
Uno stile personale e una voce autoriale ben definita che già avevano lasciato il segno con l’opera d’esordio, La Bugia e come l’abbiamo raccontata (Diabolo Edizioni, 2021) e che tornano adesso, ancora più focalizzate e concentrate nel raccontare le relazioni della società contemporanea occidentale, in All the love I can get, secondo fumetto della linea Cosmica, sezione a fumetti di Minimun Fax.
Prima ancora di presentare i personaggi, l’autorə mette subito in chiaro i temi portanti del racconto attraverso le parole di Sal, una delle partecipanti a una riunione di alcolisti anonimi: la ragazza racconta di suoi problemi di relazioni tossiche, di codipendenza e di ricerca, a tutti i costi, di “tutto l’amore che è possibile avere”. La stessa esperienza di Eliza, una delle due protagoniste della storia: madre single con un passato difficile alle spalle fatto di tante scelte sbagliate, dedica la sua vita a crescere il figlio, Justin, barcamenandosi tra un lavoro in macelleria, gli incontri degli AA e le serate di reading di poesia dal vivo in cui provare a esprimere la propria creatività e mettersi a nudo. Proprio a una delle serate in cui si esibisce conosce, con grande sorpresa, una sua fan. Sasha, la seconda protagonista, mostra fin da subito di avere una vita incasinata forse anche più di Eliza: uscita da una relazione tossica che l’ha lasciata devastata, è tornata a vivere dai genitori che la supportano e di cui lei si approfitta (e verosimilmente si è approfittata in passato). Al tempo stesso, si prostituisce per noia ed è alla ricerca di un significato per la sua vita. 
Con questo susseguirsi di eventi Parrish ci racconta di quanto la manipolazione e la codipendenza possano insinuarsi subdolamente nei nostri rapporti e quanto sia difficile disintossicarsene e vivere in maniera più sana una relazione interpersonale, soprattutto in questa società in cui tutto si può trasformare in prodotto di consumo. Il finale dolceamaro, tra speranza e incapacità di cambiare, lascia le protagoniste a dover fare i conti con le proprie scelte che vengono presentate senza un giudizio, entrambe valide ed entrambe gravide di conseguenze: vivere una vita ancora nella bugia, magari rassicurante, oppure fidarsi nuovamente de
Sebbene il fumetto sia composto quasi esclusivamente da dialoghi la capacità registica di Parrish rende l’opera scorrevole e mai monotona o pesante: il movimento di inquadrature, che passa da un interlocutore all’altro, avvicinandosi per mettere in evidenza volti dai tratti estremamente stilizzati e poi allargandosi per contestualizzare gli ambienti, dona movimento e varietà alla staticità delle situazioni. Lo stesso può dirsi per la costruzione del ritmo grazie a una buona gestione della costruzione delle tavole, che si prende delle deroghe dalla costruzione tipica a 6 vignette nei momenti più densi e concitati. Particolarmente riusciti sono i momenti di vita quotidiana di Eliza e Justin: in questo caso l’attenzione di Parrish ai movimenti di scena e alle reazioni della madre e del bambino creano momenti di grande intensità emotiva e di grande realismo.
Anche il tratto e la rappresentazione dei personaggi hanno una ben precisa connotazione narrativa: in una interessante recensione per il The Comics Journal, nell’analizzare lo stile di Parrish Ben Austin-Docampo fa una notare che “I corpi di questo mondo (del fumetto di Parrish) si assomigliano molto. Come succede anche nel nostro mondo”. Ecco che l’arte di Parrish diventa, nella sua totale distanza dalla verosimiglianza, parte integrante dell’analisi della realtà: i corpi grandi, sgraziati, sormontati da teste piccole con tratti somatici resi da pochissime linee, stilizzati al massimo, rappresentano un mondo di piccole e grandi imperfezioni che rispecchia il nostro, facendoci quindi sentire ancora più vicini alle vicende, tremendamente umane e contemporanee, dei personaggi. A dare un tocco ancor più emotivo e intenso ci pensano i colori, qui ancora più vivaci e meno naturalistici rispetto al precedente volume, che rappresentano un incontro interessante tra psichedelia e fauvismo in grado di sottolineare i passaggi narrativi più accesi e concitati.
Negli ultimi anni il mondo del fumetto occidentale ha visto nascere una nuova generazione di autorə interessat a riflettere sulla società contemporanea e in particolare su come il modello capitalistico influenzi, con i suoi meccanismi, vari aspetti della vita collettiva, in particolare la relazione tra esseri umani. Il rischio, osservato purtroppo abbastanza di frequente soprattutto nell3 autor3 esordient3 (ma non solo), è che la concentrazione su queste tematiche importanti e al tempo stesso molto delicate e complesse da trattare faccia esaurire tutti gli sforzi creativi e dunque le potenzialità del medium in opere più attente all’esposizione di una tesi, spesso spiegata con fiumi di testo, piuttosto che focalizzate sul trasmettere un messaggio attraverso storia e personaggi, vanificando la potenza empatica ed emotiva offerta dal fattore narrativo. Dei pamphlet moralizzanti, più che delle storie a fumetti.
Tommi Parrish mostra che un’altra via è possibile: una via fatta di opere profonde e vere, capaci di cogliere nel vivo grandi tematiche raccontando storie intime, piccole nello sviluppo ma enormi nella loro portata emotive. All the love I can get è quindi un’importante pietra miliare in questo percorso artistico che, date le premesse, si preannuncia ancora ricco di grande potenziale.
Abbiamo parlato di:
All the love I can get
Tommi Parrish
Traduzione di Alice Amico
Minimum Fax, 2022
204 pagine, brossurato, colori – 21,00
ISBN: 978-88-3389-355-6
