrice, i nostri eroi sono riusciti a trovare prove di quel glorioso passato editoriale, riuscendo a recuperare dell’inestimabile materiale di quella serie di personaggi, che viene ora riproposto per farlo fuggire dalle nebbie dell’oblio, riportandolo al grande pubblico e alla dovuta gloria, per il piacere di nuove e vecchie schiere di fans».

Quindi chi c’è realmente dietro questo progetto?card_hero_2
È presto detto: Atomic Rocket Comics nasce da un’idea originale di due persone, Francesco Brunotti (che sarei io), videomaker, grafico e fotografo (www.francescobrunotti.com) e Roberto Papi, scenografo, costumista ed effettista speciale (www.logicalart.it) e dalla nostra passione per i fumetti e i fotoromanzi “neri” anni ’60 italiani – ovviamente anche per i fumetti di supereroi in generale della mitica casa editrice Corno, nonché per le pubblicità e per i film di quell’epoca. Tutto questo mix di influenze ci ha portato a sviluppare il concept alla base di tutto il progetto: unire diversi media – il web, il video, il fumetto – per creare una sorta di prodotto multimediale che ruoti intorno a questo nome, dandogli così la possibilità di espandersi a 360 gradi e di essere fruito da diversi tipi di appassionati. Innanzitutto abbiamo delineato i vari personaggi, rendendoli “vivi”, nel senso che siamo partiti da un approccio “realistico”: abbiamo pensato ad ogni singolo personaggio, immaginando le varie caratteristiche, i poteri, la connotazione stilistica, ecc., quindi Roberto ha disegnato i costumi, le maschere, i gadget e poi abbiamo trovato gli attori e le attrici che dovevano interpretare i personaggi, li abbiamo vestiti, io li ho fotografati, resi “grafici” e “rielaborati” per la stampa e per il web a secondo dell’uso che dovevamo farne: sicuramente questo approccio iniziale era molto legato, per l’appunto, alla tecnica del genere del fotoromanzo prima citato.

Abbiamo quindi proceduto a creare un albo chiamato «Gli archivi segreti della Atomic Rocket Comics» che raccoglieva finte pubblicità, copertine, giochi, schede tecniche ed altro ancora, della “defunta” casa editrice: a tal riguardo, la maggior parte dei gadget e dei giochi sono stati per l’appunto realizzati ad hoc, al fine di giustificare ancora di più la sua esistenza e per renderla il più “reale” possibile. Abbiamo creato anche dei video “virali”, che servivano allo scopo di presentare singolarmente tutti i personaggi dell’universo Atomic Rocket, sia girati che di animazione – e proprio questi video ci sono serviti per realizzare un videoclip musicale per la famosa band italiana Calibro 35, che è stato presentato anche sulle pagine dell’Huffington Post in America: indubbiamente una gran bella soddisfazione per i sottoscritti. Siamo poi passati al merchandise – magliette, spille, poster, magneti, e altro ancora – che ha riscosso un buon successo al Lucca Comics e anche in vari negozi selezionati. I fumetti sono stati l’ultimo step che mancava per rendere “concreta” la Atomic Rocket Comics e sono finalmente arrivati: per certi versi è stato un percorso inverso, ma necessario. Dovevamo prima creare questo universo “dal nulla” e per farlo serviva un approccio quasi “documentaristico” all’inizio. E così è stato, credo.

Vi state dedicando da molto tempo a questo progetto. Che tempi prevedi per il via definitivo?
Sì, è vero, abbiamo lavorato tantissimo a questo progetto, ognuno dando il massimo a livello di competenze e di idee proprie, fondendole insieme per creare quello che è possibile vedere ora: in ogni caso, mi piace sottolineare che è un progetto portato avanti principalmente da due persone e, se si guarda alla mole di materiale creata nel corso del tempo per renderlo appunto multimediale, penso che si possa obiettivamente essere d’accordo sul fatto che è stata un’impresa quasi ciclopica arrivare a questo punto, che rappresenta, per riagganciarmi e per rispondere alla tua domanda, il via definitivo per Atomic Rocket Comics. Indubbiamente la creazione dei fumetti e la messa a punto di un sito come quello che è possibile visitare ora sono stati l’ultimo tassello che penso ci permetta di partire con il giusto piglio e di guardare al futuro con sempre nuove idee.

