Con l’uscita – purtroppo in ritardo – del quarto volume, termina l’avventura Panini per Rigel. Come valuti questa esperienza, quale consuntivo ne ricavi?
L’esperienza è stata ottima anche se non priva di intoppi: lavorare con un grosso editore e confrontarsi con i suoi prodotti è dura all’inizio. Ti assicuro che passare dall’autoproduzione alla produzione sotto l’egida di altri è uno shock non da poco. Cambiano i ritmi di lavoro e l’esigenza personale dell’autore va, a volte, a confliggere con quelle editoriali e, altre volte, si amalgama con quella di chi edita. In entrambi i casi nasce un prodotto che è, per forza di cose, più professionale dell’autoproduzione (motivo per cui non vogliamo più fare ulteriori ristampe degli albi autoprodotti. Li abbiamo ristampati una volta sola, anni fa, e sono esauriti anche quelli. Richieste ce ne sono ancora ma non abbiamo più interesse a diffonderli.).
Quando è iniziata la miniserie, tutto era già stato previsto e delineato, o qualcosa si è sviluppato o è cambiato man mano che la scrivevate?
Si e no. Le basi del soggetto erano ben chiare. I personaggi principali erano, fin dal principio, caratterizzati fino nelle loro più piccole sfumature. L’avventura, che in Interlunium è solo di sfondo e serve a far emergere il carattere dei personaggi principali e dei secondari, aveva uno sviluppo chiaro ed una scansione di eventi già ben definita. Il background metropolitano e sociale era già abbastanza chiaro nell’autoproduzione di Rigel e Tinebra; su Interlunium è stato ulteriormente definito sfrondando alcune cose che risultavano a volte ridondanti a volte assolutamente ingiustificate.
Tuttavia si è verificato qualcosa di meraviglioso ed imprevisto: i comprimari hanno preso vita propria e si sono evoluti indipendentemente dalla volontà mia e di Elena. Beninteso: dal punto di vista del “chara-design” erano già ben definiti ma il loro carattere è venuto fuori in modo autonomo e ci hanno letteralmente obbligato a scrivere di loro senza che noi potessimo avere altro ruolo se non quello degli spettatori. Lucia, che era “relegata” al ruolo di antagonista, si è addirittura infuriata con me ed Elena e questa sua furia cieca è stata come uno schiaffo ben assestato agli autori. È come se Lucia, in un impeto di autocoscienza, ci avesse parlato e, indicandoci le tavole del primo numero di Interlunium, ci avesse detto “quella non sono io!”. L’inquisitrice si è guardata dall’esterno, ha esaminato la propria fede cieca – capendo che una fede cieca porta alle aberrazioni – ha fatto un esame di coscienza e ci ha imposto un cambiamento. Nella prima stesura Lucia doveva morire alla fine del terzo numero, ma la sua forza di volontà e la sua scalata verso la libertà interiore (che paradossalmente la renderà più libera nel suo credo religioso) l’hanno portata su un’altra strada. Ora Lucia, anche se dovesse morire nel quarto numero, sarà veramente libera e, in futuro, per lei sarà più facile accettare l’idea che in questa vita siamo solo passeggeri e che la morte è il conducente che decide a quale fermata dobbiamo scendere.
Sirdanas è anche cambiato molto: all’inizio doveva essere molto simile a “Top Dollar” de “Il Corvo” versione cinematografica, poi si è opposto e si è “umanizzato”, anche per via del male che ha colpito la sua pupilla Johanna.
La difficoltà maggiore è quella di caratterizzare i personaggi senza tempo: Artemius e Slawne sono nettamente cambiati dall’autoproduzione ed il rapporto Rigel/Tinebra è diventato più maturo e meno distruttivo.
C’é qualcosa che rifareste di questa miniserie, che non è venuta come volevate?
Quando un autore non sente la necessità di “cambiare” ciò che ha realizzato, secondo me, è un autore finito.
La risposta alla tua domanda è, fortunatamente, positiva: sentiamo di dover cambiare molto e di migliorare, ma dubito che Rigel e Tinebra ci permetterebbero di cambiare parte della loro esistenza; Interlunium va bene così com’é. Benché imperfetto, sarà una pietra miliare nella carriera di Elena e nella mia ma resterà così, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
Avete sempre specificato come questa Rigel sia una versione “alternativa” del personaggio nato dalle autoproduzioni. Quando (e non dico “se”, perché pare scontato) riprenderete in mano la bella vampira, quale sarà il punto di riferimento per le nuove avventure?
Interlunium. L’autoproduzione era acerba come soggetto, come sceneggiatura e come tratto: queste sono cose innegabili. Abbiamo fatto un lavoro di restiling che, forse, ha fatto storcere il naso ad alcuni “Rigel/Tinebra first version fan”. Se così è stato ce ne dispiace ma sono certo che tutti coloro che hanno letto l’autoproduzione avranno capito che Rigel e Tinebra necessitavano di una visione e di un approccio più profondi. Con un tantino di presunzione posso dire che i lettori non ne sono rimasti delusi e ce lo hanno dimostrato con l’accoglienza che i volumi hanno avuto in fumetteria. Un sincero grazie, lettore.
