Questo libro di piccolo formato sembrerebbe in tutto e per tutto un’agenda, un block-notes, se non fosse per il delicato disegno di Palumbo impresso al centro della copertina nera; al suo interno pero’ si nasconde la delicatezza di un osservatore attento e rispettoso di fronte ad un altro paese, messa su carta in disegni e brevi didascaliche frasi.
Turista nella città d’Atene, dove si reca ogni anno invitato al Festival internazionale del fumetto, Giuseppe Palumbo decide di fissare su carta, per deformazione professionale, i piccoli paesaggi dimenticati, gli angoli non toccati dal turismo, la varia umanità semplice e intensa, insomma quegli scorci inaspettati che caratterizzano la capitale greca.
Angoli di palazzi in stile novecento che convivono con piccoli negozio oramai chiusi, moderna pubblicità giganteggiante su edifici in rovinoso abbandono, piccole cappelle in vetroresina per le preghiere dei pescatori; e ancora, bambine che chiedono elemosina in cambio di un casto e fugace bacio, vecchie che vendono amuleti e santini, librai stanchi sorpresi a dormire appoggiati al bancone del negozio.
È facile immaginare Palumbo mentre schizza sul suo blocco da disegno gli angoli misconosciuti di Atente, ritraendone un lato quasi intimo, cercandone un ritratto che si allontani dalle cartoline imbelettate, dai depliant da agenzia turistica. Proprio per questo suo atteggiamento, riesce a coglierne aspetti che appaiono più reali e credibili, più genuinamente veri e quindi simpatici; aspetti concreti di una città dipinta principalmente come culla della grande civiltà ellenica, che appare finalmente a misura d’uomo.
Più di tutto traspare un sentito amore per la storia e la gente, uno sguardo curioso e aperto, una mentalità aperta e senza barriere preconcettuali. Forse non sarà questa Atene Minore una guida turistica affidabile, spesso così avara di informazioni, tragitti e rigore storico, ma c’é da scommettere che sia molto più efficace di tante guide turistiche nel rendere l’atmosfera della città; atmosfera che traspare in pieno, resa dall’autore con forza, convinzione e efficacia.
“Chi pensa che Atene sia una città morta, seduta sullo scranno della storia, non è mai stato ad Atene.”
Il volume, in triplice lingua (italiano, francese e, naturalmente, greco) è da sfogliare più volte, leggendo i brevi versi descrittivi, spesso poco più di brevi appunti, oppure godendosi gli schizzi espressivi e evocativi di Palumbo, spesso capaci di comunicare più di ogni parola.