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card_hero_10Atomic Rocket Comics nasce come un prodotto della grande componetene multimediale. Ci spieghi come verranno suddivise le varie sezioni?
Il sito è indubbiamente il motore del progetto: in primis è visto come uno spazio “ludico” e nostalgico, fatto in modo però che possa essere apprezzato sia dagli appassionati dell’epoca sia dalle (nuove) giovani leve, che penso possano sviluppare una curiosità positiva nei confronti di una scelta estetica e culturale come quella che abbiamo optato per Atomic Rocket Comics: infatti le grafiche e il design rimandano comunque a un periodo legato, come si accennava prima, a un’era magica per il fumetto italiano e non solo, per esempio quello superoistico made in America, riadattato graficamente dalla Editoriale Corno – basti pensare alle pubblicità delle varie terze e quarte di copertina dei fumetti dell’epoca che pubblicizzavano altre testate, o all’uso della grafica in generale che veniva applicata sopra le immagini. Il sito doveva quindi rispecchiare questo immaginario e infatti ha anche svariate citazioni all’interno delle pagine che spero la gente si diverta a cogliere. Un’altra idea fondamentale su cui si basa il sito è l’invito a scoprire cosa si cela dietro ogni singola pagina e le relative sottosezioni : l’uso delle grafiche con le mani, i balloon giganti e le frasi urlate all’interno di questi servono appunto a stimolare la ricerca e a chiedersi «che cosa vedrò se clicco qui?».

Entrando nello specifico vero e proprio delle varie pagine, “Home” funge come introduzione all’universo Atomic Rocket Comics, raccontandone la sua storia, dall’ascesa, alla caduta, all’oblio, e introducendo le varie sezioni. “Magazine” è la sezione legata al volumetto che abbiamo stampato, Atomic Rocket Comics: The Secret Archives Vol. 1, e che è possibile visionare gratuitamente sfogliandolo online, poi c’è “Atomic Heroes”, che usa un po’ l’dea di un gioco come “Indovina Chi?” per andare a scoprire le varie identità dei personaggi della casa editrice, le prime apparizioni, i loro poteri, e le loro origini. “Memorabilia” è una sezione divisa in due e rappresenta anche un tassello fondamentale per il progetto: infatti, se da un lato c’è la sottosezione “Memorabilia”, con i ritagli di giornale classici dell’epoca, dall’altro c’è la sezione “Fumetti”, che insieme vanno a giustificare e a concretizzare tutto ciò che c’è dietro al progetto. Infatti, è possibile in questa sezione vedere tutti i personaggi muoversi all’interno di bellissime pagine a fumetti create da un folto numero di autori italiani e non, che rappresentano estratti dalle storie che andarono “perdute” all’epoca, una sorta di archivio online del materiale cartaceo che è stato da noi “ritrovato”. “Atomic Videos” invece raccoglie tutti i video sino ad ora realizzati di tutti i singoli personaggi, presentandoli come i «filmati che avrebbero dovuto lanciare l’Atomic Rocket Comics» agli onori delle cronache televisive. Lo “Store” ovviamente è il nostro negozio online, dove è possibile acquistare tutto il materiale promozionale creato intorno al progetto.