Quale strada prenderà ora Rigel, sia come personaggio che come pubblicazione?
Rigel è ormai indissolubilmente legata a Tinebra ed al suo mondo tratteggiato in Interlunium. Come pubblicazione non sappiamo ancora: dipende da chi la editerà in futuro; io ed Elena siamo molto curiosi dei consigli/necessità dell’editore che vuole pubblicare un fumetto come Interlunium che ha dei personaggi “non facili”. La consulenza dell’editore è molto importante: se lui è il primo a godersi il nostro lavoro e vuole essere parte di un successo editoriale, allora Rigel/Tinebra & Co. continueranno ad essere una pubblicazione di successo. Se non dovessimo trovare un editore appassionato a questo lavoro (che, a scanso di gossip, potrebbe benissimo continuare ad essere anche la Panini Comics), allora è ovvio che le due “bad girls dark/goth” andranno in vacanza o… beh ho già detto troppo e temo la rappresaglia di Elena.
Ho riscontrato a volte, e non solo nel fumetto, la strana opinione diffusa per cui, automaticamente, ciò che diventa in qualche modo “commerciale” perda di valore. I vostri lettori più fedeli hanno avuto da ridire su questo vostro passaggio dall’autoproduzione ad un grande editore?
Che ciò che divenga commerciale perda di valore è una infondata e maliziosa accusa che viene mossa ad un lavoro di successo – o che vuole, semplicemente, confrontarsi con il grande pubblico -, peraltro con malcelata invidia. Avviene in tutti i campi: editoria cartacea, musica, cinema. Credo che un lavoro come “Rat Man”, passato dall’autoproduzione al meritato successo con la Panini Comics, abbia solo guadagnato nel passaggio dall'”underground” al “commerciale”. Interlunium ha avuto più successo ora che in sede di autoproduzione ed è, in gran parte, dovuto ai nostri lettori – tanto vecchi quanto nuovi – che hanno apprezzato la metamorfosi e la commercializzazione. Personalmente, guardo Rigel e Tinebra autoprodotti ed “underground” e li definisco “spirito ricco ma informe”; guardo Interlunium e lo definisco “spirito maturo”. Sono orgoglioso di entrambe le facce della medaglia autoproduzione/commerciale ma definisco “più profondo e soddisfacente” il nuovo soggetto. Non a caso è stato dato il nome “Interlunium”, la luna che muta fase. La migliore definizione di Interlunium risiede nelle parole che Rigel pensa/sogna nel primo numero: “Interlunium, la luna che cambia… simbolo del mutare di ogni cosa … quasi a ricordare che l’immutabile non esiste.” È una riflessione che ho in comune con la bella immortale, ed è un monito che spinge a vivere la vita sul filo del rasoio ed ad essere coscienti di questa condizione precaria.
Come sono le tue sceneggiature? Com’é il tuo rapporto, dal lato strettamente produttivo, con Elena?
Che domande. Le mie sceneggiature sono belle! Scherzi a parte, le mie sceneggiature sono veri e propri studi, sono scene che come unici obblighi hanno, da un lato, il trascinamento del lettore – anche del più riottoso – nel mezzo della trama e quello di creare una sorta di “addiction” ai personaggi, vere chiavi della mia sceneggiatura.
Il resto è sperimentazione: la tavola è la mia pista da pattinaggio. Ho diversi maestri e fonti di ispirazione per le mie sceneggiature ma tanto io quanto Elena siamo alla ricerca di un “marchio di fabbrica”, qualcosa di nuovo che, fortunatamente raramente, degenera in una nota stonata. Il rischio di stonare è, pero’, abbondantemente ripagato dall’espressione del lettore che capta il senso di una tavola e ne assimila le sensazioni, annullando la distanza autore/fruitore. Questo mi porta a sperimentare anche a rischio di prendere “toppe”, ma è così che è nata la famosa tavola “sfumata” di chiusura dei capitoli di Interlunium, quelle in cui si ripete la stessa vignetta che viene rimpicciolita o ingrandita e che si sfuma lasciando spazio – inteso in senso fisico e psicologico – per la riflessione del lettore.
Il rapporto professionale con Elena, come ho detto più volte, è assolutamente appagante. Lo assimilerei al rapporto tra due amanti: un intreccio di passioni, mordi e fuggi, carota e bastone. Quasi un infinito corteggiarsi. Ad uno dei due nasce un’idea, entrambi la esaltano, ognuno la pensa secondo la propria cultura/personalità/immaginazione, nasce lo scontro senza concessioni e si mettono tutte le carte in tavola. Non ci sono sconti per nessuno.
A volte le parole assumono una forza tale che la bagarre, pur rimanendo su piani verbali, diventa “fisica”. L’idea viene rivoltata, sviscerata, giudicata, condannata. Poi risorge come una fenice ed è un’idea più forte di quella iniziale.Qualcuno, tempo fa, ci ha chiesto: “come siete riusciti ad avere successo”? Non sono riuscito a dire nulla ed ho balbettato una risposta di circostanza: “Noi? Successo? Ma va!”.
