Il Male – 1978-1982. I cinque anni che cambiarono la satira

Il Male – 1978-1982. I cinque anni che cambiarono la satira

a cura di Vincino Rizzoli, 2007 - 159 pagg. bros. col. - 22,90euro

Il Male - 1978-1982Il Male rappresenta un capitolo ancora vivo nella memoria dell’Italia a più di vent’anni dalla sua chiusura. Questo volume, edito da Rizzoli nella collana 24/7, di grande formato, permette di conoscere sia indirettamente, dalle parole di colui che è stato per la maggior parte del tempo il direttore editoriale de Il Male, sia direttamente, con moltissimi stralci, vignette e articoli tratti dalla rivista, lo stile e lo spirito del settimanale. Anche per chi non ha vissuto in prima persona la sua storia editoriale, risulta chiaro come questo volume celebrativo sia non solo dovuto, ma tardivo e insufficiente in proporzione all’importanza de Il Male all’interno della cultura italiana.

Il Male è stato un fenomeno sociale e culturale, più che una rivista. Un modo di interpretare il mondo. Una rivista di satira caustica, irriverente, geniale, che ha rovistato tra le storture dell’Italia degli anni di piombo e le ha esposte davanti agli occhi di tutti senza paure.
Vincino e soci hanno saputo attaccare tutto e tutti continuamente, dimostrando, coi fatti, di essere veramente sopra alle parti, hanno capito dove più doleva il dente e dove la lingua, anzi la penna o la matita, dovevano battere per essere più sferzanti, hanno intravisto e compreso i movimenti della società più di tanti accreditati esperti, indovinato le trovate più incredibili per spiazzare il lettore abitudinario e attirare quello occasionale meglio di qualsiasi marketing manager. Trovate come le false prime pagine dei quotidiani nazionali, tra tutte quella in cui Tognazzi si prestava a essere il capo delle Brigate Rosse, hanno segnato un periodo, uno dei più tormentati della storia italiana recente.

Andrea Pazienza per Il MaleNon si possono non riconoscere le qualità e la personalità del gruppo di autori che hanno dato vita alla rivista, impossibile non comprenderne il genio applicato al momento storico e sociale che attraversava l’Italia.
Intorno a Il Male, d’altra parte, hanno gravitato durante i suoi anni migliori artisti eccezionali e scrittori sopraffini. Basti citare Andrea Pazienza, Filippo Scozzari, Jacopo Fo, Cinzia Leone, Tanino Liberatore, Stefano Tamburini, Bruno D’alfonso, Pino Zac, Francesco Cascioli
Autori lasciati liberi di esprimersi senza alcun freno inibitorio, senza alcuna censura, soprattutto quella preventiva che appesta oggigiorno molta satira e molto giornalismo, che hanno dato fondo a tutta la loro creatività e alla loro capacità critica verso la società, la politica, la religione.
Stupisce e lascia ammirati l’innocenza del loro cinismo, che non si fermava di fronte a niente, né alla malattia, né alla morte, né al dramma. Sorpende come sulle loro pagine anche il cattivo gusto si elevasse ad arte, la loro totale mancanza di senso della misura, assolutamente ragionata, capace di dare vita a interventi incredibilmente efficaci e arguti, capaci di strappare una risata a prescindere dall’essere in linea o meno con le loro idee.

La visione di Vincino è probabilmente parziale e autocelebrativa, ma come dargli torto? Una rivista come Il Male è stato un esempio più unico che raro, accostabile solamente a pubblicazioni come “Cuore – Settimanale di resistenza umana“, pure meno velenoso e grottesco, o a “Il Vernacoliere“, il cui spirito si discosta pur condividendo la stessa goliardia di fondo.

Proprio quest’aspetto di unicità della storica testata preclude la domanda più preoccupante di tutto il volume, più volte esposta da Vincino stesso: dove troverebbe spazio questo tipo di satira, in quest’epoca di ipocrisia travestita da politically-correct, di mantenimento dello status-quo social-politico travestito da riformismo? Fanno saltare dalla sedia i tanti attacchi alla religione cattolica e a Wojtiwa. Appaiono assolutamente lontane dai limiti (auto)imposti alla satira le battute su Aldo Moro, lo sberleffo ai politici, le prese di giro alle forze armate. Quale rivista e quale editore, non solo, quale autore avrebbe il coraggio di scrivere bestemmie in prima pagina, di scrivere storie sulla morte di una industriale, di mettere alla berlina il terrorismo, di scimmiottare lo stile degli altri giornali svelandone gli altarini, di dire tutto apertamente in faccia?

In questa domanda retorica non può che nascondersi, nelle frasi di Vincino come in quelle del recensore, l’amarezza per una stagione della satira italiana che non sembra aver lasciato frutti, un po’ come è avvenuta per la stagione del fumetto degli anni di Frigidaire e compagnia. Un potenziale esplosivo che si è affievolito e infine quasi spento, senza che si riesca a individuare una causa o un colpevole.

Riferimenti:
Il Male su wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Il_male
Alcune vignette tratte dalla rivista: www.ilpalo.com/fumetti/ilmale/autore.html

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