hipnoQuali sono state le principali fonti di ispirazioni per creare questo nuovo universo supereroistico?
Penso che, per un progetto come il nostro, come accennavo prima, tutto parta dall’epoca del fumetto e del fotoromanzo “nero” all’italiana, quindi ovviamente parliamo di serie come
Kriminal, Satanik, Killing et similia: per me, autori come Magnus e Corteggi sono stati dei maestri di vita nel modo di rappresentare visivamente determinati mood ed atmosfere in maniera cupa e grottesca al tempo stesso, e sicuramente le copertine che ha realizzato Corteggi stesso per le testate prima citate sono state in qualche modo un’influenza per le copertine che abbiamo creato noi per Atomic Rocket Comics, che, invece di essere basate sul disegno puro, utilizzano anche la tecnica fotografica del fotoromanzo – e qui ci ricolleghiamo a prodotti come Killing – per creare una sorta di mix tra le due cose. Le pubblicità pure che abbiamo creato, i finti giochi, ecc. sono sempre ispirati alle vecchie pubblicità che capitava di vedere tra le pagine di quegli albi: penso che chiunque abbia ampiamente superato i 30 anni e sia cresciuto con quell’immaginario sappia bene di cosa parlo e al tempo stesso la trovo anche una buona occasione per chi quel periodo non l’ha vissuto, per andare a riscoprire determinate cose magari anche vedendo le grafiche e l’immaginario che abbiamo ricreato noi in merito. Altra componente da prendere in considerazione sono anche i fumetti dei supereroi dell’epoca. Penso che l’idea di base per noi sia sempre stata mischiare le suggestioni italiane con quelle d’oltreoceano: sono supereroi, villains ? Sì, ma con un tocco più “scalcinato” alla Alan Ford e Gruppo T.N.T., più che alla Avengers, per dire. Al tempo stesso, essendo un prodotto trasversale, non si può non citare l’influenza, nei video che abbiamo realizzato, di tutto un immaginario cinematografico prettamente italiano legato ai B-movies cult dell’epoca, mentre i video d’animazione guardano più verso le produzioni americane (sempre legate al) di genere supereroistico dell’epoca, o ai titoli di testa dei film che venivano creati per determinati prodotti cinematografici. Alla fine, tutte le influenze si incrociano tra loro, formando l’ossatura del progetto Atomic Rocket Comics e rendendolo in questo modo effettivamente “multimediale”.

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Pensi che il prodotto possa avere un target mirato o è stato creato per essere fruibile da chiunque?
Di base è un prodotto indubbiamente legato a un determinato pubblico, però in tutta sincerità non l’abbiamo mai pensato come un prodotto di nicchia, anche se per certi versi potrebbe essere visto così. Penso che il progetto abbia un potenziale che va oltre il target di cui parliamo sopra: in primis è stato pensato con un’attitudine ludica, ovvero deve divertire, e se una cosa diverte e i personaggi sono accattivanti essi possono superare determinati confini legati allo stile e all’immaginario da cui provengono. Nulla vieta, infatti, di pensare che magari a una persona possa piacere una grafica di Atomic Rocket Comics su una t-shirt o su un poster, per dire, e da lì informarsi e scoprire tutto il resto, arrivando anche ai fumetti, ecc.. Ovviamente questi ultimi sono più legati ad un determinato pubblico, ma tutto il resto è stato pensato per ampliarlo ed allargarsi/per essere ampliato e allargato anche ad altri utenti che non necessariamente debbono essere dei classici lettori di fumetti. Da questo punto di vista i video e il
merchandise, che in fondo è discretamente trasversale, penso che possano aiutare, ma anche il sito stesso indubbiamente: non a caso è stato fatto bilingue, di modo che possa avvicinarsi anche un pubblico internazionale. Sono un fermo sostenitore del fatto che andrebbero abbattute le barriere nazionali del genere e che si debba cercare di raggiungere più persone possibili anche fuori, esattamente come il fumetto internazionale raggiunge la nostra nazione. A mio avviso, è importante guardare oltre ed è anche un bel banco di prova per capire come possono reagire altri tipi di persone davanti ad un prodotto come questo.

card_hero_4Parlaci un po’ dei personaggi che animano questo nuovo mondo editoriale.
I personaggi si possono dividere in eroi ed eroine “classici” in quanto legati al mondo supereroistico, ma dal piglio comunque teen ed ironico, tipo Shrunken Boy e Shrunken Girl, Hypno Girl, Leaf Girl e Shadow Boy, antieroi che ammiccano alla figura del detective privato (Paper Man, che è anche stato uno dei personaggi più popolari fino ad ora a livello di gradimento, essendo diventato anche protagonista del videoclip dei Calibro 35
The Band From BBQ, e criminali sanguinari (Dottor Morte, il classico scienziato pazzo, e la setta dei White Demon), passando anche per un tributo a personaggi come Fantaman, nella figura di Mastermind, il difensore della terra, e ai suoi super nemici, i classici mostri giapponesi insomma (Zarkon, re degli Zarkoniani i mostri infernali), senza tralasciare il filone della science fiction, con Iron Mask e la sua nemesi robotica Doctor Actom. Alcuni di questi personaggi soprattutto sono complementari tra loro, nel senso che diversi eroi hanno un nemico specifico a loro assegnato, cosa che comunque non impedisce anche agli atri personaggi d’interagire, essendo appunto un universo aperto. C’è anche una città dove molti degli eroi vivono, chiamata Atomic City, come nelle più classiche storie di super eroi.