Oggi posso rispondere che il Big Bang creativo, tra me ed Elena, nasce da un’esplosione. L’idea deve nascere, poi deve morire la sua forma primordiale per poi rinascere come diversa ma uguale, morta e poi viva. L’idea, seguendo le leggi della natura, finisce ma non muore. Si trasforma in qualcosa di diverso e, forse, qualcosa di più grande. Questo ciclo è alla base della collaborazione tra me ed Elena.
Lavorare così a stretto contatto porta ad essere sempre “in lavoro”, o ci sono momenti in cui riuscite a staccare dalle storie e dai disegni?
Lavoro e passione: una gran fregatura. Anche quando non lavori racconti storie e crei trame e soggetti: ne abbiamo un numero imprecisato nei cassetti ed aspettano impazienti di raccontare e raccontarsi. Se poi entrambi si è creativi – ed Elena è un vulcano di idee nonché musa ispiratrice – allora hai chiuso con tutto il resto. Sai una cosa? Ora che ci penso devo ammettere che tutto ciò è proprio bello ed io sono il primo a non volere/potere staccarmi dalle storie.
Finisce Rigel (per ora), e comincia Luna! È ancora recente l’annuncio da parte della Star Comics che concretizza il progetto di cui da qualche tempo parlate, una nuova pubblicazione curata da voi per una nuova “incarnazione” di un vostro vecchio personaggio. Come sono andati i contatti con la Star?
Risposta: “No rest for the wicked”, anche se sentivamo di dover “lasciare in pace” Rigel, Tinebra e Lucia. Poi Slawne ha bisogno di tempo per ordire le sue trame diaboliche e Artemius avrà a che fare con il ritorno di un nuovo personaggio… Stai pur certo che, nonostante la doverosa pausa, Rigel & Co. torneranno a popolare gli incubi tuoi, di chi ne ha seguito le vicissitudini e di chi deciderà di immergersi nel mondo della vampira più sfigata della storia del fumetto.
Luna ha avuto una calorosa accoglienza da parte dei lettori – ce la stiamo mettendo tutta per ricambiare le loro aspettative – e degli editori: un grazie a tutti.
Il “contatto” con la Star non saprei dirti com’é andato: la partnership è maturata in un batter d’occhio e ci siamo trovati coinvolti dall’entusiasmo, dal calore e dalla voglia di fare dell’intera casa editrice. Poi, dalla mia parte, sarebbe stato difficile dire “no” ad Ade [Capone – ndR], uno dei miei “maestri” – anche se lui non ne è al corrente, o almeno non lo sarà fino a quando non leggerà quest’intervista… – nel campo della sceneggiatura.
A tal proposito vorrei sottolineare che la pubblicazione non è curata solo da me ed Elena ma è frutto della partecipazione globale dell’intera casa editrice; solo la supervisione artistica è ripartita tra Ade, Elena e me.
Un salto importante quello che vi apprestate a compiere, anche più grande di quello che avete compiuto con la miniserie per la Panini! Come è il vostro spirito ed il vostro umore per questo nuovo sbocco professionale?
Umore altissimo, spirito battagliero e coltello tra i denti. Il paragone con la miniserie Panini non si può fare per il semplice motivo che i due progetti sono nettamente distinti: Interlunium è stato diffuso nelle fumetterie, Luna è un “brand” da edicola. Tuttavia l’assalto che lanciamo alle edicole è simile, per impegno e grinta, a quello che a suo tempo caratterizzo’ l’esordio di Elena e mio nel circuito fumetterie. Luna è un progetto nel quale crediamo veramente tanto e, stanne pure certo, l’impegno che ci metteremo sarà del 200% superiore a quello profuso fino ad ora.
Un sincero ringraziamento per il tempo e la simpatia messa a disposizione da Fabrizio, e appuntamento a tra non molto per l’ultimo numero di Rigel: Interlunium, e a quest’autunno in tutte le edicole per Luna!
Hera
12 Settembre 2013 a 14:17
Ho scoperto Rigel per caso .Non sapevo niente di niente su di questo fumetto (e della sua prima produzione).
Ho i due volumi di Rigel Interlunium e sono carini.
Non mi dispiacerebbe se si continuasse la produzione.
la redazione
16 Settembre 2013 a 17:00
Speriamo che l’autrice possa presto dare notizie in merito. Su Facebook dovresti trovare la pagina fan gestita da lei stessa, chissà che presto non arrivi qualche novità! :)
Grazie per il commento, continua a seguirci!
Hera
21 Settembre 2013 a 11:55
Ciao , non ho facebook ma voglio dire questa cosa: Elena Dè Grimani e Fabrizio Palmieri sono due artisti di grande talento.
Mi sono innamorata di questo fumetto e spero davvero che continui .
Rigel , Tìnebra e Lucia sono un bel trio.
E poi ci sono altrettante cose da chiarire ,sonrimaste in sospeso , (soprattutto la storia extra).
Spero di non aver disturbato troppo con questo mio secondo messaggio, ma volevo esprime a pieno il mio pensiero.
Grazie