
Artificialmente immortale
My Immortal è uno dei singoli più noti, dopo Going under, dell’album d’esordio degli Evanescence. Datato 2003, 20 anni, come Meteora dei Linkin Park, segna il secondo capitolo della mini-serie di due dedicata alla band nu-metal statunitense. E il motivo è semplice: sta girando sul web una sua versione in cui, grazie all’intelligenza artificiale, è stata aggiunta la voce di Chester Bennington alla traccia originale.
Non saprei se anche la voce di Amy Lee è stata generata artificialmente oppure, semplicemente, estratta da una delle tante versioni della canzone, ciò che però è certo è che non solo questa novità ha diviso nuovamente i fan dei Linkin Park, ma pone l’accento anche su un problema etico e filosofico: il diritto di utilizzare l’intelligenza artificiale per, nello specifico, ascoltare nuovamente la voce di un artista scomparso.
Ci sono indubbiamente delle motivazioni a favore della scelta: sono ancora oggi a distanza di 6 anni dalla sua scomparsa molti coloro che sentono la mancanza di Bennington e poterlo ascoltare nuovamente cantare qualcosa di “nuovo” è, in qualche modo, un conforto. Personalmente, però, la penso in sintesi come un utente su reddit:
It would just be wrong.
Ed è sbagliato per diversi motivi: non solo perché stiamo parlando di una persona deceduta, ma soprattutto perché stiamo trasformando una persona che è stata reale e viva, come ha ribadito non solo nel corso di tutta la sua travagliata vita, ma anche con quell’ultimo gesto disperato, in un personaggio su cui proiettare i nostri gusti e le nostre emozioni. E in questo senso la cosa che trovo più artificiale di tutte in assoluto nella gran messe di cover che, piuttosto in sordina, stanno uscendo con la voce artificialmente generata di Chester Bennington è la produzione di pezzi insieme con Chris Cornell, il suo migliore amico. Soprattutto perché i due, sul palco, hanno anche cantato:
P.S.: visto l’argomento trattato, ho pensato di usare come immagine in evidenza non un mio disegno di Chester, ma una immagine generata da un text-to-image generator. Nello specifico ho testato la funzionalità introdotta di recente su Canva. Al momento non ho ancora deciso se dedicare un post a questo specifico esperimento.