card_hero_12Chi sono gli sceneggiatori e i disegnatori che parteciperanno alla realizzazione dei fumetti di Atomic Rocket Comics?
Per ora gli autori e sceneggiatori che hanno contribuito alle pagine a fumetti e alla connotazione stilistica dei personaggi sono quelli che è possibile vedere sul sito, che nomino ovviamente qui: Massimo Giacon, Sergio Ponchione, Mattia Iacono, Paolo Leandri, Sergio Varbella, Leonardo Colapietro, Andrea Officina Infernale Mozzato, Christian G. Marra, Kazzemberg, Pasquale Squaz Todisco, Simone Angelini e Samuel Guerrero, a cui si aggiungeranno in un prossimo futuro anche altri autori nella sezione online. Per quanto riguarda i fumetti, questa la definirei una fase embrionale: era importante innanzitutto vedere come funzionavano i personaggi “disegnati”, finalmente, da autori che apprezziamo e stimiamo per il loro stile e le loro idee. Questo a mio avviso è stato un grande banco di prova e, se posso permettermi di dirlo, è stato anche emozionante vedere questi personaggi prendere vita. Per certi versi è ironico che si tratti di un progetto basato su una casa di fumetti inesistente degli anni ’60 e l’ultima cosa che è stata realizzata siano stati proprio i fumetti!! In realtà ha un senso, in fondo: era giusto prima di tutto creare un immaginario narrativo e visivo vasto, anche per far capire ai vari disegnatori la buona fede del progetto. Si tratta comunque di un lavoro di stampo
do it yourself, e penso che sia stato giusto far capire prima di tutto ai vari autori la sua buona fede. In ogni caso, come passo successivo, stiamo ragionando sullo sviluppare una serie di storie brevi vere e proprie dei personaggi, tipo antologia. Aggiungo, infine, che vedere i vari personaggi realizzati con molti stili e sensibilità artistiche diverse ci è stato sicuramente molto utile per capire svariate cose importanti intorno allo sviluppo dei fumetti veri e propri.

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boyCome li hai convinti?
Penso, in primis, che abbiano apprezzato l’entusiasmo e la passione che sono stati messi nel progetto, e credo anche la sua validità. Chiunque lavori in quest’ambito – intendo quello creativo, che ha molte sfaccettature, appunto – sa bene tutte le difficoltà che ci sono nel realizzare determinate cose, e questo è stato davvero un grande sforzo produttivo per due persone – me e Roberto – che si sono trovate a gestire tutto questo lavoro da sole. Eppure alla fine ce l’abbiamo fatta, direi. E penso che abbiamo fatto qualcosa di bello e particolare, e che gli autori questo l’abbiano capito e l’abbiano voluto premiare. Per conto mio, è stata davvero una grande emozione vederli prendere vita. A livello di libertà creativa, abbiamo lasciato la massima libertà agli autori, chiedendo loro, semplicemente, di rispettare alcune linee guida che hanno portato al “successo” e alla “rovina” la Atomic Rocket Comics negli anni ’60: il sesso, il gusto del macabro e l’ironia grottesca.

Come sarà possibile acquistare i volumi e in che formato saranno distribuiti?
Ancora non posso sbilanciarmi in merito, perché stiamo vagliando diverse cose, tra cui appunto delle antologie con diverse storie brevi. Sicuramente stiamo ragionando sulla possibilità di creare una sorta di albo “tributo” in edizione limitata dedicato a tutti gli autori che sono stati coinvolti sino ad ora, ma è ovvio che vogliamo sviluppare la parte fumettistica, questo è un dato di fatto oramai. Dobbiamo solo valutare alcune cose prima. Così come stiamo pensando anche a un nuovo store con tante simpatiche novità ed altre cosette ancora. È un duro lavoro, ma…ci siamo. Come si suol dire…stay tuned!!

Un saluto Francesco e buona fortuna a te e Roberto per il tuo interessantissimo progetto.

In anteprima per Lo Spazio Bianco ecco le tavole singole dei disegnatori impegnati nel progetto

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